Bautista da sogno: in Australia supera una leggenda Ducati

Alvaro Bautista ha disputato una stagione da sogno e in Australia ha avuto modo di poter suggellare ancora di più il suo dominio.

Ancora una volta la Superbike immortala un gioioso e festante Alvaro Bautista, con lo spagnolo che ingrana la quinta ancora una volta e si conferma sempre di più il dominatore di questo 2022 che ora può andare definitivamente in archivio, con un dato unico nella storia dello spagnolo.

Alvaro Bautista (LaPresse)
Alvaro Bautista (LaPresse)

Termina definitivamente il Mondiale 2022 della Superbike, con la Ducati di Alvaro Bautista che ha dominato in lungo e in largo la stagione, con l’Australia che ha sancito definitivamente il trionfo di Nuvola Rossa.

Una prestazione davvero sontuosa da parte dell’iberico in terra d’Oceania, con il ragazzo ex Honda che ha avuto così l’occasione di poter continuare a scrivere pagine memorabili nella storia del Mondiale di Superbike.

I cambi di regolamento degli ultimi anni hanno dato modo alla SuperPole Race di essere equiparata a tutti gli effetti a Gara 1 e Gara 2, almeno per quanto riguardano le statistiche finali anche se i punti vengono dimezzati, per questo motivo lo spagnolo ha ingranata la quinta marcia quest’anno.

Non c’è stata la partenza lanciata che avvenne nel 2019 per Alvaro Bautista, un’annata che sicuramente porterà con sé sempre grandi rimpianti, ma che ora può essere definitivamente cancellata dalla memoria dello spagnolo.

Quest’anno è stato in grado di diventare campione del mondo per la prima volta in carriera in Superbike, dimostrandosi come un pilota spettacolare e anche molto continuo, capace di gestire come pochi la gara.

L’Australia era l’ultima tappa del Mondiale, con Alvaro che si presentava già da campione del mondo, con il suo obbiettivo che era quello di poter ampliare ancora di più il suo mito e la sua leggenda.

La prestazione in Oceania è stata davvero sensazionale, con le vittorie in SuperPole Race e Gara 2 che gli permettono di chiudere la stagione con un totale di 16 trionfi in pista e così ha avuto modo di superare i 15 di Carlos Checa nel 2011.

Si tratta di un risultato sensazionale che deve però essere letto tra le righe, perché anche nel 2019 Bautista riuscì a vincere in totale 16 gare, con la prima parte della stagione che fu trionfale, ma in quel caso a laurearsi campione del mondo fu Jonathan Rea.

Dunque Alvaro entra nella grande élite della storia della Ducati in Superbike superando l’ultimo grande campione di Nuvola Rossa, ma rimanendo ancora distante solamente una lunghezza da colui che mantiene il suo record di vittorie con la casa emiliana.

Il migliore di sempre infatti è stato lo statunitense Doug Polen nel 1991, anno in cui vinse per la prima volta il Mondiale della Superbike, e fu semplicemente sensazionale, perché in sole 26 gare ne vinse ben 17.

Quello del nordamericano risulta essere il più largo trionfo nella storia della Ducati, con Bautista che dunque ci riproverà l’anno prossimo a scalzare la leggenda di Detroit nel ruolo di più vincente di sempre nella storia di Nuova Rossa in Superbike.

Bautista meglio di Checa: Polen è ancora numero uno

Ovviamente i Mondiali non si vincono solamente con i successi nei Gran Premi, anzi bisogna essere intelligenti nel saper gestire le prestazioni più difficoltose cercando di portare a casa quanti più punti possibili.

Nella storia della Ducati infatti Bautista ha vinto 16 gare sia nel 2019 che nel 2022, peccato che un anno arrivò secondo e solo quest’anno è stato il dominatore, ma andiamo ora insieme a vedere come è la classifica della casa di Borgo Panigale nella storia della Superbike.

Come detto dunque il miglior di sempre è stato Doug Polen nel 1991 con 17 vittorie, mentre al secondo posto si stanzia Bautista a quota 16, ma subito dopo?

Al terzo posto c’è Carlos Checa che nel 2011 vinse con un totale di 15 successi, mentre subito al di sotto del podio c’è un grande duo nella storia della Ducati a quota 13.

Nel 1995 Carl Fogarty vinse il suo secondo Mondiale annientando la concorrenza con 13 successi e lo stesso lo fece nel 2003 Neil Hodgson, con il britannico che vinse solo in quella edizione, ma fu dominante.

Tra coloro che hanno saputo sempre ben figurare in Superbike non si può non citare Troy Bayliss, con l’australiano che vinse in 12 circostanze nel 2006, mentre furono 11 i successi del 2008, esattamente come per Fogarty nel 1999.

Ancora in doppia cifra troviamo il fenomenale Fogarty, con il 1994 che lo portò per la prima volta in cima al mondo grazie ai suoi 10 successi in gara, mentre in diverse circostanze il trionfo è stato molto risicato.

Nel 1992 faticò molto di più Doug Polen per confermarsi campione del mondo, dato che ottenne nove trionfi, ma furono ancora più sul filo di lano i trionfi del 1996 per Troy Corser, con sette vittorie, e nel 2001 per Troy Bayliss, con sei, eppure c’è chi ha fatto peggio.

Sembra impossibile ma Carl Fogarty nel 1998 e James Toseland nel 2004 furono eccezionali nella gestione delle gare e nell’entrare sempre in zone punti rischiando il minimo, perché entrambi vinsero solamente tre gare a testa, con il primo che superò la Honda di Slight di 4,5 punti, mentre il secondo ebbe la meglio del compagno Laconi per 9 lunghezze.

Insomma la storia della Superbike e della Ducati oggi ha avuto modo di diventare sempre più leggendaria grazie ad Alvaro Bautista.

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