Valentino Rossi riflette sulla carriera: “Il mio orgoglio. E la mia maledizione”

Alla stampa Valentino Rossi si è soffermato anche su cosa ha rappresentato lui per questo sport. E ha rivelato anche i suoi nuovi obiettivi

Valentino Rossi con le sue moto iridate (Foto account Twitter MotoGP)
Valentino Rossi con le sue moto iridate (Foto Twitter/MotoGP)

Durante la conferenza stampa fiume andata in scena a Valencia per quello che sarà l’ultimo atto da pilota MotoGP, Valentino Rossi è tornato a parlare della sua carriera. E non h nascosto un po’ di emozione.

Valentino Rossi, una carriera unica

Diversi giornalisti hanno cercato di capire le sensazioni del Dottore prima di questa ultima “recita” nel Motomondiale. Ed è emerso quanto abbia dato al mondo delle due ruote: “Tantissime persone hanno iniziato a seguire la MotoGP per seguire la mia carriera, questo sport è diventato più famoso in tutto il mondo“, ha ammesso Valentino Rossi. “Sono diventato qualcosa di diverso negli anni, una sorta di icona, questo è stato un grandissimo piacere. Per un pilota conta più il risultato, ma questa è stata la cosa migliore della mia carriera”.

“I risultati mi hanno ovviamente soddisfatto, ma il fatto che la MotoGP sia diventata un fenomeno più grande”, ha continuato, “aver aiutato a migliorarlo, a far sì che anche tantissimi giovani e non solo andassero a seguire le gare è una bellissima sensazione di cui vado orgoglioso”.

Una carriera contrassegnata anche dai numeri. E se domenica, 14/11/21, la cui somma fa 46, è solo l’ultima delle coincidenze, il campione di Tavullia ha ricordato anche un altro numero a cui è legato: “Sono stato in grado di correre a un buon livello anche dopo il nono titolo, sarebbe stato importante vincere il decimo, sarebbe stato come chiudere il cerchio, ma è andata così. Anche il nove rientra spesso nei miei numeri. C’è anche la maledizione del nove, sarebbe stata meglio non averla… Ma è andata così. Non mi lamento, ho fatto una carriera molto lunga, già lottare per la vittoria è sempre un enorme divertimento”.

L’eredità di Vale

Queste gare, dopo l’annuncio fatto in Stiria, hanno fatto capire anche al campione di Tavullia quello che ha rappresentato per questo sport: “In questi ultimi mesi ho cominciato a capire meglio cos’ho fatto in questi anni, prima ero sempre in un tunnel, in una dimensione chiusa”, ha ammesso Valentino Rossi. “Quando sei lì è difficile capire cosa sia accaduto intorno a te, sei sempre estremamente concentrato. Ma è anche bello vedere tutto dall’esterno, sono orgoglioso di quello che ho fatto“.

E ha concluso: “A volte nel corso degli anni ho pensato di essere alla fine della carriera, soprattutto dopo il 2012, ma poi ho corso per altri 10 anni. Questa storia che non finisce mai è un bel concetto, anche se poi finisce. I sogni che mi restano? Avere una bella vita, divertirmi, restare sulle piste, ma non ho un sogno particolare. Il mio sogno era diventare campione del mondo della MotoGP e l’ho realizzato”.

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Rossi durante la conferenza stampa (Foto account Twitter MotoGP)
Rossi durante la conferenza stampa (Foto account Twitter MotoGP)
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