F1, il retroscena su Michael Schumacher: una novità davvero incredibile

Michael Schumacher è stato una leggenda assoluta della F1, e fu lui a portare una novità clamorosa nel Circus. Ecco il racconto dell’esperto.

La F1 di oggi è molto diversa da quella che conoscevamo in passato, a causa di uno sviluppo molto importante sul fronte dell’elettronica, dell’aerodinamica, della tecnologia in generale ed anche della sicurezza. Il pilota che, forse più di tutti, ha affrontato la grande transizione che c’è stata tra gli anni Novanta ed i Duemila è stato Michael Schumacher, il dominatore di quest’epoca.

F1 Michael Schumacher (ANSA)
F1 Michael Schumacher ed una sua genialata (ANSA)

Il suo debutto avvenne infatti nel 1991, con la Jordan, per poi vincere i suoi primi due titoli mondiali con la Benetton nel biennio compreso tra il 1994 ed il 1995. Proprio in quel momento, la F1 cambiò approccio nei confronti della sicurezza, visti i terribili lutti dati dalle morti di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna nel week-end di Imola del 1994.

Schumacher passò poi in Ferrari iniziando a vincere di tutto e di più, restando al top per tantissimi anni e dominando la scena. Nella giornata di oggi, vi proporremo un aneddoto interessante, che ci racconta di quanto fosse grande il suo talento tecnico. Siamo sicuri che resterete molto sorpresi dalle parole di un esperto del Circus.

F1, Michael Schumacher e la trovata sul volante

La F1 è stata terra di conquista per Michael Schumacher, che come ben sappiamo ha portato a casa ben sette titoli mondiali. Tuttavia, il tedesco non era noto soltanto per la sua strepitosa qualità al volante, ma anche per il talento tecnico che dimostrava nello sviluppo delle monoposto e non solo.

Nei primi anni Duemila, mentre dominava con la Ferrari, venne “sfruttato” dal Cavallino per lo sviluppo della meravigliosa Enzo, una delle Rosse più belle di tutti i tempi. Fu il Kaiser di Kerpen l’uomo che riportò il Cavallino al top dopo anni terribili, e grazie al suo lavoro, in collaborazione con Ross Brawn e Rory Byrne la Scuderia modenese riuscì a raggiungere il livello delle migliori, per poi dominare la scena.

La storia della F1 è cambiata grazie al sette volte iridato, anche per l’elemento più importante quando si guida una vettura: il volante. Questo oggetto è cambiato tantissimo nel corso del tempo, ed alla fine degli anni Ottanta, nel 1989, per la precisione, la Ferrari introdusse il cambio al volante, per poi essere copiata da tutti gli altri.

Schumacher è stato determinante nello sviluppo dei volanti moderni, come ha confermato l’ingegner Roberto Dalla, oggi Managing Director del Technology Center di Bigging Hill della massima formula. Subito dopo la sua laurea, dopo aver svolto diversi lavori nell’ambiente, il tecnico iniziò a sviluppare software per la Ferrari, e stiamo parlando proprio della fine degli anni Novanta.

Dalla è stato intervistato da “Motorsport.com“, raccontando un aneddoto che vede protagonista proprio Schumacher: “Quando iniziai a lavorare per la Ferrari mi sembrava di essere dentro ad un film, c’era un ambiente davvero spettacolare. In seguito, cominciai a capire che il nostro obiettivo era quello di dare il contributo per riportare questa squadra a vincere. Nel 1990 ci arrivammo vicinissimo con Alain Prost, poi andammo in difficoltà“.

Nei primi anni Duemila, si venne a creare il problema della telemetrica bidirezionale, e Michael ci disse che senza di essa non ci sarebbero stati problemi. Ci chiese di mettergli tutte le tarature sul volante, poi le cambio io. Da quel momento nacquero i volanti complessi con tanti manettini che conosciamo anche oggi“.

Quindi l’idea originaria è stata a tutti gli effetti di Michael? In totale onestà, il volante iniziò complesso già anni prima, ma il vero salto fu proprio con Schumacher. Prima, lui cambiava 10-20 parametri, ma quando fu bandita la telemetria bidirezionale ne cambiava 200 durante una corsa. Noi dai box gli dicevamo cambia il parametro 25, per fare un esempio, lui lo faceva e risolveva eventuali problemi. Tutto partì proprio da quel momento, Michael fu il modello per tutti, anche i piloti più giovani. Andava a 300 km/h cambiando settaggi“.

Impostazioni privacy