Ferrari, ecco i segreti della power unit: soluzioni molto estreme

La Ferrari deve ancora spingere al massimo la propria power unit, che già rivelato un potenziale altissimo. Scopriamone qualcosa.

La nuova Ferrari F1-75 ha già regalato delle grandi soddisfazioni ai propri tifosi. Charles Leclerc ha vinto il Gran Premio del Bahrain davanti a Carlos Sainz, per poi chiudere al secondo posto in Arabia Saudita alle spalle della Red Bull di Max Verstappen. La classifica del mondiale sorride al monegasco che comanda con 45 punti, seguito dai 33 dello spagnolo e dai 25 dell’olandese.

Ferrari F1-75 (LaPresse)
Ferrari F1-75 (LaPresse)

Tra i costruttori, il Cavallino comanda con 78 punti su 88 disponibili, con 40 lunghezze di margine sulla Mercedes e 41 sulla Red Bull. Il team di Milton Keynes paga il doppio ritiro di Sakhir, ma a Jeddah ha dimostrato che sarà assolutamente della partita per il titolo mondiale.

La Ferrari ha messo in mostra un grande potenziale per quanto riguarda la parte telaistica, facendo la differenza nel settore centrale alla prima gara e nel primo in Arabia Saudita. Per quanto riguarda il discorso power unit, si vocifera che il Cavallino non abbia ancora spremuto tutti i cavalli, per evitare dei piccoli problemi di affidabilità che si sono verificati al banco sulle mappature più spinte.

Da questo punto di vista, neanche la Honda è tranquilla. L’AlphaTauri di Pierre Gasly ha subito un’esplosione eloquente in Bahrain, mentre sulla monoposto di Yuki Tsunoda sono andati in fumo ben due propulsori a Jeddah, impedendogli anche di prendere parte alla gara.

Tra le notizie positive per la Red Bull c’è una chiara superiorità rispetto alle Rosse in termini di velocità di punta. La scorsa settimana, Verstappen e Sergio Perez hanno toccato i 334 km/h, mentre Leclerc e Sainz non sono andati oltre i 327. Oltre al discorso motore, c’è anche un altro aspetto da considerare quando si parla di top speed.

La RB18 è apparsa più efficiente dal punto di vista aerodinamico, essendo una monoposto con meno drag rispetto alla monoposto di Maranello. In più, il team di Milton Keynes ha deciso di utilizzare delle ali posteriori più scariche a Jeddah, e tutto ciò ha fatto la differenza nel duello per la vittoria che alla fine ha favorito il campione del mondo.

Ferrari, ecco qualche segreto della power unit

La Ferrari ha lavorato molto a lungo sul Superfast, il nuovo motore montato sulla F1-75 per riportare il titolo mondiale a Maranello. Delle ottime performance di questa unità propulsiva ne hanno approfittato anche Haas ed Alfa Romeo Racing, con Kevin Magnussen che ha chiuso a punti in entrambe le gare giungendo quinto a Sakhir e nono a Jeddah.

Sulle colonne di “Motorsport.com” è comparsa un’analisi della power unit 066/7, detta anche Superfast, sulla quale l’entourage diretto da Mattia Binotto ha lavorato per mesi nella speranza di presentarsi competitiva dopo anni di sofferenze. I motoristi di Enrico Gualtieri hanno portato delle soluzioni molto innovative, che hanno portato la Ferrari a raggiungere e, forse, superare Mercedes ed Honda.

Uno degli aspetti più interessanti è legato al sistema di aspirazione: all’interno del cassoncino ci sono dei condotti a geometria variabile piuttosto lunghi, situati a monte del plenum. Questa è una delle spiegazioni all’ottima trazione della Rossa, che tuttavia ha mostrato anche delle buone doti in velocità massima, nonostante un drag molto accentuato.

Come si è visto benissimo in Bahrain, la trazione è uno degli elementi che ha fatto la differenza. Nel “lap comparison” della qualifica tra Charles Leclerc e Max Verstappen, si vede benissimo come il monegasco sia riuscito a costruire la sua fortuna in uscita dall’ultima curva.

La Rossa #16 era giunta in quel punto con un decimo di ritardo dalla RB18, tagliando il traguardo con ben due decimi di vantaggio. Questa caratteristica potrà fare la differenza anche a Melbourne, mentre Jeddah è una di quelle piste dove la trazione e la coppia della power unit facevano la differenza in maniera minore.

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