Red Bull, già sospetti sulla RB19? L’accusa arriva dalla Mercedes

La Red Bull è stata la regina dei test di Sakhir, ma la Mercedes ha già alcuni dubbi su un aspetto. Ecco di cosa si tratta di preciso.

In casa Red Bull non si può che essere ottimisti, vista la superiorità messa in mostra dalla strabiliante RB19 in ogni sua area. Il team di Milton Keynes si è presentata ai test del Bahrain con una monoposto che è apparsa di un’altra categoria, pur essendo quella che meno è cambiata rispetto allo scorso anno.

Red Bull RB19 (ANSA)
Red Bull RB19 con Perez in Bahrain (ANSA)

Forse è anche per questo che Max Verstappen e Sergio Perez si sono trovati subito alla perfezione con il loro nuovo gioiello, che pare essere esente da difetti. Il messicano, montando un set di gomme Pirelli C4 a banda rossa nell’ultima ora di test, ha piazzato la zampata girando in 1’30”305, staccando di tre decimi la Mercedes di Lewis Hamilton, che ha però dovuto montare la più prestazionale C5 per arrivare così vicino.

Le Ferrari sono invece lontane di ben sette decimi a parità di gomma, ma non è questo che preoccupa, visto che nessuno conosce i reali carichi di benzina con cui si è girato. A far spavento è l’incredibile gestione delle gomme che la RB19 ha messo in mostra in Bahrain, palesando un degrado che è stato pari allo zero.

La superiorità della Red Bull è stata evidente soprattutto con le C3, ovvero quelle che saranno le Soft del week-end di gara, con le quali si girerà in qualifica e forse nel primo stint di gara. Il confronto con la Ferrari, almeno su questo compound, è stato a dir poco imbarazzante, visto che la Rossa massacrava le gomme dopo pochi giri.

La vettura che, dopo la RB19, è sembra più in forma sul passo gara è stata la sorprendente Aston Martin, autore di un long run eccezionale nel pomeriggio del sabato, ovvero a poche ore dalla fine dei test. La vettura britannica, e questo va ricordato, è frutto del lavoro di Dan Fellows, ex capo degli aerodinamici della squadra diretta da Christian Horner, una specie di figlioccio di Adrian Newey.

Toto Wolff, poco dopo la chiusura della tre giorni nel deserto, ha addirittura affermato che la squadra di proprietà di Lawrence Stroll sia in possesso della seconda forza in griglia, davanti anche alla Ferrari ed alla sua deludente Mercedes. La cosa avrebbe del clamoroso, e metterebbe il grande Fernando in una posizione che lui stesso ed i suoi tifosi non potevano pensare credibile.

Tra pochissimi giorni si scenderà in pista per le prove libere e, soprattutto, il Gran Premio del Bahrain, ed a quel punto non avrà più senso parlare di sandbagging e di team che si nascondo. Nel frattempo, un’indiscrezione partita dal box Mercedes agita il paddock, anche se per ora è tutta da interpretare ed andrà chiarita.

Red Bull, arriva l’accusa della Mercedes sull’altezza

La F1 ha introdotto un lieve cambio regolamentare in questa stagione, con le monoposto che risultano più alte di 15 mm rispetto allo scorso anno. L’obiettivo è la limitazione del porpoising, problematica che, in effetti, ha colpito la Ferrari soltanto al primo giorno di test, mentre tutti gli altri sono apparsi esenti sin da subito da questo fenomeno, soprattutto la Red Bull.

Secondo quanto riportato da “Auto Motor und Sport“, la Mercedes ha una teoria ben precisa riguardante la superiorità schiacciante messa in mostra dalla RB19 in questi tre giorni di test sul tracciato di Sakhir. Secondo il team di Brackley, pare che il siluro di Adrian Newey sia in grado di girare circa 10 mm più bassa rispetto alla concorrenza, condizione che, se venisse proposta sulla F1 W14, porterebbe alla rottura del sottoscocca.

Qui c’è ora da capire se la Mercedes ha sottolineato soltanto la maggior funzionalità della Red Bull o se ci sono estremi per chiedere chiarimenti sull’effettiva altezza da terra di questa monoposto, perché l’impressione è che il geniale tecnico britannico possa averne inventata un’altra delle sue, condannando tutti all’ennesima stagione da comprimari.

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