L’approdo in F1 del Gruppo Volkswagen se da un lato incrementa la credibilità dello sport, dall’altro spaventa gli attuali iscritti.
Nelle scorse settimane Volkswagen ha reso nota la propria disponibilità a far entrare nel Circus due dei suoi marchi come Porsche e Audi, a partire dal 2026, anno in cui è in piano la rivoluzione motoristica nella massima serie.
Ma se il patron della F1 Stefano Domenicali e con lui molti altri, plaudono all’ingresso delle due Case quale viatico per rafforzare l’immagine di una categoria che per diverso tempo ha sofferto, c’è chi teme scorrettezze sottobanco. In pratica, alcuni temono che, provenendo dallo stesso tetto, le new entry possano coalizzarsi ed andare oltre il limite di spesa dettato dalla FIA.
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Al momento il modo in cui si concretizzerà l’inserimento è ancora un interrogativo, specialmente per quanto concerne l’ipotetico legame con Red Bull, eppure, qualche team attualmente in griglia si sta preoccupando.
L’amministratore delegato della ex Renault Laurent Rossi, pur avendo definito positiva questa notizia, ha sostenuto che potrebbero crearsi degli svantaggi. “Dobbiamo prestare attenzione a un paio di aspetti“, ha confidato a Motorsport.com. “Abbiamo bisogno di assicurarci che le due realtà siano effettivamente separate“.
“Per favorire l’entrata di nuovi costruttori, questi potrebbero avere il coltello dalla parte del manico“, ha proseguito. E in effetti non va dimenticato che nelle trattive con la Federazione, i marchi germanici hanno fatto in modo di ottenere delle modifiche al regolamento così da dover faticare di meno e soprattutto spendere in maniera relativa per la costruzione della complessa power unit.
“Credo sia lo stesso assillo per la maggior parte degli iscritti, ma soprattutto per noi come team di lavoro, in quanto abbiamo investito miliardi per le PU della Losanga“, ha ribadito denunciando le proprie perplessità.
“Non è giusto che se arriva qualcuno, questi faccia la parte del leone solo perché si trova il tappeto rosso steso davanti a sé. Un atteggiamento simile potrebbe sconvolgere il nostro modello di business, mettendo a rischio molti posti di lavoro“, ha concluso buttandola in un certo senso sul drammatico.