Ferrari, c’è già l’allarme sul 2023? A Maranello aleggia il terrore

La Ferrari deve trovare il modo di risolvere i suoi guai in chiave 2023, altrimenti anche la prossima stagione sarà un incubo.

In casa Ferrari si prepara il Gran Premio del Messico, tappa dove il Cavallino manca all’appuntamento con la vittoria dal lontano 1990, ai tempi di Alain Prost e di una vecchia configurazione del tracciato prima delle modifiche moderne e del ritorno su questo impianto. La Rossa ha fatto segnare due pole position in tempi recenti, con Sebastian Vettel nel 2017 e Charles Leclerc un paio di anni più tardi.

Ferrari F1-75 (ANSA)
Ferrari F1-75 (ANSA)

Purtroppo, come troppo spesso accade, non si è poi riusciti a trasformarle in vittoria, con il tedesco che ha chiuso terzo nel 2019 e quarto nel 2017, anno in cui sul podio ci finì Kimi Raikkonen ma sul gradino più basso. La Red Bull e la Mercedes sono le vere e proprie padrone dell’epoca moderna, avendo trionfato da queste parti per tre volte ciascuno.

Max Verstappen ha dominato nel 2017, 2018 e 2021, mentre Lewis Hamilton ha incassato il bottino nel 2016 e nel 2019. La prima edizione andò invece a Nico Rosberg nel 2015, ed ora è arrivato il momento di rividere una Ferrari competitiva su questo circuito, che tecnicamente ben si sposa con le caratteristiche della Rossa.

Per quello che riguarda la qualifica, verrebbe quasi da dire che Leclerc e Carlos Sainz avranno vita facile, visto che nel secondo e nel terzo settore potrebbero avere una monoposto abbastanza superiore alla Red Bull sul giro secco, una situazione che poi andrà verosimilmente a ribaltarsi poi in gara.

Questo è il grande problema della Scuderia modenese, che ha del tutto perso la bussola in termini di gestione delle gomme. Vi ricordate il Gran Premio del Bahrain? Verstappen tentò diverse volte di attaccare Leclerc per il primo posto, ma dopo 3-4 giri di inseguimento era costretto ad alzare i piedi per un degrado eccessivo, lamentandosi via radio che le sue coperture erano distrutte.

La situazione ha iniziato a ribaltarsi già da Imola, dove la RB18 alleggerita di diversi chili ha letteralmente dominato a casa del Cavallino, con una doppietta che ha riaperto il mondiale dopo una fuga iniziale di Leclerc. Da quel momento in poi, l’olandese ed il team di Milton Keynes ci hanno messo solo un mese per riprendersi il comando nelle due classifiche iridate, con il sorpasso che si è materializzato a Barcellona.

Contro ogni pronostico, questo campionato non ha più avuto nulla da dire, e già da Baku si era capito che le cose erano andate chiaramente in direzione della Red Bull, con la Rossa condannata da errori tattici e problemi di affidabilità. Un problema ancor più serio è sorto da Spa-Francorchamps in poi, con la perdita di performance che paura in vista del prossimo anno.

Ferrari, allarme rosso a Maranello in chiave 2023

In Ferrari è il momento delle decisioni fondamentali, quelle che determineranno il destino del prossimo campionato. Il consumo delle gomme è un cruccio ormai da troppi anni, ed in molti hanno puntato il dito su uno schema sospensivo ormai obsoleto, ed è per questo che si sta pensando ad una completa rivoluzione.

Il passaggio alla sospensione Multi link ed al pull rod che ha adottato la Red Bull è un’opzione ben presente sul tavolo, ma è chiaro che si tratta ancora solo di un’idea e che ci sarà molto da ragionare. A Maranello hanno già esperienza su questa tecnologia, visto che venne utilizzata tra il 2012 ed il 2015, anche se con meno successo rispetto a quanto visto sulla RB18.

La Ferrari deve trovare la soluzione, e proprio la parte relativa alle sospensioni ed alla loro rigidezza sembra essere quella in grado di fare la differenza. Un altro fattore è quello dell’efficienza aerodinamica, aspetto nel quale il Cavallino è in chiaro ritardo rispetto alla Red Bull.

Max Verstappen ha avuto diversi duelli in cui si è ritrovato accanto a Charles Leclerc, e fatta salva la sua incredibile abilità nei sorpassi, ha avuto un compito troppo facile considerando la strabiliante velocità di punta della sua RB18. Il concetto di monoposto studiato da Adrian Newey si è rivelato quello vincente, e la sensazione è che la Red Bull fosse dietro ad inizio anno solo per via del peso extra, che poi è stato rimosso.

In conclusione, Mattia Binotto, Enrico Cardile e tutto lo staff tecnico non passeranno un inverno facile, visto che il tanto annunciato ritorno in auge nel 2022 si è trattato di un fallimento, visto che sono arrivate meno vittorie rispetto al biennio 2017-2018, con troppe battute di arresto ed anche guai tecnici. La sensazion è che per questo gruppo di lavoro, il tempo sta ormai per scadere sul serio.

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