La Ferrari è al capolinea? Ecco perché Melbourne umilia anche la Rossa

La Ferrari chiude senza punti il Gran Premio d’Australia, dove la vettura si è confermata quarta forza. C’è anche un dato spaventoso.

Se la F1 è morta in quel di Melbourne a causa di una gestione raccapricciante della direzione gara volta alla creazione di un finto spettacolo, un qualcosa di simile si può dire anche della Ferrari. La Scuderia modenese fa ormai da comparsa, con Carlos Sainz dodicesimo e Charles Leclerc fuori dopo tre curve.

Ferrari SF-23 (LaPresse)
Ferrari SF-23 con Sainz a Melbourne (LaPresse)

Lo spagnolo, che avrebbe chiuso al quarto posto, ha pagato a caro prezzo i 5 secondi di penalità che gli sono stati inflitti per aver preso in pieno Fernando Alonso all’ultima ripartenza, una sanzione che è sacrosanta ma che ha distrutto i suoi obiettivi di finire almeno a punti.

La Ferrari è ormai la quarta forza in ogni condizione, con Carlitos che ha faticato a tenere dietro l’Alpine di Esteban Ocon per tutta la seconda parte della gara. L’analisi del ritmo ci consegna una situazione che purtroppo si commenta da sola, e che getta i tifosi nella frustrazione più totale.

Ferrari, il ritmo di Sainz era al livello dell’Alpine

Durante la gara si è parlado di una Ferrari che, rispetto alle prime due gare, era apparsa molto più competitiva, senza avere il crollo della gomma o la mancanza di passo che si era vista a Sakhir prima ed a Jeddah poi. Ma è realmente così? Tralasciando i risultati finali, è bene concentrarsi su quella che è stata la prestazione pura, e la verità non è proprio corrispondente a questa teoria.

Posto che non abbiamo potuto vedere il rendimento di Charles Leclerc per via dell’incidente con l’Aston Martin di Lance Stroll al via, è chiaro che con Carlos Sainz non c’era il ritmo per puntare al podio. Una volta superata l’Alpine di Pierre Gasly, il madrileno ha provato ad aggrapparsi a Fernando Alonso per giocarsi il podio, ma non è mai sceso sotto al secondo di distacco per aprire il DRS.

L’impressione però era che tutti stessero gestendo la gomma Dura per poi forzare negli ultimi giri, mentre lo spagnolo era al limite, visto che Gasly è sempre rimasto attaccato aprendo il DRS ad ogni giro. Esattamente ad una decina di giri dal termine, sia Alonso che Lewis Hamilton hanno iniziato a tirare, ed in pochi minuti, prima della bandiera rossa causata da Kevin Magnussen, Carlitos ha iniziato a pagare circa mezzo secondo al giro.

Questa è una verità eloquente che rende bene l’idea del potenziale della Ferrari, che ha sofferto e non poco nel tenersi dietro una buona Alpine, che però non è certo parte del gruppone di testa. La Red Bull è una macchina che corre in un universo tutto suo, ma questa inferiorità rispetto ad Aston Martin e Mercedes, che ora è evidente anche in qualifica, non può essere tollerata.

Inaccettabile anche il comportamento di Frederic Vasseur a fine gara, che si è genuflesso alla FIA gelando il suo stesso pilota, ovvero Sainz, affermando che non verrà presentato alcun ricorso contro la penalità. A gettare benzina sul fuoco ci si mette anche una statistica che fa molto male.

Le tre gare senza podi ricordano un passato da incubo

La Ferrari ha iniziato la stagione senza conquistare neanche un podio, con Charles Leclerc che ha addirittura collezionato due ritiri. Questo, oltre a dirci che il 2023 è un campionato da buttare, in cui non sarà neanche lontanamente possibile pensare al titolo mondiale, ci riporta alla mente le peggiori stagioni della storia recente di questa squadra, ormai tornata al buio più assoluto dei primi anni Novanta.

La Scuderia modenese non aveva conquistato podi nelle prime tre gare nel 2009, nel 2011, nel 2014 e nel 2021, campionati in cui non sono mai arrivate grandi soddisfazioni. Infatti, nel 2009 arrivò solo un successo con Kimi Raikkonen in Belgio, con il finnico che giunse poi sesto al termine di quella stagione, con la Rossa quarta

Nel 2011 l’unica vittoria fu a firma di Fernando Alonso che si impose a Silverstone, chiudendo però solo quarto nel mondiale ed il Cavallino terzo. Nel 2014 e nel 2021, come purtroppo ben ricordiamo, le vittorie non arrivarono, ed il 2023 è sulla buona strada per diventare la quinta stagione nel corso dell’era ibrida che la squadra più titolata del mondo chiuderà senza alcun trionfo.

Ferrari SF-23 (ANSA)
Ferrari SF-23 con Leclerc a Melbourne (ANSA)

Un dato terribile, che però rende bene l’idea della situazione di crisi in cui è entrato questo marchio, che difficilmente potrà pensare di competere con i colossi rivali in futuro. A Maranello non c’è più passione, non c’è più quella voglia di vincere e di dare battaglia che c’era un tempo, e questi sono i mesti risultati.

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