Auto con motore V8: quali sono i modelli memorabili

Avere un’auto spinta da un propulsore V8 è il sogno di molti. Ecco i dieci esemplari che hanno conquistato di più il pubblico.

I motori ad alimentazione a benzina e a diesel presto diventeranno materia del passato, almeno per quanto riguarda l’Europa. Questa è almeno la direzione che la Comunità vorrebbe e dovrebbe prendere a breve , con l’obiettivo di renderla realtà entro il 2035 per ridurre l’inquinamento minimizzando le emissioni di CO2. La tematica, essendo di portata colossale, però, non smette di far discutere. E pure nei palazzi di Bruxelles, quelle che sembravano sicurezze, si sono trasformate in dubbi. Se il futuro ci riserverà soltanto unità motrici full electric resta dunque un punto interrogativo.

Nello specifico, diversi Paesi a partire dall’Italia e dalla Germania, non hanno nascosto di avere delle perplessità, sia per quanto concerne la fattibilità del processo (dove verranno messe le batterie esaurite? Come sarà possibile produrne in numeri tanto alti?), sia per l’impatto che il divieto potrebbe avere sul mondo del lavoro, con tante persone impiegate nel settore che rischierebbero di trovarsi a casa.

Ferrari 458 (Ansa Foto)
Ferrari 458 (Ansa Foto)

Nell’attesa di scoprire di che “morte dovremo morire”, meglio rinverdirsi la memoria con le auto più potenti della storia dell’alimentazione classica. Che si tratti di V12, V10 o V8, sono sempre brividi sulla pelle dei nostalgici. In questo caso ci focalizzeremo sui meno potenti tra quelli citati sopra.

Le 10 auto con V8 rimaste nel cuore degli italiani

Partiamo dalla Germania con la Audi R8. In condivisione con la RS4, il 4.2 V8 aspirato che batte sotto il cofano della prima versione di questa vettura, rappresenta uno dei principali motivi alla base del grande riscontro della supercar tedesca. Capace di scaricare sull’asfalto 420 cv, il propulsore del veicolo della Casa dei Quattro Cerchi, si distingue per essere stato costruito totalmente in alluminio. In una prima fase abbinato solamente al cambio manuale a sei rapporti, permetteva alla berlinetta di Ingolstadt di passare da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi. Nonché di toccare i 301 km/h.

Molto elegante e raffinata la BMW5 E39 è dotata di un altrettanto degno di nota 5.0 V8 aspirato, da 400 cv. A rendere questo motopropulsore un vero gioiello, oltre alle otto valvole a farfalla, una per ogni cilindro, è il doppio VANOS. Ovvero quel sistema di variazione della distribuzione che permette di regolare l’inclinazione dei due alberi a camme a seconda del numero di giri e della pressione sul pedale dell’acceleratore.

In questa carrellata impossibile non citare l’americana Chevrolet Corvette. La nota sportiva a stelle e strisce è rimasta nella storia per aver adottato l’unità small block, ideata per le vetture con cilindrate inferiori ai 6,6 litri, e big block per quelle fino a sette litri. Tra le due opzioni, la prima è senza dubbio la più amata da chi si intende di automobili. Non va poi tralasciato che ha una lunga tradizione. Dal 1954 al 2003 sono stati più di cento milioni i V8 small block prodotti dal marchio con base a Detroit.

Senza allontanarsi dagli Stati Uniti aggiungiamo alla lista la Ford Mustang. La serie nata negli anni ’60, sarebbe inconcepibile senza il V8. Attualmente gli esemplari più bramati dai collezionisti sono quelli degli inizi, spinti da propulsore small block da 4,2 litri. La ragione è da ritrovarsi nel loro essere dei pezzi se non unici, almeno rari. Anche perché molto presto vennero sostituiti dai più grandi 4.7 che avrebbero successivamente equipaggiato altri veicoli dell’Ovale Blu. Ad esempio la sportiva AC Cobra e i pick-up.

Quando negli anni ’70 sul Range Rover venne montato il V8, destò molto scalpore negli States. In quanto, in quelle zone, era ormai passato di moda. Ed invece il CEO del brand inglese Martin Hurst, in quel momento nel Nuovo Continente per un viaggio di lavoro, intuì che non poteva esserci propulsore migliore per la nuova 4×4 quale punto d’incontro tra i fuoristrada Land Rover e le berline di lusso Rover.

Anche un’italiana tra le più potenti

Allo stesso modo ci vorranno una ventina d’anni prima che la Lotus accetti di dotare la sua Esprit di un V8. Il bi-turbo con albero a camme piatto sviluppato in un primo momento per supportare ben 500 cv, vedrà ridotta la propria potenza a 350 cv nella configurazione prodotta a partire dal ’96. In ogni caso la vettura riusciva a coprire il passaggio da zero a cento in 4,8 secondi, per una velocità massima di 280 km/h.

La Porsche 928 merita una menzione, a scapito della più gettonata e ammirata 911, sua sorella maggiore, se così possiamo definirla, dotata di propulsore posteriore a sbalzo. Per merito di linea più sinuose e meno aggressive, nel diretto confronto risultava molto più di lusso, nonché confortevole nella guida. Il suo V8 andrà a braccetto con tutti i bolidi usciti successivamente dalla Casa di Stoccarda, con un progressivo aumento di cilindrata, da 4,5 a 5,4 litri e di potenza, da 240 a 345 cv.

Quando si parla di supercar dalle prestazioni importanti, non è possibile non nominare la Ferrari. E in questo caso parliamo della 458. Anche se in molti sostengono che sia 3.5 della F355 il vero capolavoro d’ingegneria prodotto da Maranello nella sua configurazione a cinque valvole per cilindro, come si osserva sulle auto del Circus. Il V8 utilizzato su questa berlinetta, sarà l’ultimo aspirato della serie e per questo rimarrà nel cuore dei fan.

Sempre in tempi abbastanza recenti, siamo infatti nel 2010, troviamo la Mercedes SLS AMG. Progettata e costruita al 100% in alluminio dal gruppo che si occupa delle competizioni, il suo V8 era da brividi al solo pensiero, a causa dei suoi 571 cv erogati. Connesso da un cambio a doppia frizione a sette marce, alle ruote posteriori, questo prorompente otto cilindri da 6,2 litri permetteva alla supercar della Stella di dare vita a prestazioni davvero notevoli. Lo scatto da fermi a 100 km/h veniva effettuato in 3,8 secondi. Mentre la velocità massima era di 320 km/h.

Per finire è il caso di citare la Dodge Charger del 1996. Un’icona per gli amanti delle poderose auto americane. Prodotta per la prima volta nel 1951, il suo V8 Hemi, così definito per le sue testate emisferiche unite a pistoni bombati nell’area superiore, consentiva una combustione più efficace e una maggior potenza rispetto alla configurazione comune.

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