Le auto a idrogeno non hanno ancora preso il largo sulle nostre strade, tuttavia la curiosità in merito ai consumi è tanta.
In un mondo che si interroga sul riscaldamento globale e su come limitare le emissioni senza mortificare le prestazioni delle auto, le Case costruttrici sono impegnate nell’ambito della ricerca a trovare risposte alle domande che noi comuni mortali ci poniamo. Nei nostri articoli, l’attenzione è caduta spesso sulle auto a pile, sui consumi e sui vantaggi. Oggi lo sguardo si volge sulle auto ad idrogeno, in modo da tenervi informati sulle possibilità di questa alternativa all’elettrificazione, passando appunto attraverso una conoscenza e una consapevolezza del potenziale dell’idrogeno e dei consumi relativi.
Scopriamo cosa il mercato dell’auto offre, consumi e prezzi. In Italia sono attivi, per ora, pochissimi distributori di idrogeno purtroppo, uno si trova a Bolzano, gestito dall’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche. Le auto in circolazione sono poche: la berlina Toyota Mirai è un ammiraglia e costa 75.900 Euro e il SUV Hyundai Nexo, invece, a partire da 78.300 euro. Quest’ ultima vanta un’autonomia di 666 Km e 5 anni di garanzia con chilometraggio illimitato. Due listini che non sono astronomici se si guardano i vantaggi e consumi.
I reali valori delle auto a idrogeno
Un’auto a idrogeno consuma circa 1 kg di idrogeno ogni 100 km. Al momento il costo medio dell’idrogeno è di circa 10 € al kg, il che si traduce in un costo di circa 10 centesimi al chilometro. I colleghi di AlVolante.it, dopo un test, hanno riscontrato che la Mirai è riuscita nell’impresa di completare 1.003 km con un solo pieno di idrogeno. Secondo quanto riportato, il consumo medio è stato di 0,55 kg per 100 km. In questo scenario con 10 euro si possono affrontare con la giusta accortezza e un piede leggero sull’accelleratore tra i 125 km e 140 km.

Questi veicoli convertono l’energia chimica dell’idrogeno in energia meccanica, questo può avvenire nei seguenti modi: HICEV (Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle), quindi bruciandolo in un motore a combustione interna; FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle), quindi facendolo reagire con l’ossigeno in una pila a combustibile, producendo elettricità. L’efficienza o rendimento delle pile a combustibile può essere molto alta; alcuni fenomeni però, come la catalisi e la resistenza interna, pongono limiti pratici alla loro efficienza. C’è ancora molta strada da percorrere nell’ambito della ricerca, ma si è molto vicini a trovare le risposte giuste per una mobilità sempre più green.