Ferrari, Elkann disinteressato? Ecco cosa nasconde il suo immobilismo

Il Presidente della Ferrari, John Elkann, continua a fare proclami ma, nei fatti, è sempre più distante dalle dinamiche della Scuderia.

Dopo le parole spese da John Elkann, negli ultimi anni, ci si attendeva una Ferrari quantomeno in lotta per il titolo mondiale. Il 2022, invece, si è trasformato in una grandissima delusione, mentre il 2023 è iniziato con il piede sbagliato. Dopo soli tre round il distacco dalla vetta è già di quasi 100 punti e non sembrano esserci mezzi tecnici per lottare con la Red Bull Racing per l’obiettivo tanto conclamato.

Ferrari John Elkann (Ansa Foto)
Ferrari John Elkann (Ansa Foto)

John Elkann si insediato al timone della Ferrari, nel 2018, dopo la prematura scomparsa dell’ex Presidente Sergio Marchionne. Quest’ultimo, nonostante delle scelte organizzative che si sono rivelate sbagliate, era riuscito a riportare una buona disciplina all’interno della squadra. Difatti nel 2017 e nel 2018 Sebastian Vettel lottò per il titolo mondiale contro una Mercedes straordinaria, ben sfruttata dal 7 volte iridato Lewis Hamilton.

Da allora i tifosi della Ferrari hanno dovuto pazientare a lungo e la stessa cosa è accaduta per i piloti che hanno portato a casa più delusioni che gioia. Leclerc, dopo l’exploit del 2019 con le prime vittorie in Belgio e Italia, ha raccolto solo altre 3 vittorie nel 2022, in Bahrein, Australia e Austria. In 5 anni un bottino di sole 5 vittorie rappresenta un fallimento totale, ma non tanto per il pilota quanto per la squadra che non è riuscita a sfruttare il potenziale di un giovane molto promettente e con capacità velocistiche fuori dall’ordinario.

Dall’altra parte del pit lane, il coetaneo della Red Bull Racing, Max Verstappen, ha già celebrato due titoli mondiali ed è vicino anche alla conquista del terzo riconoscimento, nonostante la stagione sia iniziata da poche settimane. Non sembra esserci partita quest’anno in Formula 1, anche perché la Ferrari è scivolata al quarto posto dietro anche ad Aston Martin e Mercedes.

La verità sulla gestione Elkann

Il presidente della Ferrari, inesperto nel settore del Motorsport, ha scelto di seguire una linea che sin qui sta ridicolizzando la squadra più vincente nella storia del Cavallino Rampante. La Rossa, infatti, avrebbe dovuto sfruttare il nuovo regolamento tecnico per issarsi al vertice, dopo i cicli Red Bull e Mercedes. Al contrario l’asticella è stata alzata, ulteriormente, dall’erede designato di Gianni Agnelli con la previsione di un titolo entro il 2026.

Nell’ultimo ultimo proclamo agli azionisti Elkann ha detto che la Ferrari combatterà sempre e comunque per la conquista dei mondiali in Formula 1. Nel giro di poche stagioni quindi il target si è spostato dal 2022 ai quattro anni successivi, sino ad una dissociazione della realtà attuale con il motto di una Ferrari sempre in lotta. La verità si può osservare in pista con Leclerc e Sainz sempre più delusi e attardati, nonostante l’arrivo di Vasseur.

La situazione non sembra essere migliorata rispetto all’era Binotto. In Formula 1 vigeva uno slogan che oggi per la Rossa non vale più, ovvero “vinci la domenica, vendi il lunedì”. Uno dei motivi principali che induce il Presidente della Ferrari all’immobilismo in Formula 1 è proprio questo. Nonostante la Scuderia viaggi verso il basso le vetture del Cavallino si vendono e, a prescindere dai risultati della pista, i fatturati sono sempre più da record.

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