Espargarò e lo scomodo paragone con l’Aprilia: non gli va giù

La matematica dice che Aleix Espargarò è ancora in lotta per il Mondiale a due GP dalla fine, ma lo spagnolo mastica amaro.

Ad un passo dal sogno ma anche ad un passo dall’addio da questo. Aleix Espargarò infatti sta vivendo questo finale di stagione ad alta tensione con una certa apprensione. Dopo la vittoria a inizio anno in Argentina, lo spagnolo e l’Aprilia si sono ritrovati, GP dopo GP, a vivere lì davanti il sogno Mondiale. Una cosa incredibile solo a pensarla a bocce ferme prima dell’inizio dell’anno. E invece la moto italiana si è dimostrata una delle più costanti ad alto livello della classe regina. Tra Portogallo e Mugello quattro podi di fila, poi sei gare tra top ten e top five, prima del terzo posto ad Aragon. Risultati che gli hanno permesso di rimanere sempre lì, ad un passo dal leader Fabio Quartararo.

Aleix Espargarò (ANSA)
Aleix Espargarò (ANSA)

Nelle ultime settimane però per Espargarò e Aprilia sono arrivati risultati al di sotto delle aspettative, con il solo nono posto in Australia a salvare la situazione. Però il leader della generale, ora Pecco Bagnaia, rimane incredibilmente lì, a 27 punti. Le chance iridate sono vive, ma a Sepang servirà qualcosa di più di un miracolo per riaprire i conti in suo favore. E forse aumenteranno i rimpianti per quanto accaduto durante la stagione, con diverse occasioni sprecate dall’iberico per via di errori personali ma anche del box, vedi i problemi tecnici delle ultime gare.

Più di tutti fa male quell’errore a Barcellona che lo ha portato ad esultare con un giro d’anticipo un podio, poi regalato agli avversari. Un episodio clamoroso che ha inciso forse sul morale dello spagnolo, che poi si è portato dietro il peso di quanto accaduto per diverso tempo.

Espargarò e quel paragone che non sta in piedi

La realtà però è che l’Aprilia RS-GP è sì forte ma ancora non al livello di Ducati e Yamaha in certi frangenti, e i risultati sono lì a dimostrarlo. Manca ancora quello step in più per poter essere ogni domenica davanti per lottare per la vittoria. E in un Mondiale come quello di quest’anno più che la costanza di rendimento (che fece le fortune di Joan Mir nel 2020) servivano degli exploit maggiori per poter essere ancora realmente della partita. Perché è vero, la matematica è ancora dalla parte dello spagnolo e della casa di Noale, ma al momento la moto non è così al top per lottare per certi traguardi.

Lo ha ammesso anche lo stesso Espargarò alla vigilia del GP di Malesia: “È divertente perché non molto tempo fa, tre, quattro mesi fa, tutti dicevano che l’Aprilia era la ‘nuova Ferrari’. So che abbiamo migliorato molto la moto. Ma non è per niente al livello della migliore moto in griglia, non è mai stato così”. Insomma una dichiarazione che sa di resa, conscio del fatto che ormai sono solo due quelli realmente che posso giocarsi il titolo a questo punto della stagione.

Ad oggi, ha ammesso il pilota, c’è sol oda fare i complimenti alla concorrenza. E in particolare a una casa: “La Ducati ha commesso tanti errori ad inizio anno e li sta pagando ancora oggi. Ma i risultati di oggi della Ducati… per noi sono umilianti“. Ma poi Aleix rivolge lo sguardo in Aprilia e, dopo i soli 12 punti raggranellati negli ultimi tre round del campionato, ammette: “È ridicolo se vuoi lottare per il titolo ottenere così poco”.

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