MotoGP, Ducati e i giochi di squadra: badilata dell’ex pilota

Max Temporali ha espresso il suo pensiero sul dibattuto tema degli ordini di scuderia della Ducati in MotoGP.

Da qualche gran premio si parla puntualmente dell’atteggiamento in gara degli altri piloti Ducati nei confronti di Francesco Bagnaia. Quest’ultimo si sta giocando il titolo MotoGP e pertanto possono esserci i famosi “ordini di scuderia”, con i colleghi di marchio che possono in qualche modo agevolarlo in determinate situazioni.

Gigi Dall'Igna Ducati (Ansa Foto)
Gigi Dall’Igna (Ansa Foto)

Dai vertici di Borgo Panigale è arrivato l’input di non ostacolare Pecco, di usare la testa ed evitare rischi. Ciò non impedisce a un pilota di poter vincere una gara, come successo ad Enea Bastianini ad Aragon battendo proprio lui. E neanche di potergli arrivare davanti, come ha fatto Jack Miller a Buriram.

Proprio in Thailandia è anche capitato che Johann Zarco arrivasse dietro al rider piemontese e non lo attaccasse. In un primo momento era molto vicino e sembra intenzionato a provarci, poi ha desistito e si è limitato a controllare Marc Marquez. Rinunciando a provare un sorpasso, si è accontentato di arrivare quarto e non ha soffiare il podio a compagno di marchio. Il francese ha ammesso che essendoci Bagnaia davanti, non ha voluto rischiare. Jorge Martin ha dichiarato che lui, invece, avrebbe attaccato.

MotoGP, gli ordini di scuderia Ducati: parla Max Temporali

Max Temporali, ex pilota e oggi commentatore Sky Sport delle gare Superbike, ha scritto un post sulla sua pagina Facebook in merito al tema tanto discusso: “I giochi di squadra non piacciono a nessuno, nemmeno alle squadre stesse. Anche perché la collaborazione tra due piloti ha spesso un costo. In passato abbiamo assistito a teatrini eclatanti, con bruschi rallentamenti a pochi metri dal traguardo per lasciare sfilare il compagno di squadra. Oggi le strategie sono più discrete, gli aiuti sono più o meno velati”.

Temporali mette in evidenza ciò che significa per un pilota accettare di farsi superare oppure di non superare: “Un pilota che cede una posizione in gara, è un pilota ferito che al mondo vorrebbe urlare: ‘potevo arrivargli davanti, perché ero più veloce…’. Rinunciare alla velocità è contro natura (…). Chi sacrifica la propria prestazione per il bene di un collega, la vive come una forma di violenza su sé stesso”.

Al tempo stesso, sottolinea anche l’altro lato della medaglia, ovvero di chi viene favorito da un gioco di squadra, e invita Ducati a gestire la situazione del modo corretto: “Forse è anche peggio per chi l’aiuto lo riceve, che accetta di subire una ‘ragionevole umiliazione’, ma non dovrebbe mai essere disonorato da un’ammissione pubblica del compagno di squadra, di marca, di merende… Se si vuole fare ‘gioco’, che sia almeno elegante e silenzioso: noi da fuori dovremmo solo averne il sospetto. Un pilota non cercherebbe mai aiuto, e mai lo vorrebbe dare”.

Condividibili le considerazioni di Temporali, si parla troppo di questa dinamica e finché lo fanno i giornalisti è un conto, quando poi è Ducati stessa a parlarne e lo fanno pure i piloti non è esattamente la cosa migliore. Si rischia di togliere un po’ di valore a quanto sta facendo Bagnaia durante questa stagione.

I giochi di squadra possono non piacere, è legittimo, ma nella stessa situazione di Ducati qualunque marchio darebbe un’indicazione agli altri piloti con il fine di evitare rischi per chi sta lottando per il titolo. Non c’è nulla di anomalo, basta fare le cose in un modo elegante e senza episodi teatrali come quelli che ad esempio si sono visti in passato in F1. Molti ricorderanno Rubens Barrichello che in Ferrari si scansava in modo palese per far passare Michael Schumacher. Questo non ci piace e siamo sicuri che non lo vedremo.

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