Il centauro di Tavullia, Valentino Rossi, ha svelato i suoi trucchi in sella ai bolidi della MotoGP. Rimarrete stupiti nello scoprire alcuni dettagli della sua guida.
Valentino Rossi è e rimarrà uno dei piloti più carismatici della storia del Motomondiale. Nel corso della sua lunga carriera si è portato a casa un mondiale in classe 125, uno in 250, l’ultimo storico in classe 500 e ben sei nella moderna MotoGP. Nessuno aveva mai sfiorato un simile traguardo, vincendo in sella ad Aprilia, Honda e Yamaha. Non è riuscito a togliersi la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio sulla Ducati, ma già il fatto di averci voluto provare, la dice lunga sulle mind set del nove volte campione del mondo.
Nella passata stagione ha deciso di dire basta, anche perché i risultati nel team Petronas sono stati al di sotto delle aspettative. Per la prima volta nella sua carriera il Dottore non è salito sul podio, mettendo in mostra dei limiti, dettati anche dall’età. Inevitabilmente una nuova generazione di fenomeni si è affacciata alla top class, puntando a rubare la scena. In questa annata il #46 ha corso anche in un campionato delle quattroruote, ovvero il Fanatec GT, mettendo in mostra anche un buon talento. Del resto i motori sono insiti nel suo DNA. Suo padre Graziano è stato un pilota delle due ruote con una passione sconfinata anche per i rally.
Dentro e fuori la pista il centauro di Tavullia è stato un personaggio che molti hanno cercato di imitare. Il suo carisma ha cambiato il motociclismo, scalfendo molti luoghi comuni e portando sulle tribune fan in ogni angolo della terra. Un talento unico che ha trasmesso la sua passione a tanti altri giovani che sono cresciuti sotto la sua ala protettiva nell’Academy VR46. Nel corso del tempo i vari Franco Morbidelli, Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi sono arrivati ai vertici della MotoGP. Il motivo? Ascoltate le parole del Dottore e lo capirete.
Valentino Rossi e il segreto della sua guida
Nell’intervista a GeoPop il centauro ha esordito: “Non cadiamo per merito delle moto e delle gomme, perché queste moto ma soprattutto queste gomme sono incollate per terra. Riescono a darti un grip. È proprio una questione di forza, di quanta forza tu riesci a mettere nella gomma e di quanto grip lei ti dà indietro. Sono gomme fatte per altissime sollecitazioni quindi sono molto dure. Se tu vai piano è anche quasi pericoloso perché la gomma non la fai partire, non la fai lavorare e quindi magari arrivi con le gomme fredde, capita anche ai piloti veri che magari partono con una gomma abbastanza dura davanti e arrivano alla prima frenata, si chiude davanti perchè non è abbastanza calda”.
Questione anche di gravità. “Tutti quelli che hanno guidato la moto lo sapranno – ha spiegato VR46 – però la moto curva ma te non lo sai perché in realtà, cioè nel senso tu arrivi in una curva di solito rallenti per entrare in curva, la moto si guida col manubrio però è una cosa che non ti accorgi. È una cosa che tu fai naturalmente col tuo corpo. Ti sposti ad esempio verso destra, ma quando ti sposti verso destra spingi con il manubrio all’interno quindi sterzi a sinistra. È una cosa che fa da sola e impari già quando guidi lo scooter a 14 anni. Il manubrio sembra sempre dritto, ma questa lieve forza sul manubrio destro fa sì che la moto cade dentro la curva cioè piega. Moto che piega con lo sterzo girato dall’altra parte e la moto gira, quando curvi la motocicletta vorrebbe ritornare su, soprattutto se vai molto forte. Il lavoro del pilota è cercare di tenerla più giù possibile per fare la curva più forte possibile. Quindi è per questo che i piloti della MotoGP si sporgono molto fuori dalla moto per contrastare questa forza che li vorrebbe portare verso l’esterno”.
Il peso è una variabile, per questo i centauri si sporgono per cambiare il baricentro. Il Dottore al riguardo ha analizzato: “Assolutamente i movimenti che fa il pilota fanno molto effetto sul comportamento della moto, però tu immagina che è come fare windsurf. Quando fai windsurf ti tiri su e ti attacchi col gancio alla vela. Diciamo che la moto è la vela quindi te devi cercare di buttarti fuori e tirarla verso dentro perché lei in realtà vorrebbe andare dall’altra parte, controbilanciare”. Nonostante la tuta, l’airbag, stivali e tutto, l’impatto con l’asfalto è veramente duro. L’esempio del Dottore è quello di un lancio da un’auto a 150 km/h dal tettuccio di un’auto in corsa sull’autostrada. Cadere da una moto ha sempre un impatto importante sul fisico, ma nel corso del tempo i piloti maturano anche tecniche e una certa abitudine ad evitare il peggio. Nonostante l’esperienza una caduta può sempre portare ad infortuni seri.