Ferruccio Lamborghini ha osato sfidare Ferrari, non temendo la forza del marchio del Cavallino Rampante. Ecco a chi è in mano oggi il marchio di Sant’Agata Bolognese.
La Lamborghini ha fatto la storia dell’industria dell’Automotive. Già solo il fatto di avere il coraggio di entrare in concorrenza di un brand come Ferrari la dice lunga sulla straordinaria impresa compiuta da Ferruccio Lamborghini. Erano i magici anni ’60 e l’Italia poteva godersi un boom economico esponenziale.
La FIAT viaggiava a gonfie vele ed Enzo Ferrari era già riconosciuto come un pioniere delle auto sportive. A quei tempi Ferruccio era solo un noto imprenditore nell’ambito dei trattori, tuttavia da un confronto acceso con il Drake nacque la magia. Il nativo di Renazzo bussò alla porta di Enzo Ferrari, criticando la trasmissione della 250 GT. Il Commendatore di Modena non prese benissimo l’attacco dell’imprenditore di trattori che voleva spiegare cosa sbagliassero nelle fabbriche Ferrari.
A quel punto Ferruccio fu cacciato in malo modo dagli uffici di Enzo. “Ma che vuol saperne di auto lei che guida trattori?”, da questa frase del Drake diretta a Lamborghini nacque il mito. Ferruccio sfidò il “Grande Vecchio”, volendo realizzare vetture perfette. A quel punto convocò i migliori ingegneri, anche ex Ferrari, per mettere insieme un team di esperti per la prima storica auto con il marchio del Toro. L’ex Ferrari, Giotto Bizzarrini, Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani specialisti di telai e il designer Franco Scaglione diedero un impulso decisivo.
Per sfidare Enzo Ferrari fu presentato un modello dal design classico ed elegante. La 350 GTV, una Gran Turismo Veloce 3,5 L di cilindrata, non fu capita al volo. Il traguardo non fu centrato, ma Ferruccio aggiustò, semplicemente, la mira in vista del grande successo che giunse con il lancio della Miura. L’auto lasciò tutti senza fiato, compreso Enzo Ferrari. L’estro di Marcello Gandini, padre anche della Stratos e della futura Countach, fece la differenza nel testa a testa alla casa modenese.
L’eredità di Ferruccio Lamborghini
Con il lancio della supercar Countach il fondatore visse un periodo di splendore che, però, con il tempo coincise anche con la fine del suo sogno. La casa di Sant’Agata Bolognese andò in liquidazione. Il 23 maggio del 1981 nacque la “Nuova Automobili Lamborghini”. Grazie al danaro dei fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, imprenditori dello zucchero, l’attività riprese con Giulio Alfieri nel ruolo di amministratore delegato.
Nel 1987 i fratelli Mimran vendettero la Lamborghini al colosso americano Chrysler. Dopo altri passaggi di mano, finalmente, la casa di Sant’Agata Bolognese trovò la stabilità definitiva con l’Audi. Il marchio tedesco, facente parte del Gruppo VW, acquisì la Lamborghini per circa 100 miliardi di vecchie lire, circa 60 milioni di euro. Un affare che fece anche le fortune dell’erede di Ferruccio, il figlio Tonino.
Nel 2014, Tonino ha fondato il Museo Ferruccio Lamborghini a Funo di Argelato in provincia di Bologna per omaggiare padre. Tonino ha quattro figli: Elettra Miura Lamborghini, nota influencer e cantante, Ferruccio, ex pilota di moto e attuale vice-presidente e CEO dell’azienda Tonino Lamborghini, Ginevra Lamborghini, volto noto della TV e le gemelle Lucrezia e Flaminia.