“Ferrari, fai così”: i consigli dei grandi ex del Cavallino per uscire dalla crisi

Quattro grandi ex della Ferrari (Cesare Fiorio, Mauro Forghieri, Ivan Capelli e Gerhard Berger) danno la loro ricetta per superare il momento nero

Charles Leclerc in pista al Gran Premio del Belgio di F1 2020 a Spa-Francorchamps (Foto Ferrari)
Charles Leclerc in pista al Gran Premio del Belgio di F1 2020 a Spa-Francorchamps (Foto Ferrari)

Quattro grandi ex della Ferrari analizzano le ragioni della crisi in corso in questo Mondiale di Formula 1 2020 e danno i loro consigli per uscirne al più presto nel prossimo futuro. Li ha interpellati la Gazzetta dello Sport nel suo numero di oggi, e la sorpresa è che la ricetta individuata è molto simile tra tutti loro.

Il primo è Cesare Fiorio, direttore sportivo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Il manager torinese identifica le origini del crollo nella scomparsa dell’ex presidente Sergio Marchionne: “Negli ultimi mesi in cui era ancora in vita, la Ferrari andava forte quanto la Mercedes e lottava per il Mondiale”, spiega ai microfoni della Rosea. “La sua scomparsa ha fatto precipitare tutto. Lui aveva preso in mano la squadra, anche se il team principal era Arrivabene“.

Troppe responsabilità per Binotto

La scelta di Mattia Binotto per sostituirlo non è stata quella più giusta, secondo Fiorio: “Adesso servirebbe un direttore sportivo puro e semplice per guidare la squadra. Ritengo Binotto un grande direttore tecnico, costretto dalla situazione a fare il manager: sta imparando in fretta, ma così è venuto a mancare il suo apporto nello sviluppo della macchina”.

Anche Gerhard Berger, per due volte pilota della Rossa, mette in discussione la figura di Binotto: “Sta facendo bene il suo lavoro, ma si ritrova di fatto a guidare la Ferrari a livello politico, manageriale e tecnico, una cosa impossibile. Per gli stessi ruoli, alla Mercedes ci sono tre persone e pure alla Red Bull, con Horner, Marko e Newey. Anche nell’epoca d’oro della Ferrari erano in tre: Todt, Brawn e Byrne. Perciò Binotto ha bisogno di supporto”.

Ferrari ingaggi tecnici esterni

La soluzione sarebbe quella di fare campagna acquisti: “Servono i migliori in ogni ruolo chiave, a prescindere dal passaporto. La Ferrari degli anni 2000 insegna anche in questo senso”. Concorda con lui anche un altro ex pilota ferrarista, Ivan Capelli: “Mi sembra che il percorso intrapreso qualche anno fa promuovendo le risorse interne, come voleva Marchionne, oggi abbia esaurito la sua spinta”.

Della stessa opinione anche Mauro Forghieri, storico direttore tecnico del Cavallino rampante negli anni ’70. “Binotto è valido, ma ha troppe responsabilità”, afferma. “Mi auguro che lo sappiano aiutare, perché altrimenti c’è il rischio che si bruci e sarebbe un errore. In questo momento credo che alla Ferrari ci sia confusione”. Il dubbio è se Maranello riuscirà ad attirare davvero cervelli dall’estero: “Non è detto che i tecnici esterni accettino le offerte della Ferrari, perché bisogna affrontare più pressioni di una squadra ‘normale’ e non è facile sopravvivere. Vale anche per i piloti”.

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Sebastian Vettel in pista al Gran Premio del Belgio di F1 2020 a Spa-Francorchamps (Foto Ferrari)
Sebastian Vettel in pista al Gran Premio del Belgio di F1 2020 a Spa-Francorchamps (Foto Ferrari)
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