Ferrari, un ex pilota al posto di Binotto? Arriva la bomba dall’Inghilterra

Un ex pilota della Ferrari potrebbe prendere il posto dell’ingegnere di Losanna. Si susseguono voci, ma questa è davvero clamorosa.

La Ferrari ha deciso di voltare pagina ed è alla costante ricerca di una figura autoritaria che possa sostituire Mattia Binotto. La squadra italiana ha concluso il 2022 al secondo posto della graduatoria costruttori, riuscendo a domare il ritorno in auge della Mercedes. Vi sono modi e modi di arrivare secondi e la Rossa ha subito un gap clamoroso, terminando ad oltre 200 punti dalla Red Bull Racing.

Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)
Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)

I proclami iniziali in merito all’apertura di un ciclo vincente, lottando sino alla fine per la corona iridata, hanno riportato i tifosi a vivere con grande entusiasmo le prime vittorie di Charles Leclerc. Il monegasco si è dimostrato straordinario, dopo due anni e mezzo di digiuno, riuscendo a trovare da subito il feeling con la wing car modenese. La F1-75, già molto più agile nei test prestagionali rispetto alle altre vetture, si è confermata al top in Bahrain, Arabia Saudita e Australia. Charles Leclerc, anche con un po’ di fortuna si era ritrovato con un vantaggio di 46 punti su Max Verstappen. Quest’ultimo aveva subito due pesanti ritiri a causa di problemi tecnici della sua nuova Red Bull.

Tutto lasciava presagire una difficile rimonta dell’asso olandese nella seconda parte di stagione, tuttavia la squadra italiana non è riuscita a cogliere il massimo nel momento in cui gli avversari avevano palesato delle difficoltà. Gli esempi più eclatanti sono accaduti a Silverstone e a Monaco dove Charles Leclerc ha visto buttare al vento due vittorie alla portata. Il passo falso, davanti al proprio pubblico, ha anche lanciato un segnale preoccupante per il #16 in ottica 2023: la squadra italiana continua a commettere gli stessi cronici errori strategici che avevano limitato i piloti della Rossa nelle precedenti uscite stagionali.

Il ritornello di “una squadra giovane che avrebbe dovuta imparare dai propri errori” ha iniziato a suonare come un disco rotto. La verità è che la gestione di Binotto ha lasciato a desiderare sotto tanti punti di vista, a partire da quello comunicativo. Mai all’altezza degli altri team principal, l’ingegnere di Losanna ha subito inevitabili pressioni per discorsi incoerenti. Ad inizio 2022 i piloti sono stati messi, giustamente, nella condizione di poter lottare, ma era palese il vantaggio tecnico e di feeling del monegasco rispetto a Carlos Sainz. Quest’ultimo vinse a Silverstone la prima gara della sua carriera in Formula 1, ma di fatto quella domenica ha rappresentato una sconfitta per la squadra. La Scuderia avrebbe potuto festeggiare una doppietta.

L’immagine nel post gara del team principal di Losanna, Mattia Binotto, fece il giro del mondo. In modo del tutto sconsiderato l’ingegnere puntò il dito davanti alla faccia di Charles Leclerc, ammonendolo in merito ad un atteggiamento che, in realtà, era stato molto corretto e senza polemiche. Quel giorno il #16 si morse la lingua e ingoiò l’ennesimo boccone amaro nella sua carriera in Formula 1. I problemi negli sviluppi e le avarie tecniche potevano anche essere accettati, ma Binotto decantò prima del tempo il lavoro sulla nuova Power Unit Ferrari per poi dover terminare l’annata con problemi imbarazzanti e depotenziamenti.

Ferrari, l’uomo giusto per il dopo Binotto

I ferraristi sono stati lasciati a piedi in GP cruciali e le successive penalità hanno condizionato le prestazioni anche su quei circuiti in cui avrebbero potuto ottenere un maggior numero di punti. La sensazione è che il rapporto con i vertici del Cavallino, a partire dal Presidente John Elkann e dall’amministratore delegato Benedetto Vigna, si fossero logorati. Mattia Binotto si è distrutto con le sue stesse mani, ammettendo nella stagione 2021 che un’eventuale mancata lotta al vertice nel 2022 sarebbe stato considerato un fallimento.

La Ferrari si è mossa prima del tempo per portare in pista la migliore vettura possibile e il paradosso è che ci sono anche riusciti, ma senza avere un’idea chiara sullo sviluppo futuro della monoposto. Di sicuro la direttiva 39 ha dato una forte scossone e, molto probabilmente, messo i tecnici della Ferrari in una difficile condizione. Binotto ha sempre negato, per evitare altre polemiche sul suo scarso potere politico nella stanza dei bottoni.

La sensazione è che, dal punto di vista sospensivo, alzando la monoposto da terra si fosse rotto quell’incantesimo che rendeva la F1-75 un’auto top. In ottica 2023 si sono fatti tanti nomi per il dopo Binotto, a partire da quello che all’anagrafe corrisponde a Frederic Vasseur. L’attuale team principal della Sauber è l’indiziato numero 1 per prendere il posto dell’ingegnere di Losanna, sebbene nella categoria regina del Motorsport non abbia conseguito risultati straordinari. Chi conosce bene l’ambiente Ferrari è, certamente, l’ex pilota Gerard Berger. Secondo il magazine The Race l’austriaco avrebbe l’esperienza per comandare il muretto box della Rossa, essendo “amabile e senza fronzoli”, venuto su “imparando dai migliori: Jean Todt, Ron Dennis, Frank Williams e Flavio Briatore”.

Sembra più che altro un suggerimento, ma non vi sono voci fondate su un possibile inserimento di Berger. Quest’ultimo, tra l’altro, ha avuto un ruolo di primissimo piano nel mondo RB. Ferrari, nessuno vuole farle da team principal? Retroscena preoccupante. Date una occhiata anche ad un altro problema della Scuderia. La lista di nomi per sostituire Binotto si allunga, ma sino alla fine dell’anno si rincorreranno i rumor.

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