La FIAT Panda del prete fa una brutta fine: la storia è davvero assurda

Sembra una barzelletta, ma è successo. Siamo in Toscana e la disavventura in questione è toccata ad un uomo di Dio. Vittima la sua Panda.

In un mondo davvero impazzito, può capitare pure questo. Il luogo del misfatto è Pozzo, una frazione di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo. Un sacerdote, tale don Julien Didier Beasara, si trovava in un’abitazione per le consuete benedizioni del periodo pasquale, quando, una volta tornato all’esterno si è accorto che qualcosa  mancava.

FIAT Panda e prete (AdobeStock)
FIAT Panda e prete (AdobeStock)

Nel breve lasso di tempo avuto a disposizione, dei ladruncoli se n’erano scappati al volante della sua FIAT Panda vecchio modello, color verde acqua. L’auto era correttamente parcheggiata a bordo strada, ma non chiusa come avrebbe dovuto.

Convinto che nessuno l’avrebbe toccata, trattandosi, appunto, di una macchina quantomeno vetusta, il prete l’aveva lasciata aperta, con addirittura le chiavi sul cruscotto. Un eccesso di fiducia che gli è costato caro. Se non altro una brutta figura, visto che la vera proprietaria era la moglie di un fedele che di tanto in tanto gli dà una mano in parrocchia.

Amareggiato e incredulo per quanto aveva appena vissuto, il religioso non ha potuto fare altro che recarsi dai carabinieri per la denuncia.

Sebbene sia nella sua versione storica, sia in quella dei giorni nostri, la Panda non si distingua per potenza, prestazioni o tecnologia, è un mezzo piuttosto apprezzato dai malviventi. Non a caso l’automobile più diffusa tra la classe media, è altresì una delle più rubate in Italia, assieme ad altri modelli Stellantis, ovvero la 500 e la Punto.

Panda, la più ambita dai ladri e non solo

L’utilitaria torinese non è comunque tenuta d’occhio solamente da chi ha cattive attenzione, ma vanta un buon numero di appassionati e collezionisti, anche tra i più insospettabili, sempre pronti a mettersi alla ricerca del pezzo più raro o antico, se così possiamo definire un veicolo nato nel 1980 dalla mente e dalla matita di Giorgetto Giugiaro come via di mezzo tra la 126 e la 127.

Replicato in altre due serie, nel 2003 ad opera di Giuliano Biasio per la Bertone, e nel 2012 grazie a Roberto Giolito, ha superato le otto milioni di unità prodotte, e oggi, che si prepara ad un futuro ibrido, è diventata un riferimento anche per chi guadagna parecchio come i calciatori.

Ad esempio qualche tempo fa Arturo Vidal, fino allo scorso anno in forza all’Inter, si era presentato agli allenamenti, alla guida di una Panda classica, identica nella colorazione a quella sottratta al vicario di Dio in Toscana, del modello prodotto tra l’83 e il 2003.

A chi gli domandava il perché di un acquisto tanto singolare, lui, che nel suo prezioso e costoso garage vanta bolidi da urlo come la Ferrari 488 Spider, o la Brabus Mercedes Amg G 63 da ben 700 Cv, aveva risposto laconico via Instagram. “Perché prendere una supercar se c’è lei?“, elogiandone poi le caratteristiche e il divertimento assicurato all’interno del suo abitacolo.

Il cileno, in ogni caso non è solo. Anzi è in ottima compagnia. Pure un mostro sacro del pallone nostrano come Roberto Baggio, ormai dedito ad una vita lontana dai riflettori, utilizza una comoda 4X4 per recarsi in campagna.

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