Ferrari, altro dato imbarazzante: decade anche l’ultimo aspetto positivo

La Ferrari non è affatto la monoposto migliore in fase di allungo, e la pista di Jeddah lo ha finalmente confermato. Situazione terribile.

Una Ferrari disastrata lascia l’Arabia Saudita nella consapevolezza di essere la quarta forza. La situazione è nettamente peggiore rispetto al Bahrain, perché da quelle parti, Charles Leclerc avrebbe potuto portare a casa il podio senza ritiro per guasto tecnico, mentre qui non ci si è andati nemmeno vicini.

Ferrari SF-23 con Sainz a Jeddah (ANSA)
Ferrari SF-23 con Sainz a Jeddah (ANSA)

Il passo della Rossa era di un 1,5 secondi almeno più lento delle Red Bull, mentre lo scorso anno queste macchine andavano alla stessa maniera su questa pista. Una bruttissima figura quella della Scuderia modenese, e sembra davvero di essere tornati al 2020-2021, con questa SF-23 che è l’ultimo regalo della scellerata gestione di Mattia Binotto.

I danni fatti dall’ingegnere di Losanna sono stati davvero incredibili, visto che è riuscito a disintegrare ogni reparto tecnico, portandolo al collasso. Frederic Vasseur sembra aver individuato le tantissime fragilità di questa squadra, e pare pronto per cambiare di tutto in ogni reparto.

Alla Rossa serve, prima di tutto, la figura di un direttore tecnico, che in un team di questo livello non può mancare. La Ferrari ha puntato su questa famosa gestione interna sin dall’era di Sergio Marchionne, senza più prendere nessuno dall’esterno, scelta che si è rivelata altrettanto fallimentare visti i risultati maturati.

La prossima gara è prevista in Australia tra meno di due settimane, e quella è una pista ancor peggiore per questa tipologia di vettura. Pensare di giocarsela con i primi appare un miraggio, anche alla luce di questi dati che sono stati raccolti in Arabia Saudita e di cui ora andremo a parlare.

Ferrari, le velocità massime tornano ad essere un guaio

La Ferrari si era eletta regina delle velocità di punta in Bahrain, ma era chiaro che il tutto fosse legato ad un aspetto poco indagato dai più. In quel di Sakhir, le Rosse avevano sfiorato i 330 km/h sul rettilineo dei box, una top speed molto elevata e che di solito su quella pista non tocca mai.

Il motivo stava tutto in un’ala posteriore che di solito si una in Canada, dunque, da medio-basso carico aerodinamico, montata perché quella più carica non era ancora pronta. Ricorderete, nel corso delle prove libere 1, che sulla vettura di Charles Leclerc era stata montata, ma traballava troppo compromettendo le performance.

Anche quella non è stata una bella figura da parte di un team che si chiama Ferrari, ma ormai è accaduto e non si può fare molto di più. L’utilizzo dell’ala di Montreal favoriva le velocità di punta, ma andava a penalizzare enormemente il settore centrale, portando i piloti a dover soffire il degrado delle gomme.

A Jeddah, tuttavia, la Red Bull si è presentata con un pacchetto a basso carico, che l’ha fatta tornare al top nei rettilinei, ma che non ha affatto compromesso la resa nelle curve, facendo capire bene come si lavora al meglio. Sergio Perez ha siglato la top speed in qualifica con 337,8 km/h, davanti ai 337,5 di Max Verstappen.

Dietro si sono piazzati Guanyu Zhou con l’Alfa Romeo Racing ed i piloti della Haas, mentre le Rosse non sono andate oltre i 332,8, rimediando ben 5 km/h di distacco dalle Red Bull, che credeteci sono davvero tanti. Anche l’idea di avere il motore migliore in assoluto può essere messa in discussione, viste le difficoltà che i motorizzati stanno dimostrando in queste prime tappe.

Per ottenere quelle top speed, i due team clienti devono scaricare molto le macchine, cosa che non era accaduta in Bahrain, dove sugli allunghi erano infatti tra le più lente. Per essere più precisi, la nuova SF-23 è lenta in curva e non ha ridotto il gap sui rettilinei, dal momento che la Red Bull con basso carico aerodinamico su questa tipologia di piste continua a fare un altro sport in termini di velocità di punta.

Insomma, un disastro annunciato, che si era già intravisto nei test del Bahrain, ma che qualcuno ha fatto finta di non vedere. A questo punto, competere con la RB19 è un miraggio, ma qui si rischia seriamente di non vedere mai il podio, visto che l’Aston Martin va come il vento e che la Mercedes risalirà in fretta la china. La situazione è drammatica dal punto di vista sportivo.

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