Montezemolo brutale sulla Ferrari: la sua teoria fa tremare i tifosi

Intervenuto nella trasmissione di approfondimento Piazza Pulita, Luca di Montezemolo non ha dato speranza alla Ferrari attuale.

Avrebbe dovuto essere un’intervista generica, o meglio sulla politica e sulle criticità che sta incontrando l’Italia, ed invece Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita, trasmissione di punta di La7, ha portato Luca Cordero di Montezemolo su un terreno minato. Quello della Ferrari.Così mette il coltello nella piaga“, ha affermato sorridente ma non troppo lo storico presidente del Cavallino che poi si è lasciato andare in un racconto che ha coinvolto passato remoto, recente e presente della squadra corse.

Luca Cordero di Montezemolo (ANSA)
L’ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo (ANSA)

Sono stato a Maranello in due momenti diversi“, ha condiviso il suo percorso nell’a Scuderia. “La prima volta negli anni ’70 come assistente di patron Enzo, nelle vesti di direttore sportivo. Allora con Niki Lauda riuscimmo a conquistare due titoli. Poi tornai negli anni ’90. Ma questo è un discorso lungo e anche un po’ doloroso, perché mi dispiace vedere la Rossa così. Tra l’altro non penso che sia una crisi di breve termine, in quanto si tratta di ricostruire e per farlo bisogna prendere i migliori tecnici sul mercato”.

Il ricordo dell’epoca d’oro Ferrari è ancora vivo

Rammentando il momento più glorioso per l’equipe, quello che tutti hanno ancora sulla bocca e nella mente, il 75enne ha spiegato: “Oggi in tanti lo definiscono un dream team. Personalmente ingaggiai Stefano Domenicali, Jean Todt, un ottimo direttore tecnico come Ross Brawn, Rory Byrne e poi, dopo due stagioni arrivò Michael Schumacher“.

Il tedesco, a differenza degli altri, approdò nella Penisola a ingranaggio già funzionante. “Prima anche superman non avrebbe combinato niente“, ha ammesso. La forza dell’equipe modenese in quel frangente era stata la costruzione mattoncino su mattoncino di un collettivo che si muoveva sinergicamente e in un’unica direzione.

Mi auguro che anche se in forte ritardo si possa ripetere qualcosa di analogo“, l’auspicio a cui ha fatto seguito un suggerimento per i vertici o comunque per gli addetti alla “campagna acquisti”. Ovvero quello di non temere di recuperare personale ingegneristico straniero proveniente da alte realtà, probabilmente più vincenti almeno nel presente. “Per vincere ci vuole competenza. E anche cultura in quei settori in cui si è meno validi“, ha proseguito evidenziando come non si debba aver paura di attingere ad altri bacini, mettendo da parte un approccio velatamente nazionalistico. Anche se poi, a ben guardare, sul muretto attualmente c’è Frederic Vasseur, un francese.

Definitosi addolorato per uno stato di forma che tarda a tornare, il blasonato imprenditore ha ammesso di esserci rimasto male quando in Bahrain ha compreso che anche quest’anno l’appuntamento iridato per i ferraristi sarebbe slittato. “Al di là dei discorsi trionfalistici che si fanno sempre in sede di presentazione, sbagliando, mi sarei aspettato una vettura più competitiva. Un’evoluzione della F1-75, che soprattutto nella prima parte del 2022 era stata molto forte“, ha asserito.

Montezemolo: Leclerc un pilota valido, ma manca qualcosa

Quindi, a domanda secca su chi fosse meglio tra Lauda, Schumi e Leclerc, il figlioccio di Gianni Agnelli ha replicato: “Niki è stato un amico per tutta la vita. Avevamo cominciato assieme. Lui giovane corridore, io DS ad appena 25enne. Abbiamo trascorso diverso tempo assieme e pure quando lui passò in Mercedes come responsabile, continuammo ad essere vicini“.

Il commento dedicato invece al sette volte campione del mondo di Kerpen pare quasi una frecciata a Fernando Alonso. “Michael è stato il driver che ha ottenuto di più con i nostri colori. Il bello è che si vinceva e si perdeva assieme. Non come altri che quando fanno il risultato è merito loro, e quando perdono è colpa della squadra o della macchina“.

Infine Charles, l’uomo da cui si attende il ritorno alla gloria del marchio in F1. “E’ bravo e veloce, specialmente sul giro secco. Ma si trova in una fase delicata. Pur avendo l’età dalla sua, gli anni passano e deve provare ad imporsi. E per farlo deve poter contare su un’auto di valore“, ha chiosato descrivendo perfettamente la realtà delle ultime ore del box più osservato del Circus.

Personaggio cardine della storia dell’equipe modenese, Montezemolo ne uscì all’indomani del GP di Monza 2014, su sollecitazione dell’allora patron FCA Sergio Marchionne.

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