F1, dentro la crisi nera della Ferrari: c’è un grande rimpianto

La Ferrari è la quarta forza della graduatoria costruttori, mentre Aston Martin e Mercedes si contendono il secondo posto. Un disastro non annunciato a Maranello.

Sarebbe dovuto essere l’anno della svolta a Maranello sulla base di una evoluzione mirata della F1-75, al contrario si è tramutata sin qui in un’annata drammatica. Tutti i problemi della precedente monoposto si sono acuiti nel 2023. In Bahrain Leclerc è stato costretto ad alzare bandiera al giro 41 per la rottura della seconda centralina, mentre Sainz ha chiuso ai piedi del podio a quasi 1 minuto da Max.

Ferrari F1 (Ansa Foto)
Ferrari F1 (Ansa Foto)

Su un tracciato completamente diverso come Jeddah ci si attendeva una prova d’orgoglio, grazie ad un layout che garantisce il raggiungimento di velocità di punta elevatissime. Su uno dei tracciati più veloce al mondo, al contrario, ad andare forte sono state le principali rivali della Rossa, a partire da un Red Bull Racing imprendibile.

Nonostante le limitazioni in galleria del vento la squadra austriaca ha migliorato, nettamente, le performance dell’auto ad effetto suolo, gestendo anche qualche patema inaspettato. Verstappen, scattato quindicesimo per una rottura del semiasse, ha concluso con una doppietta schiacciante. Leclerc è stato costretto a scontare la penalità e partire dalla dodicesima piazzola, dopo il secondo crono delle qualifiche, riuscendo a rimontare diverse posizioni prima della sosta ai box. al di là della sfortuna della SC e gli sbotti per il tappo di Sainz, il ritmo sulle mescole dure della SF-23 è stato drammatico.

Ferrari, crisi senza fine

Nonostante un asfalto diverso rispetto a quello del Bahrain la sostanza è rimasta la stessa, ovvero un’auto che degrada velocemente le gomme ed è lenta. Nel confronto diretto con la RB19 sembrano di due categorie diverse. Leclerc ha ammesso che, in questa fase, l’auto con il marchio del Cavallino rampante non può pensare di battagliare per il vertice, ma dovrà focalizzarsi su di un lavoro estremo per colmare il gap con AM e Mercedes.

La classifica costruttori, al momento, riflette l’andamento di questa prima parte di stagione. Aston Martin e Mercedes sono a pari merito, avendo problematiche diverse. La vettura inglese con Alonso ha ottenuto due podi consecutivi, ma ha peccato di affidabilità con il ritiro di Lance Stroll. Al contrario la Mercedes è molto affidabile, ma ha un ritmo peggiore e maggiori difficoltà nella gestione delle mescole.

Il rimpianto della Scuderia modenese

Dietro al miracolo del team inglese ci sono gli investimenti di Lawrence Stroll e degli ingegneri straordinari come Dan Fallows e Luca Furbatto. Quest’ultimo, dopo una lunga gavetta nel circus è approdato nel team inglese nel 2021, diventando il capo progettista delle nuove wing car. Per la Ferrari, ovviamente, è un altro vuoto, dato che a metà 2017 Furbatto era in Sauber, poi rinominata Alfa Romeo Racing, per progettare le monoposto di Hinwil.

Si tratta di un ingegnere che ha trovato una propria dimensione, lavorando in Inghilterra alla Tyrrell poi in BAR e nel 2000 è approdato in Toyota. L’anno successivo è diventato responsabile dei materiali in McLaren, dando il suo contributo per la crescita del team. Il richiamo dell’Italia lo ha riportato in Toro Rosso, dove ha lavorato tre anni e poi verso altri contesti. Dopo l’esperienza a Faenza Luca è diventato il capo progettista della Manor, fino al 2017, per poi approdare in Alfa Romeo Racing.

Considerate le sue capacità e i risultati che sta ottenendo in Aston Martin, si può dire senza mezzi termini che Furbatto è l’ennesimo rimpianto della Scuderia di Maranello. Non è il primo tecnico che avrebbe potuto garantire un grande contributo alla Scuderia modenese, ma perchè non è mai stato preso in considerazione? La Ferrari oggi paga le scelte insensate che sono iniziate nell’epoca post Montezemolo.

Finché c’era a capo il Presidente bolognese la squadra emiliana ha sempre cercato di attirare, anche grazie alla sua storia, i migliori piloti e tecnici su piazza. Oggi lavorare per la Ferrari non rappresenta più un punto d’arrivo, ma al massimo una tappa di passaggio verso altri lidi.

Impostazioni privacy