Altri guai in vista per la Williams: ora si fa davvero dura per loro

Un risarcimento ultramilionario è quello richiesto da un ex partner della Williams.
Il team di F1 è stato citato in un tribunale della Florida.

Le aveva promesso che nel 2019 avrebbe raccolto risultati, se ottimi, almeno migliori rispetto a quelli delle annate appena precedenti. Ed invece la Williams ha combinato praticamente nulla non avendo fondi a sufficienza per creare e sviluppare un’auto competitiva. Così, adesso, la ROKiT, società di telefonia mobile che la stava sponsorizzando, ha deciso di fare causa in primis alla scuderia e a livello personale all’allora vice-patron Claire Williams, all’amministratore delegato Mike Driscoll e al direttore finanziario Doug Lafferty, tutti andati via nel tardo 2020 a seguito dell’acquisizione da parte del fondo Dorilton.

Williams F1 (Ansa Foto)
Williams F1 (Ansa Foto)

L’azione legale è stata avviata da Larry Klayman, avvocato di alto profilo,
impegnato in passato contro due presidenti degli States come Bill Clinton e
Barack Obama. Già nel corso del periodo di confinamento dovuto alla pandemia era
scoppiata una controversia tra le parti. Nella fattispecie il colosso del Nuova Continente sosteneva di non aver ottenuto i diritti contrattualmente legati alla cancellazione dei GP.
Mentre da Grove lamentavano ritardi nel versamento delle quote di
partnership.

Una volta reso noto il calendario, la ROKiT si offrì di pagare una parte di quanto concordato, ma alla fine non se ne fece niente, perché l’erede di Sir Frank stava trattando per la vendita dell’equipe. Da lì il primo appello alla Corte Arbitrale Internazionale di Londra che diede ragione alla storica compagine inglese fondata nel 1976 da Williams e Patrick Head.

Chiesto un maxi risarcimento ai danni della Williams

Ora, non contenta, l’azienda americana ha deciso di riprovarci sostenendo
l’azione fraudolenta da parte del team di F1 che, avrebbe ben saputo di non
essere in possesso delle risorse necessarie per costruire una macchina
competitiva, dichiarando il falso pur di avere in cambio un contratto.

I querelanti hanno subito una significativa perdita finanziaria e un danno alla
reputazione commerciale. Per questo fanno richiesta di un importo superiore a
149.528.550 dollari a mo’ di risarcimento“, si legge sulla nota ufficiale.

Come ha ribadito il responsabile del gruppo statunitense Jonathan Kendrick,
ci sarebbe stata una mancanza di rispetto nei loro confronti, specialmente perché in fase di
trattative con la scuderia c’erano state delle assicurazioni. Ma non solo. A tal proposito il manager ha ricordato parlando con il sito Motorsport.com: “Avevamo concordato formalmente per il 50% della somma inizialmente pattuita, essendo stata ridotta la durata del Mondiale. Loro hanno rifiutato e poi annullato il contratto facendoci causa per l’intero importo. La loro decisione l’abbiamo appresa da Instagram. Non ci hanno nemmeno contattato“.

A quanto pare, prima di firmare ROKiT, oggi impegnata in altre serie motoristiche come la Formula E, o il campionato britannico F4 e la SBK, avrebbero richiesto specifiche informazioni sullo stato della monoposto e su come sarebbe stata portata avanti la sua evoluzione nel corso della stagione. Ottenendo come risposta assicurazioni che non hanno mai trovato compimento.

Questo è ciò che pensiamo di poter dimostrare, soprattutto quando andremo
in tribunale“, ha aggiunto determinato, “I mandati e gli impegni assunti dal consiglio di amministrazione non avrebbero mai potuto essere rispettati, in quanto non erano veri. Addirittura ai test invernali di Barcellona si presentarono in ritardo perché non avevano abbastanza soldi per partecipare a tutte le giornate in programma“.

L’idea sarebbe quella di assoldare testimoni ed ex membri dello staff della squadra che sono a conoscenza di dettagli importanti. “Alcune persone si sono già fatte avanti e ci hanno fornito informazioni essenziali. Non avrei voluto farlo, ma ci hanno cercato e non ho avuto scelta”, ha concluso quasi a far intendere di aver dovuto agire in quanto sollecitato
dai transfughi dell’Oxfordshire.

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