Ferrari, cambiano gli strateghi non le strategie: Leclerc sconsolato

Passano le stagioni, cambiano gli strateghi ma in casa Ferrari continuano ad esserci clamorosi problemi in merito ad una banale scelta di qualifica. Leclerc è sempre più stufo.

In passato vi sono stati clamorosi strafalcioni in tantissimi weekend di gara. I tifosi della Ferrari non hanno ancora dimenticato i clamorosi sbagli dell’ex head of strategist Iñaki Rueda. Lo spagnolo in questa annata è stato retrocesso nel remote garage, perdendo di fatto il suo sedile tra i tecnici al muretto box. Mai scelta fu più giusta.

Charles Leclerc Ferrari F1 (Ansa Foto.)
Charles Leclerc Ferrari F1 (Ansa Foto.)

Gli errori di valutazione dello spagnolo sono stati difesi per anni. Da quando arrivò dalla Lotus, salvo pochissime eccezioni, ha creato più disastri che tattiche vincenti a Maranello. Con l’addio in Mattia Binotto la Scuderia ha puntato con decisione all’ex tecnico della Sauber Frederic Vasseur. Il francese ha preso le redini della squadra nel 2023 e ha già iniziato a porre l’attenzione sugli attuali tecnici della Rossa.

Inevitabilmente molti ingegneri erano legati al lavoro svolto sotto la direzione di Mattia Binotto e tra questi possiamo anche rintracciare gli ingegneri di pista che seguono i due driver. Tra Xavi Marco e Charles Leclerc sono già avvenuti i primi contrasti, nelle primissime uscite stagionali. Le cose non sembrano andare in una direzione migliore nella GeS. David Sanchez, aerodinamico e punto fermo del ciclo Binotto, ha deciso di dimettersi dall’incarico per firmare un contratto con la McLaren. Dopo un periodo di gardening lo spagnolo andrà a fare le fortune del team di Woking.

A questo punto nessuno più è convinto che l’attuale organigramma possa essere confermato in toto in futuro. Sono tutti al vaglio di valutazioni oggettive. Ciò non vuol dire che il nuovo stratega della Ferrari, Ravin Jain, possa essere già messo sulla graticola al primo errore. Se la Ferrari è in difficoltà in questa stagione è a causa, prevalentemente, delle prestazioni sottotono della nuova monoposto. In teoria avrebbe dovuto migliorare i risultati, altalenanti, della F1-75. Ad oggi risulta improbabile anche una sola vittoria.

Quanta confusione regna a Maranello

In Bahrain si sono riscontrati problemi di affidabilità sulla SF-23 di Leclerc, determinando un ritiro sanguinoso. La sesta e settima posizione di Charles e Carlos in Arabia Saudita non ha certo tirato su il morale della squadra. Le cose sono iniziate addirittura peggio in Australia con una qualifica da incubo. Con Sergio Perez fuori in Q1 sarebbe dovuta essere l’occasione giusta per scalare alcune posizioni in griglia. Sainz ha limitato i danni, ma ha certificato che, al momento, la Rossa è la quarta forza del campionato.

Lo spagnolo, infatti, partirà dalla terza fila alle spalle di una Red Bull Racing, di due Mercedes e nella morsa delle due Aston Martin. A fare rumore è stata l’ennesima strategia sbagliata per il povero Leclerc che è stato costretto a fare un solo giro lanciato in Q3, per di più con un misunderstanding con il compagno di squadra.

Tutto a causa di una mancata scia ed una pioggia che non è poi scesa in pista. Leclerc è stato lasciato al box senza un valido motivo per un ultimo tentativo lanciato. I più attenti si ricorderanno che nel suo Gran Premio di casa il pilota con il numero 16 fu costretto ad abortire i suoi sogni di gloria a casa di una strategia fallimentare, qualche anno fa. Come detto cambiano gli uomini, ma non cambia la sostanza. In determinate circostanze il driver dovrebbe sempre uscire dal box nel tentativo di sfruttare le condizioni in mutazione della pista.

Ferrari, passi indietro

La Mercedes, infatti, è sembrata rivitalizzata dalle temperature più basse della pista, riuscendo ad issarsi con Russell ed Hamilton, rispettivamente, in seconda e terza posizione. Leclerc si è sfogato in un team radio infuocato, dicendo al suo ingegnere di pista che si è trattato dell’ennesimo deludente Q3, nel quale non è riuscito a fare la differenza. Il copione è sempre lo stesso ovvero chiedere alla squadra dei miglioramenti che sembrano non arrivare mai.

In questo caso ci sarà stato un errore di valutazione nelle scelte strategiche. Partire dalla terza fila avrebbe avuto un impatto migliore rispetto ad una settima piazza, non molto distante dalle Haas. Per di più i piloti della Ferrari nono sono riusciti a sfruttare l’elemento scia che sulla pista di Alber Park non è mai una grande idea, rendendosi anche abbastanza ridicoli.

Nessun altro team ha cercato una soluzione di questo tipo, ma in mancanza del giusto grip i ferraristi sono costretti a qualsiasi escamotage nel tentativo di abbassare il tempo sul giro. Il nuovo stratega è giovane e merita tempo per dimostrare le sue qualità, tuttavia se si dovesse trattare di un lungo percorso sarebbe altrettanto normale lavorare in un team di seconda fascia per poi puntare su un profilo più esperto. Del resto parliamo di Ferrari, non di Haas.

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