Ferrari Dino 246, l’auto della tragedia: la triste storia legata a quest’auto

La vettura ha rappresentato un momento di grande dolore per Enzo Ferrari, il fondatore del marchio del Cavallino. La storia è un vero dramma.

Vi sono vetture che hanno un significato profondo. Il Commendatore di Modena non era un uomo banale ed ogni sua scelta era dettata dalla passione. Il cuore prima del business con il sogno di costruire, con l’auto successiva, sempre un nuovo capolavoro. Enzo Ferrari è stato un uomo rivoluzionario ed ogni suo gesto ha influenzato l’industria delle auto sportive.

La magnifica Ferrari Dino 246
Ferrari Dino (Adobe) tuttomotoriweb.it

Tutti conosciamo l’attuale vice presidente della casa modenese, tale Piero Ferrari. Quest’ultimo è nato da un rapporto extraconiugale, mentre Dino era nato dalla relazione con la prima moglie Laura Garello. Dino sarebbe stato l’erede dell’impero Ferrari. Purtroppo il destino è stato atroce per lui. Nato a Modena nel 1932, Dino era affetto da distrofia di Duchenne e morì a soli 24 anni. Per il Drake fu un dramma.

Dopo la scomparsa del primogenito, avvenuta a Milano nel 1956, in sua memoria fu ideato un marchio automobilistico. A Dino Ferrari è stata attribuita la progettazione del motore V6 di 1.986 cc, creato per la partecipazione della Scuderia Ferrari alle gare di Formula 2. Non solo marchi e motori, al Salone di Torino nel 1969 fu svelata la Dino 246, una vettura da sogno, nata per sfidare la 911.

Le caratteristiche della Ferrari Dino

La 246 era una evoluzione della 206, diventando più sportiva e briosa. Furono applicate delle modifiche specifiche al motore, realizzando un blocco in ghisa, più pesante e più robusto e meno sensibile alle vibrazioni. Per avere performance più elevate rispetto alla progenitrice la cilindrata 2.0 passò a 2400 cm³, aumentando l’alesaggio e la corsa.

Ferrari Dino 246, l'auto della tragedia
Ferrari Dino (Adobe) tuttomotoriweb.it

Il lavoro determinò un aumento di potenza sino a 195 CV a 7600 giri/min e la coppia a 24,1 Kgm a 5500 giri/min. A livello estetico la vettura venne modificata, rendendola un autentico masterpiece. L’attenzione ai dettagli fu massima, come ad esempio nel caso del tappo del serbatoio non più esterno ma incastonato e coperto da uno sportellino in tinta. La 246 presentava una scocca in acciaio, con alcuni elementi, come portiere e cofani, in alluminio.

L’auto fu assemblata dalla Scaglietti a Modena. La 246 rispetto alla progenitrice era cresciuta, con un passo più lungo di 58 mm, la lunghezza totale maggiore di 90 mm e l’altezza di 76 mm. Sulla bilancia aveva un peso considerevole, oltre 200 kg in più della 206. L’auto che ha omaggiato il figlio scomparso, prematuramente, del Drake presentava la sigla 246 e stava ad indicare la cilindrata di 2,4 litri. Il 6, invece, rappresentava il numero di cilindri 6 con disposizione a V.

Questa denominazione, coniata con la precedente 206, fu adottata anche sulle successive 208 e 308 GT4. Furono prodotte diverse serie, dopo la “L”, la casa modenese produsse la “M” con nuovi cerchi in lega con fissaggio a 5 bulloni e gomme 205/70 VR 14, carreggiata posteriore più larga di 30 mm, nuovi interni e anche nuovi freni a disco ATE. La “E” era la versione spider, prodotta in soli 1274 esemplari. La 246 venne sostituita dalla Dino 208 GT4 e, in seguito, dalla 308 GT4, realizzate dal designer Bertone.

Impostazioni privacy