Perché l’auto si chiama proprio Tesla? Svelata la storia dietro la scelta di Musk

La Tesla è diventata l’elettrica più desiderata al mondo. In pochi conoscono l’origine del marchio creato 20 anni fa negli Stati Uniti.

La Tesla è nata nel 2003 dall’intuizione di Martin Eberhard e Marc Tarpenning. I due volevano dare una dura lezione alla General Motors che non aveva creduto nel progetto delle auto elettriche EV1. L’anno successivo arrivò l’imprenditore sudafricano, Elon Musk, che finanziò la crescita del brand, diventando il primo azionista.

Tesla (AdobeStock)
Tesla (AdobeStock)

Il nativo di Pretoria era già diventato ricchissimo, grazie ai suoi successi imprenditoriali nell’informatica e nel settore aerospaziale. Intenzionato a cambiare il mondo, anche sul piano della mobilità su strada, si mise a capo dell’azienda californiana, lanciando la Roadster e la prima berlina Model S. Il grande successo arrivò con il SUV Model X e con la più piccola Model 3. Esiste una Model X molto bizzarra: mai vista una cosa così.

I piani della Tesla

I suoi progetti spaziarono anche nell’ambito delle energie rinnovabili. Dopo i successi di vendita dell’entry level della Tesla, Musk acquistò per 2,6 miliardi di dollari la società SolarCity. Come avrete intuito dal nome si tratta di una realtà specializzata nella produzione di fotovoltaici e accumulo di energia solare. L’obiettivo di Musk era quello di puntare da una parte alla guida autonoma, acquisendo la società tedesca Grohmann Automation e la Perbix Machine Company in Minnesota, e dall’altra sviluppare dei moduli per l’accumulo di energia da fonte solare.

La crescita della società americana fu esponenziale e nel 2017 sopravanzò a livello azionario General Motors e Ford. La gamma si allargò con il trattore stradale Semi e la nuova Roadster 2.0. Il boom della Tesla è passato anche attraverso l’acquisizione di nuove società come la Maxwell Technologies in California, la DeepScale e la Hibar Systems. Tutte realtà hi-tech specializzate nella produzione di ultra condensatori, intelligenza artificiale e nuovi produttori di batterie elettriche.

Nel 2019 è stato svelato anche il Cybertruck, ovvero un pick-up dal dubbio gusto ma, teoricamente, indistruttibile. Il concept è noto per la sua presentazione in California dove Musk mise a dura prova i vetri dell’auto, scagliando una palla in acciaio contro il finestrino. I vetri, però, si ruppero tra lo stupore generale dei presenti e l’imprenditore sudafricano si giustificò, affermando che delle prove precedenti i vetri avevano sempre resistito all’urto. Tesla, incidente shock: l’auto è praticamente distrutta.

L’uomo dietro l’origine del brand

L’azienda americana è chiamata così in onore di Nikola Tesla. Un uomo straordinario che riuscì a farsi largo nell’ambito delle scienze applicate, in particolare nel settore dell’elettro magnetismo. Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 divenne il punto di riferimento, con i suoi brevetti, del sistema elettrico a corrente alternata, della distribuzione elettrica polifase e dei motori elettrici a corrente alternata. La sua fama negli Stati Uniti crebbe a dismisura dopo una dimostrazione di comunicazione senza fili radio nel 1893.

E’ considerato il vincitore della “guerra delle correnti” insieme a George Westinghouse contro Thomas Alva Edison. Ciò che gli ingegneri attuali studiano nel settore elettrico si deve alle sue scoperte. Nikola Tesla fu insignito del ruolo di vicepresidente dell’American Institute of Electrical Engineers. Ricevette la settima Medaglia Edison nel 1917 dalla AIEE. Dal 1886 al 1928 un totale di 280 brevetti in 26 paesi.

Un genio assoluto che divenne anche molto popolare, grazie ad una immagine poco ortodossa. Presente sulle colonne di riviste come l’Electrical Experimenter e sul New York Times, non mancava di dare le proprie visionarie opinioni sulla tecnologia e sulla guerra. Nel 1943, pochi mesi dopo la sua scomparsa, una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti d’America diede a Tesla la paternità di alcuni brevetti, utilizzati per la trasmissione di informazioni via etere, tramite onde radio, attribuiti in precedenza a Guglielmo Marconi.

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