Casey Stoner e l’aspra critica alla MotoGP: frecciatina alla Ducati

Il pilota australiano, Casey Stoner, non è nuovo a bordate alle moderne MotoGP. Dopo aver provato una Ducati ha espresso un giudizio chiaro.

Se c’è un esponente moderno della vecchia scuola del motociclismo quello è Casey Stoner. Più di altri ex campioni della MotoGP ha espresso il suo parere severo sulla deriva dell’elettronica delle moto. Il nativo di Southport è figlio di una generazione diversa, cresciuta su bolidi con meno aerodinamica e ancora gestibili, completamente, dal pilota.

Casey Stoner e la critica alla MotoGP
Stoner (Ansa) tuttomotoriweb.it

Basti osservare le azioni in pista degli attuali centauri della top class per comprendere le differenze rispetto all’epoca precedente. Battaglie come quelle tra Stoner e Rossi sarebbero impossibili oggi. Oggi i centauri fanno fatica a sopravanzarsi a causa di un notevole disturbo nella loro scia, portando ad una perdita di carico aerodinamico per chi insegue. L’effetto scia è diminuito proprio a causa dell’uso smodato di componenti tecnici che hanno accresciuto le performance.

Con alette, cucchiaio, abbassatori e tante altre migliore la Ducati ha messo tutti in riga. Le soluzioni tecniche ideate dal gruppo di ingegneri, capitanati dal geniale Dall’Igna, hanno stravolto la classe regina. Rispetto al passato, a causa dell’elettronica, è la moto a fare maggiore differenza rispetto al pilota. E’ accaduto lo stesso in F1, anni prima. Stoner si ritirato nel 2012, dopo aver trionfato in sella alla Desmosedici e su una Honda RC213V.

Ducati, la critica di Stoner

L’australiano è sempre stato scettico nei confronti di tali progressi tecnici. L’evoluzione delle moto ha portato al raggiungimento di performance da sballo, ma conta la velocità di punta o lo spettacolo nei tratti misti? Casey ha presenziato, recentemente, al Festival della Velocità di Goodwood, risaltando in sella ad una Desmosedici. E’ stata l’occasione per ritornare sull’argomento sviluppi.

Stoner, un esempio per tutti i centauri
Il bicampione Stoner (Ansa) tuttmotoriweb.it

Dopo il ritiro, l’australiano ha fatto il tester per la casa di Borgo Panigale. Sul tracciato del RB Ring provò la Desmosedici GP16. Da centauro old school mise in mostra i valori senza elettronica. Il bicampione del mondo riscontrò una differenza di appena un decimo di secondo e, senza le nuove chicane, la pista austriaca è quella che porta i maggiori vantaggi aerodinamici.

Dalla sua esperienza, Stoner ritiene che “durante il periodo in Ducati mi resi conto che le parti aerodinamiche non sono necessarie. Su mia richiesta, abbiamo testato entrambe le configurazioni. Era solo un decimo di secondo più lento senza le ali, senza che noi avessimo adeguato le impostazioni alle nuove geometrie“. Le parole, riportate su Todocircuito.com, tendono a chiarificare un concetto semplice, ma che in pochi riconoscono.

Il manico si vede senza elettronica, nelle cambiate e nell’uso del freno posteriore. Le ruote possono essere tenute salde al suolo anche senza il carico aerodinamico. Secondo quanto riportato da Stoner oggi ai piloti non è nemmeno permesso utilizzare la frizione perché interferisce con l’elettronica. Ecco perché sono divenute così rare le impennate.

Le uniche azioni di questi tempi sono le manovre di sorpasso in frenata. Nessuno trae più vantaggio da una migliore accelerazione in uscita di curva o da un errore di sbandata della ruota posteriore. Questo deve cambiare“, ha sentenziato Stoner.

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