McLaren fa spesa alla Ferrari: arriva un’altra batosta per Maranello?

L’ex capo dell’aerodinamica Ferrari Sanchez andrà alla McLaren. Ecco perché se dovesse fare bene sarebbe una sconfitta per la Rossa.

Con l’uscita di scena del team principal Mattia Binotto, il box della Ferrari ha acquisito una fisionomia differente. Questo perché nel giro di poche settimane sono partite altre figure che per anni lo avevano popolato, a partire da Gino Rosato, personaggio, a quanto pare di coordinamento, quindi lo stratega Inaki Rueda, e a stagione già avviata ha salutato la compagnia pure il responsabile del reparto aerodinamica David Sanchez. Una partenza non da poco quest’ultima, essendo l’ingegnere tra i creatori della SF23. Non deve stupire, quindi che la Scuderia ora si muova nella nebbia, incapace di intercettare le ragioni di una debacle tecnica che non avrebbe dovuto verificarsi.

L'ex capo dell'aerodinamica Ferrari David Sanchez
L’ex capo dell’aerodinamica Ferrari David Sanchez (La Presse Foto)

Nonostante il boss Frederic Vasseur abbia rivelato di sapere perfettamente cosa sia necessario correggere, la sensazione è che si brancoli nel buio. Ma questa è un’altra storia. Quella che raccontiamo qui riguarda il tecnico francese partito per altri lidi.

E’ notizia ufficiale delle ultime ore il suo passaggio alla McLaren. Non nell’immediato, a causa del periodo di gardening obbligatorio essendo a conoscenza di molti segreti del Cavallino, ma dal 2024. Il CEO Zak Brown ha scelto proprio lui per sostituire il direttore tecnico James Key, messo alla porta con effetto immediato evidentemente a causa di un progetto sbagliato in toto, che sta costringendo Norris e Piastri nelle ultime posizioni.  Gestito dal team principal Andrea Stella, collaborerà con Neil Houldey,  neo capo del reparto tecnico, di ingegneria e design, e Peter Prodromou, cresciuto alla scuola Red Bull con Newey e prossimo riferimento dell’aerodinamica.

La funzione dell’ex dell’equipe modenese sarà quella di comando per quanto concerne il concept e la prestazione del veicolo.

La McLaren si dà alla ristrutturazione, cosa cambierà

Va detto che Sanchez non è un novellino di Woking, essendo approdato in Italia nel 2012 proprio dopo essere andato via dalla squadra britannica. Il suo arrivo, o meglio il suo ritorno, non sarà comunque l’unica novità. Direttore dell’aerodinamica e dello staff è stato  promosso Giuseppe Pesce. Mentre Piers Thynne è diventato direttore operativo del team impegnato nel Circus con l’obiettivo di innovare alzare l’asticella nella speranza di recuperare la performance perduta.

In quest’ottica dovrebbe dare una mano la galleria del vento in fase di completamento. Al momento si stanno settando le regolazioni, così da garantire la massima precisione una volta che verranno inserite le monoposto. Allo stesso modo anche il simulatore sta per essere terminato e dovrebbe essere messo in opera dalla seconda parte del Mondiale.

Il target, come detto è quello di riportare la scuderia che tanto ha vinto in passato, se non ai fasti di una volta, almeno ad un livello di competitività tale da poter lottare per i successi di gara. Per cui si tratta di un progetto a lungo termine.

Perché Sanchez vincente sarebbe un danno per la Ferrari?

Non va dimenticato che se la Rossa non trionfa dal 2007, la McLaren manca dalla prima piazza dal 2008 iridata con Lewis Hamilton. Da allora è salita sul gradino più alto del podio in una corsa soltanto in 21 occasioni, l’ultima delle quali a Monza tre annate fa con Daniel Ricciardo. Numeri davvero allarmanti considerati storia e blasone.

Staremo a vedere se la mossa di chiamare qualcuno che ha fallito a Maranello si rivelerà vincente. La narrazione degli ultimi campionati ci suggerisce che Brown potrebbe aver azzeccato. Basti pensare a cosa è successo in Mercedes. Ingegneri di alto calibro come Aldo Costa e James Allison che poco o niente erano riusciti a concretizzare nell’equipe italiana, non appena passati a Stoccarda hanno fatto il botto, costruendo macchine in grado non solo di portare a casa molti successi, ma addirittura di dominare. E a dimostrarlo sono gli otto titoli costruttori consecutivi conquistati dal 2014 al 2021.

Che pure questa volta andrà a finire così? Non lo possiamo sapere. Di certo se così si risolvesse la vicenda, sarebbe il colmo o forse la prova provata che in Ferrari qualcosa non funziona e che anche i talenti più eclatanti non riescono ad esprimersi al massimo e come vorrebbero, per ragioni che potrebbero essere di natura politica o di eccessiva pressione che non permette di operare con la dovuta calma e lucidità.

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