Mercedes insoddisfatta? Da Brackley le prime paure sulla F1 2022

I nuovi carburanti E10 hanno comportato una sfida ulteriore per i team di F1. E a parlare delle difficoltà emerse è stata la Mercedes.

Si stanno scoprendo le prime vetture del Mondiale 2022. Una scommessa in termini di progetto, visti i cambi di regolamento, che vedremo tra qualche settimana dove ha portato ogni team e se le carte si saranno davvero rimescolate o i valori in campo saranno sempre gli stessi delle ultime stagioni. Tra le grandi sfide di quest’anno c’è anche quella dell’introduzione dei carburanti E10, per una svolta non totalmente green della F1 ma che rappresenta un primo passo verso un futuro più sostenibile.

Hamilton in pista con la Mercedes nel 2021 (foto di Lars Baron/Getty Images)
Hamilton in pista con la Mercedes nel 2021 (foto di Lars Baron/Getty Images)

Le nuove benzine saranno composte al 90% da combustibile fossile e al 10% da etanolo, e questo ha comportato un maggior lavoro in sincronia tra i reparti responsabili della progettazione e sviluppo delle power unit con i fornitori di carburanti. Perché un passaggio del genere crea ovviamente problemi. E visto che le power unit saranno congelate fino al 2025, non azzeccare il lavoro su questo elemento potrebbe davvero essere un problema enorme per le scuderie.

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Mercedes e la sfida dei nuovo carburanti

Tutti in questi mesi hanno espresso i loro dubbi e le preoccupazioni per lo sviluppo di power unit che dovranno utilizzare nuovi carburanti. Tra le prime case a lanciare l’allarme la Honda, ma anche la Mercedes ha voluto spiegare questa nuova sfida, non nascondendo nulla di quanto questo processo sia rischioso. E lo ha fatto attraverso i propri social, dove ha parlato l’amministratore delegato Mercedes High Performance Powertrains, Hywel Thomas.

In particolare ha raccontato come aumentando la percentuale di etanolo come componente del carburante, questo particolare abbia influito sulle prestazioni del propulsore tedesco. E ha confermato come questa sia stata “un’impresa notevole” e che non si dovrebbe sminuire il grande lavoro che ha richiesto la produzione di un nuovo carburante per i propri motori di F1.

Nelle scorse ore era stato il responsabile dello sviluppo del motore Honda, Yasauki Asagi, ad affermare che il pericolo, almeno iniziale, per i team era quello di avere power unit meno potenti rispetto a quelle viste nella scorsa stagione. Ma Thomas ha sviato questo punto per puntare tutto su un particolare che sembra essere stato sottovalutato da tanti addetti ai lavori e osservatori, ossia il fatto che la F1, con questi nuovi carburanti, va sempre più verso al direzione di uno sport più “green”.

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“E’ vero, in questa era ibrida le componenti bio nei carburanti ci sono sempre state, ma adesso abbiamo alzato l’asticella, portando la percentuale dal 5 al 10%. E non è qualcosa di piccolo ma un bel balzo in vanti, perché così facendo il motore reagirà in modo leggermente diverso rispetto a prima”.

Poi ha ammesso: “Ci sono alcune aree per le quali siamo davvero soddisfatti, mentre altre per le quali, in tutta sincerità, lo siamo decisamente meno”. E per questo il lavoro si concentrerà ora sull’hardware della power unit, per massimizzare i punti di forza e minimizzare i possibili difetti. Ma basterà alla Mercedes per rimanere davanti a tutti? Lo vedremo tra qualche settimana.

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