Bagnaia, uno 0 amaro ad Austin, ma ecco perché deve rimanere positivo

La seconda caduta in tre gare sembra aver incupito Bagnaia, che però, a ben vedere, ne ha di motivi per essere fiducioso per il futuro.

Sembrava essere tutto pronto per la riscossa dopo la caduta in Argentina, invece ad Austin per Pecco Bagnaia, in un weekend che sembrava perfetto, è di nuovo girato tutto male la domenica. Secondo 0 in classifica in tre gare, ma soprattutto tanti dubbi in vista dei prossimi appuntamenti per il campione del mondo, che nel post-gara ai microfoni di Sky Sport è sembrato sinceramente affranto per quanto accaduto ma anche stranamente troppo preoccupato per la situazione che si è venuta a creare.

Pecco Bagnaia (ANSA)
Il campione del mondo in carica MotoGP Pecco Bagnaia (ANSA)

Era andato tutto secondo i piani ad Austin per la Ducati. Subito un ritmo veloce, poche correzioni da fare sulla GP23 e un ritmo che è sembrato fin dal sabato nella Sprint Race difficile da seguire per gli altri. Poi però in gara, dove si è messo a tirare fin dai primi metri, all’improvviso proprio come a Termas de Rio Hondo l’anteriore lo ha lasciato a terra sul più bello, senza dare prima un segnale.

Bagnaia, un’occasione buttata al vento (ancora)

E’ vero, per due GP di fila la Ducati lo ha tradito, facendogli segnare in classifica uno 0 che, dopo tre appuntamenti, comincia ad essere pesante. Sì perché se ogni pilota ha dei jolly da giocarsi durante l’annata, Bagnaia sembra averli usati un po’ troppo presto rispetto alla concorrenza.

Quello che fa rabbia al campione del mondo è il fatto di aver gettato alle ortiche due opportunità per allungare sui diretti rivali alla corsa iridata. In Argentina è caduto quando era secondo e sembrava poter tenere tranquillamente la posizione, in Texas nonostante avesse Rins alle calcagna niente faceva pensare a un attacco del pilota Honda, che anzi come ha confessato a fine gara era anche abbastanza al limite, pronto quasi a mollare se fosse stato quello ancora il ritmo tenuto da Bagnaia.

In totale 45 punti non portati a casa, che lo avrebbero proiettato ora in testa al campionato con 34 punti di vantaggio su un pur positivo Marco Bezzecchi ma non con ambizioni iridate (almeno per ora), ma soprattutto con distacchi ben più rassicuranti su piloti come Fabio Quartararo, Jorge Martin e Aleix Espargarò. Invece la classifica rimane ancora molto corta, un fattore questo che forse innervosisce più del dovuto Bagnaia, che in realtà ha davvero tanto per cui essere di buonumore.

Pecco Bagnaia (ANSA)
Pecco Bagnaia alla guida della GP23 (ANSA)

I motivi per stare “tranquilli”

Innanzitutto la Ducati GP23 va forte, già più della GP22 evoluzione che hanno altri piloti. Ma soprattutto Bagnaia pare aver trovato già da subito le basi su cui lavorare ogni weekend, senza stravolgere ogni volta assetti. Si lavora molto di fino nel team ufficiale, cosa che non accade negli altri box. La moto è veloce e anche il ritmo visto ad Austin lo conferma. Forse è proprio questo il difetto, che non percepisce Pecco quanto forte stia andando, perchè il mezzo gli dà talmente fiducia che lo fa andare così forte in maniera semplice.

Gli altri invece sono alle prese tutti con dei piccoli-grandi problemi. A partire da chi guida una Ducati come lui, ossia Jorge Martin e Johann Zarco. Il primo sembrava essere uno dei più pericolosi alla vigilia del Mondiale e invece, nonostante sia costantemente tra i migliori, stecca in gara e ora sta subentrando anche un certo nervosismo visto che sta perdendo terreno. Il secondo fa della costanza il suo marchio di fabbrica ma non sembra ancora pericoloso a tal punto da impensierire per il Mondiale.

Le Aprilia per ora stanno vivendo un periodo di adattamento alla nuova moto che sembra più difficile del solito. Se poi ci mettiamo che anche Aleix Espargarò e Maverick Vinales ci stanno mettendo del loro con degli errori, ecco che la classifica piange. Come piange in parte anche per Yamaha, con Fabio Quartararo che ha rialzato parzialmente la testa ad Austin ma anche perché sono caduti davanti a lui. E la M1 non sembra proprio un fulmine di guerra ma la vedremo, con ogni probabilità, accendersi e spegnersi come lo scorso anno.

La Honda? Non inganni la vittoria di Rins, che potrà si dare più fiducia a una casa che sta soffrendo tanto e anche a un Marc Marquez che ha visto solo a distanza il possibile potenziale della moto, ma che anzi porta ancora più dubbi dal punto di vista dello sviluppo tecnico. Infatti il vincitore del Texas ha intrapreso una strada diversa rispetto al numero 93 e quindi i dubbi per i tecnici giapponesi non fanno che aumentare. La KTM poi lasciamola da parte per ora, perché non sembra ancora capace di exploit ad alto livello in maniera continuativa.

Occhio a non deprimersi

Se c’è una cosa da evitare assolutamente è quella di crearsi dei problemi da soli, vedere fantasmi dove in realtà non esistono. Le parole di Bagnaia nel post-gara infatti fanno temere che, proprio come accaduto un anno fa nella prima parte di stagione, dubbi e scetticismi prendano il sopravvento. Invece oggi più che mai la Ducati è forte e padrona del proprio destino.

Quello che serve è una buona dose di ottimismo e di calma, perché nonostante tutto, come dimostrato, i motivi per essere fiduciosi ce ne sono e anche molti. Il ritorno in Europa può far bene a Pecco e alla Rossa, ma servirà tenere la barra bella dritta per evitare che le onde la facciano andare alla deriva. Perché perdere l’orientamento ora sarebbe un peccato.

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