Agostini come Valentino Rossi: che occasione alla Ferrari

Il pilota più vincente della storia del Motomondiale, Giacomo Agostini, ha raccontato della straordinaria chance che ebbe alla Ferrari, anni prima di Valentino Rossi.

Giacomo Agostini è stato tra i piloti più iconici di tutti i tempi. Questione di stile, ma anche di vittorie. Nessuno ne ha collezionate così tante in carriera, ben 15 campionati mondiali. È il pilota più titolato nella storia del Motomondiale. Sin da giovanissimo diede dimostrazione di avere un talento speciale per le due ruote. A soli 21 anni, nel 1963 debuttò in sella alla Moto Motorini in classe 250. Giacomo fu, successivamente, attenzionato dalla MV Agusta che gli propose di gareggiare, contemporaneamente, nelle classi 350 e 500.

Valentino Rossi Giacomo Agostini (LaPresse)
Valentino Rossi Giacomo Agostini (LaPresse)

All’epoca i piloti potevano, liberamente, correre in più categorie. Anche così si spiega l’incredibile quantità di titoli mondiali vinti di Ago. In verità se il Motomondiale attuale fosse come all’epoca, probabilmente Valentino Rossi o Marc Marquez avrebbero il doppio dei riconoscimenti iridati. Potendo correre in Moto3, Moto2 e MotoGP le chance si sarebbero triplicate, ma in ogni caso, in quegli anni, le corse erano ben più rischiose rispetto ai tempi odierni. Il primo titolo arrivò nel 1966 in classe 500, grazie a otto podi e tre splendide vittorie. Per Agostini cominciò una cavalcata, fatta di record e soddisfazioni straordinarie. Ecco gli orari del prossimo GP d’Aragon.

Il primo successo iridato in classe 350 giunse nel 1968, sempre in sella ad una MV Agusta. In termini di passaggi di team, gli ultimi anni di carriera del campione bresciano non furono molto diversi da quelli del Dottore. Dopo una vita in MV, il campione si tolse il lusso di vincere anche con la Yamaha. Proprio sulla moto della casa di Iwata il centauro di Tavullia è diventato leggenda. Le prime vittorie arrivarono grazie all’appoggio di Aprilia in 125 e 250, poi le vittorie a raffica giunsero in sella alla Honda. A quel punto la più grande soddisfazione, sia per Agostini che per Rossi, è stata quella di vincere in Yamaha. Agostini ha conquistato ben otto corone in classe 500 e sette in classe 350. Valentino Rossi ha vinto in 125, 250, 500 e altri sei mondiali in MotoGP, ma le analogie con il bresciano non sono finite qui. Valentino Rossi, che notizia per i suoi fan: inizia una nuova avventura.

Valentino Rossi e Agostini alla Ferrari

Giacomo Agostini ha vinto 123 gare in 190 GP disputati in carriera sulle due ruote. Valentino Rossi ha conquistato 115 GP, sfiorando il primato assoluto del bresciano. I due hanno, davvero, segnato epoche diverse del motociclismo, ma avrebbero potuto anche scrivere pagine storiche dell’automobilismo. La storia tra Rossi e la Rossa è andata davvero vicina a concretizzarsi nel 2006. Il nove volte campione del mondo testò diverse monoposto sotto lo sguardo attento dell’ingegnere Luigi Mazzola e addirittura di Michael Schumacher. Il Kaiser rimase meravigliato dai numeri del Dottore. Sarebbe stata una avventura clamorosa e il piano della Scuderia era quello di proporre a Valentino un contratto con la Sauber, giusto per farsi le ossa, per poi aprirgli le porte di Maranello.

Anche Agostini ha raccontato di aver avuto l’opportunità di correre con la Ferrari. In una interessante intervista di Luigi Perna sulle pagine della Gazzetta Sportiva, il bresciano ha confessato: “Ero già campione italiano, ma il conte Agusta mi chiese di provare davanti a lui prima di farmi firmare il contratto. Ricordo l’emozione, dopo aver aspettato per cinque ore che mi ricevesse. Il giorno dopo mi presento in autodromo e trovo una fila di birilli sul rettilineo, chiedo nel box cosa significasse. ‘Devi fare lo slalom, il conte ha piacere che tu lo faccia’, mi dicono. Mi sentivo umiliato a ripetere i giochi che facevo da bambino all’oratorio, ma la mia storia con la MV è cominciata così”.

Enzo Ferrari, però, provo a convincerlo. “Andavo spesso a provare all’autodromo di Modena, dove girava anche la scuderia di Maranello, e lui era sempre là. Veniva serio al box, restava venti o trenta minuti, poi andava in ufficio. Un giorno mi chiese di provare la macchina e poi, dopo aver girato, mi disse di fargli sapere se volevo continuare. Non ho dormito per tre notti, pensando a quella proposta che apriva prospettive fantastiche, ma non potevo tradire le moto, il grande amore con cui ero nato”, ha raccontato Ago. Nessuno dei due grandi centauri della storia italiana cedette alla tentazione di passare alla Scuderia di Maranello. L’amore per le due ruote era troppo grande.

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