Hamilton snobbato dalla Mercedes? L’attacco è frontale

A qualche giorno di distanza dal GP del Bahrain, Hamilton è ancora furente. Le parole pronunciate sono un’accusa alla squadra.

Lewis Hamilton proprio non riesce a digerire quanto successo a Sakhir. Già a caldo il britannico non le aveva mandate a dire alla sua scuderia. Ma a freddo il suo commento sulla situazione si è fatto ancora più tranchant. Che si stia già pentendo di aver rinnovato un altro anno? Può essere, visto che dopo un 2022 difficile, le nuove prospettive, sembrano tutto fuorché esaltanti. D’altronde lo stesso responsabile del muretto Toto Wolff lo ha detto. Per riprendersi ci vorrà del tempo e andranno fatti dei sacrifici, in quanto il budget cap impedisce di investire risorse a tutta manetta sulla monoposto.

Il pilota Mercedes Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Il pilota Mercedes Lewis Hamilton (Ansa Foto)

Cercando di trovare del positivo, confessandosi al podcast della BBC Checkered Flag il sette volte iridato, ha confermato la risoluzione del porpoising, quel fastidioso saltellamento che lo scorso anno ha provocato un evidente rallentamento dell’auto, senza contare i problemi fisici per i due piloti.

La mia testa è intatta e anche i denti sono in bocca. Non ho neppure dolori alla schiena“, ha ironizzato dichiarando di essersi divertito a guidare durante la corsa, in particolare in occasione dei ruota a ruota di cui si è reso protagonista.

Ovviamente però, non tutto è filato liscio. Le prestazioni mancano e tra l’altro in maniera rilevante, motivo per cui il #44 non è andato oltre la quinta posizione.

Hamilton tuona, la Mercedes è avvisata

Alla luce di questa défaillance inaspettata, Ham ha alzato la voce. Il suo sogno sarebbe stato quello di mettere immediatamente a tacere la Red Bull dopo Abu Dhabi 2021. Tuttavia il fallimento della W13 e ora quello della W14 rendono la sua vendetta, se così la possiamo definire, un miraggio.

Nel Circus da sempre siamo abituati a sentir ripetere che le squadre sono come una famiglia. Che si vince e si perde assieme. Ma a volte, quando le cose vanno male, ci si dimentica di certe dichiarazioni e si compie l’errore di lavare i panni sporchi davanti ai media. Non certo la strategia migliore per lavorare in tranquillità.

Un esempio, da questo punto di vista ce lo ha fornito proprio l’asso di Stevenage che sfogandosi con la stampa ha affermato di aver dato delle indicazioni al gruppo tecnico nella passata stagione, evidenziando le pecche dell’auto, ma di essere rimasto inascoltato.

Un atteggiamento, questo, che lo ha ferito, in quanto gli è parso di non essere creduto. “E’ da tutta la vita che guido macchine da corsa, quindi so di cosa hanno e non hanno bisogno. Credo sia una questione di responsabilità. Dovrebbero ammettere che non hanno prestato attenzione ai miei consigli e che non è più come prima. C’è parecchio da fare adesso“, ha puntato il dito contro il suo box, reo di essere andato avanti di testa propria.

Richiamando il bisogno di un approccio sinergico e compatto, ha richiamato gli ingegneri e i meccanici della Stella a riuscirsi e ad analizzare assieme tutte le pecche di una vettura che sulla carta prometteva qualcosa di più.  “Restiamo dei pluricampioni del mondo“, ha rimarcato con un moto d’orgoglio. “Ciò significa che se le cose non sono andate alla perfezione nel recente passato e allo stesso modo sono complicate nel Mondiale, non è detto che non si possa fare progressi“, ha concluso il suo pensiero, che è uno sprone verso un garage che era stato abituato a dominare, almeno dal 2014 al 2020.

Da parte sua, quindi, una spinta morale, a differenza di quanto fatto dal boss che, palesemente ha denunciato le attuali carenze del veicolo, ovvero il carico aerodinamico e una buona risposta delle gomme.

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