Ferrari, cambia tutto: salta un’altra figura storica del team

Frederic Vasseur ha già iniziato a rivoluzionare la Ferrari dalle fondamenta. Dopo Inaki Rueda, retrocesso nel remote garage, è saltato un altro elemento importante.

Frederic Vasseur è arrivato in Ferrari con idee molto chiare. Ha già dimostrato di poter portare più ordine e disciplina in una squadra finita nel caos con Mattia Binotto. L’ex team principal svizzero, nonostante i tantissimi errori commessi dagli uomini al muretto, ha sempre cercato di fare da parafulmine. Atteggiamento valido solo se nel breve periodo si vedono delle differenze rispetto al passato.

Ferrari SF-23 (ANSA)
Ferrari SF-23 durante la presentazione (ANSA)

I protagonisti, invece, che si sono resi responsabili di clamorosi errori strategici o manageriali sono rimasti impuniti per tantissimi anni. Il passaggio da un Presidente attento alle dinamiche interne come Luca Cordero di Montezemolo a uno molto lontano dagli interessi della Scuderia ha generato una frattura importante. Mattia Binotto è stato messo nelle condizioni di comandare il team, non essendoci più una guida suprema responsabile delle dinamiche del Cavallino in pista.

I tanti interesse di John Elkann lo hanno spinto a presenziare solo a pochissime tappe e i suoi proclami si sono dimostrati più vuoti del palmares di Latifi in F1. Il 2022 è stato un anno molto deludente per la Scuderia, incappata negli stessi cronici problemi di sviluppo della monoposto, oltre ad avarie tecniche che hanno condizionato l’ascesa di Charles Leclerc. Quest’ultimo, nonostante un inizio di stagione spettacolare e ben 9 pole position, non è stato messo nelle migliori condizioni per lottare contro Max Verstappen.

Il bicampione del mondo della Red Bull Racing ha avuto vita facile dopo essersi ritrovato a 46 punti di distacco dal #16. Dopo 3 GP il monegasco era convinto di potere lottare sino alla fine per la corona iridata. Un team che è consapevole delle qualità velocistiche dei suoi piloti non avrebbe potuto permettersi gli errori strategici compiuti nel Principato di Monaco, In Inghilterra e in Ungheria. Sbagli arrivati sempre dallo stesso uomo che nell’arco della sua esperienza professionale a Maranello è diventato il miglior rinforzo per gli avversari.

Ferrari, la rivoluzione di Vasseur

Tantissimi GP sono stati perduti a causa di strategie insensate di Iñaki Rueda. Il tecnico spagnolo è stato retrocesso nel remote garage, perdendo lo scettro di capo del reparto. Nel 2023 è stato promosso Ravin Jain. Quest’ultimo ha la grande occasione di dimostrare di poter ricoprire il ruolo di head of strategist di un top team. Nella prossima stagione l’inseguimento alla Red Bull Racing potrebbe essere ancora più arduo, data la clamorosa base di partenza degli avversari austriaci.

Nei primi test prestagionali è risultato palese come il ritmo tenuto dalla RB19 fosse, nettamente, più valido, costante e meno usurante per le mescole della SF23. Sul giro secco la Rossa potrebbe ancora avere un margine di vantaggio sulla wing car di Max Verstappen e Sergio Perez, tuttavia i punti si fanno la domenica. Leclerc non è sembrato soddisfatto dalle prime impressione sul passo gara.

Vasseur, per ora, non si è sbilanciato troppo sulle reali potenzialità della nuova monoposto modenese. Le aspettative, dopo i proclami di inizio stagione su di una lotta mondiale, sono elevatissime. Ogni anno che passa senza una sfida al vertice certifica un nuovo fallimento. La squadra più vincente della storia della Formula 1 non può permettersi altri passi falsi. Il nuovo team principal francese è consapevole che un altro secondo posto, ad oltre 200 punti dai leader, rappresenterebbe una sconfitta amara.

I piloti hanno dichiarato di voler lottare per il titolo mondiale. A differenza di Binotto, Vasseur è arrivato con lo spirito giusto e ha già deciso di rimuovere dal proprio incarico una figura storica per il Cavallino Rampante. Gino Rosato, dopo essere arrivato a Maranello nel 1991, lascerà spazio a qualcun altro.  

Come riportato dal Corriere della Sera quella di Rosato è sempre stata una posizione “misteriosa nell’organigramma Ferrari, eppure presentissimo e conosciuto da tutti nel paddock“. Un segnale che sono stati tutti importanti in passato, ma nessuno è indispensabile.

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