Tanti bambini stanno sognando di guidare una MotoGP come fa il bicampione della Ducati, Pecco Bagnaia. La strada per raggiungere la top class è meno in salita di quello che pensate.
Nel Motorsport ci vuole talento. Partiamo da questo banale presupposto a scanso di equivoci, ma rispetto al passato il cammino di un centauro è meno confuso. Per arrivare in MotoGP, oltre alle capacità tecniche, servono una buona dose di soldi e gli agganci giusti, oltre alla fortuna che non deve mancare. Un principio che, nella vita, può essere traslato un po’ a tutti gli ambiti. Addentriamoci, nel concreto, nel percorso formativo di un giovane rider.
Quasi tutti i piloti che oggi vedete nel Motomondiale hanno iniziato dalle minimoto. C’è anche chi ha cominciato dalle motociclettine da enduro o dai kart per poi passare alle due ruote, ma la maggior parte inizia sulle piste dedicate alle minimoto due tempi di 39 o 50 cm3 per poi passare ai quattro tempi da 90 cm3. Già nelle categorie nazionali inferiori un bambino deve dimostrare grande abnegazione. Senza un impegno costante e una grade dose di passione non si fa molta strada nello sport in generale.
Questo vuol dire che già da molto piccoli i protagonisti in sella alle due ruote devono capire l’importanza dell’allenamento e delle rinunce. I sacrifici non sono solo dei genitori che investono i soldi per l’acquisto del materiale tecnico (destinato ad essere sempre più caro), ma anche del bambino che deve accettare l’idea di trascorrere moltissimi weekend in pista piuttosto che giocare con gli amichetti.
E’ già a quell’età che si forma il carattere del campione di domani. Non si può forzare un ragazzo ad essere un centauro, figurarsi un minorenne. Deve sentirlo nel sangue e deve crederci perché in pista, nell’arco della sua vita, troverà altrettanti talenti, provenienti da ogni angolo della terra, con la bava alla bocca. Nessuno è disposto a lasciare all’avversario una soddisfazione.
MotoGP, come si diventa campioni
Rispetto al passato oggi vi sono delle Academy che accompagnano il giovane professionista in un percorso che, nel migliore dei casi, può condurre all’Olimpo del Motorsport. In tal senso risulta lampante l’esempio del campione del mondo in carica della MotoGP, Pecco Bagnaia. Quest’ultimo ha iniziato nell’Academy di Valentino Rossi, dopo essersi fatto notare nelle classi inferiori. Il Campionato del Mondo Junior FIM Moto3 è una vetrina sensazionale.
A tal proposito un trampolino di lancio importante per i piloti di domani è rappresentato dalla sfida del RB Rookies Cup. Gli astri nascenti delle due ruote si danno battaglia in un mini campionato a parità di moto. In questo contesti sono le skill del singolo ad emergere. Chi vince o fa bene nella competizione sponsorizzata dalla Red Bull, del resto, trova spazio poi nella Moto3, classe inferiore del Motomondiale. L’obiettivo è arrivarci prima possibile, siglando accordi con importanti case che, solitamente, fiutano sempre l’affare.
Un diamante grezzo può trasformarsi in una miniera d’oro in futuro. Tranne qualche rara eccezione storica, come Max Biaggi, la maggior parte dei fenomeni delle due ruote ha iniziato a correre in pista prestissimo. Oggi il Motorsport è diventato un vero lusso, ma ci si può far notare dai major e battere un percorso già attraversato da altri. Poi non mancheranno mai i passaggi a vuoto e le cadute, ma questo fa parte del percorso di crescita di qualsiasi campione.