Umberto Zapelloni a TMW: “In Ferrari l’assenza della proprietà è il guaio”

Abbiamo intervistato in esclusiva Umberto Zapelloni, grande esperto di F1 e delle corse in generale. Ecco cosa ci ha detto il giornalista.

Il periodo è molto delicato in casa Ferrari, ed è ovvio che sulla Rossa ci sia sempre un’enorme attenzione mediatica, soprattutto in queste situazioni. Nelle ultime ore, abbiamo parlato di ciò che sta accadendo a Maranello assieme al giornalista de “Il Foglio“, vale a dire Umberto Zapelloni, che segue le vicende della F1 e della Scuderia modenese da ormai tanti decenni.

Umberto Zapelloni
Umberto Zapelloni

A Maranello c’è una vera e propria polveriera, anche se il team principal Frederic Vasseur, nelle ultime ore, ha cercato di calmare le acque. Zapelloni è stato intervistato da noti di TMW in esclusiva, durante l’appuntamento pomeridiano di TV Play sulla piattaforma Twitch di “Calciomercato.it“.

Zapelloni, ecco le sue parole in esclusiva

La Ferrari è stato l’argomento dominante di questa puntata, ed Umberto Zapelloni ha parlato degli aspetti che hanno portato alla crisi del Cavallino, anzi, alla vera e propria diaspora che sta avvenendo in questi giorni. Una parte dell’intervista la potrete leggere qui in anteprima, ma il resto è disponibile nel video che abbiamo postato in basso.

Ecco le parole del giornalista: “In passato, le assunzioni all’interno della Ferrari erano sempre fatte in accordo tra la Ferrari e la FIAT, ed in questo caso mi viene da pensare a Gianni Agnelli, che aveva una parte importante nelle scelte di Montezemolo. Dal 2018, la proprietà vera e propria coincide con il presidente, visto che John Elkann è il socio di maggioranza della Ferrari e ne è il presidente. Vasseur ha le stesse deleghe di Binotto, perché il grande problema ad oggi è l’assenza della proprietà“.

L’amministratore delegato che è Vigna ci sta mettendo il naso più che in passato, ma la sua scarsa conoscenza della F1 non gli permette di fare interventi in profondità. Questi li deve fare chi conosce quell’ambiente e sa che ruoli cercare. Se tu devi sostituire uno come Sanchez, Head of Vehicle Concept, devi sapere chi prendere. La F1, oggi, ha dei limiti di ingaggio enormi, visto che c’è la questione del gardening che dura da otto mesi ad un anno“.

La Ferrari dovrà trovare soluzioni interne, Sanchez è l’ultimo che se n’è andato a livello ufficiale, ma ce ne sono altre due prossime come Mekies, ovvero il direttore sportivo, anche se esautorato da Vasser rispetto a Binotto. Poi alcuni parlano anche del responsabile dei motori, è un momento molto particolare. C’è bisogno di assestamento, è un periodo che mi ricorda trent’anni fa, quando arrivò Jean Todt“.

Zapelloni si è poi dimostrato abbastanza critico nei confronti di una rivoluzione totale come quella che sta accadendo, affermando che rispetto al 1993, quando arrivò Jean Todt, ci sono delle differenze molto importanti: “Il problema è che all’epoca la Ferrari era molto indietro, mentre lo scorso anno per metà campionato era stata la macchina più forte con la Red Bull. Questo significa che non c’era bisogno di una rivoluzione totale, che sicuramente ritarderà tutto“.

Da Maranello sembrano voler fuggire tutti, e la cosa non può non preoccupare i tifosi. Una volta, lavorare per la Scuderia modenese rappresentava un onore, il punto di arrivo di una carriera, e per molti non è più così. Per Umberto, tuttavia, le cose sembrano da leggere in modo diverso.

Se penso che la Ferrari non sia più ambita come in passato? In realtà credo che tutti coloro che lavorano in F1 ad un certo livello sognino la Ferrari. Magari il discorso è diverso per i top, come un Adrian Newey che fa il re in Inghilterra e non andrebbe mai a Maranello. La Ferrari ha cercato anche Horner, ma è molto difficile convincere questi personaggi ad andarsene da dove lavorano. La Ferrari ha smesso, dai tempi di Marchionne, di andare a cercare all’estero i propri uomini, decidendo di puntare sui talenti che ha al suo interno. Comunque, non sono così pessimista sul futuro, Leclerc poteva fare la pole position in Bahrain, in gara è mancato l’assetto“.

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