MotoGP, ecco il lavoro sulla Ducati: l’evoluzione è spaventosa

La Ducati è il riferimento assoluto della MotoGP attuale, ma non ha intenzione di fermarsi. Il direttore tecnico spiega il lavoro.

Lo scorso 23 di gennaio, nella magnifica cornice di Madonna di Campiglio, è stata svelata al mondo la nuova Ducati Desmosedici GP23, l’arma che Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini dovranno utilizzare per difendere i titoli conquistati lo scorso anno, sia quello piloti che quello costruttori e team, vinto proprio dal team factory.

MotoGP Ducati Desmosedici GP23 (Ducati)
MotoGP Ducati Desmosedici GP23 sviluppo continuo (Ducati)

La coppia di piloti è forse la migliore in assoluto, ed a confermarcelo sono i numeri. I due hanno vinto, se messi insieme nelle statistiche, il numero impressionante di 11 gare, 7 per Pecco e le altre 4 con Enea, dimostrando quanto fosse forte la Ducati e quanto potesse essere spinta al limite nelle loro mani.

Il “Bestia”, a sua volta, era in sella ad una moto privata, gestita dal Gresini Racing, ed anche più vecchia di un anno, cosa che fa capire ancor meglio il suo valore, anche nel confronto con il compagno di squadra debuttante Fabio Di Giannantonio, che ha conquistato una pole position al Mugello, ma che per il resto non si è purtroppo mai visto.

Bastianini è uno che è arrivato in Ducati e che non si metterà di certo a fare il valletto del nuovo campione del mondo della MotoGP, ma che ha tutte le intenzioni di giocarsi il titolo mondiale. Per questo motivo, Bagnaia non può stare tranquillo, perché tutta la pressione sarà su di lui in questo campionato che sta per iniziare.

Quando si diventa campioni del mondo ci si sente più leggeri, e questo è sicuro, ma avere accanto uno come Bastianini, che già lo scorso anno lo ha messo in difficoltà in diverse occasioni, lo potrebbe spingere ancora più in là, ma quest’anno sarà fondamentale evitare gli errori che ha commesso nelle prime gare.

Anche il team manager, vale a dire Davide Tardozzi, ha sottolineato questo aspetto negli ultimi giorni, perché una falsa partenza potrebbe costargli molto. La Ducati del 2022 è divenuta imbattibile nella seconda parte di stagione, anche grazie al tracollo totale di Yamaha ed Honda, ma difficilmente questi due colossi ripeteranno un campionato così fallimentare.

Le case giapponesi hanno tutto per recuperare, ma è chiaro che in Ducati non saranno stati con le mani in mano. Sulla Desmosedici GP23 è stato fatto un lavoro di affinamento di tutti i punti forti visti in passato, a cominciare dal motore per arrivare alla parte aerodinamica, aspetto in cui la casa di Borgo Panigale ha dettato legge in questi anni.

MotoGP, Davide Barana racconta l’evoluzione Ducati

La MotoGP ha nell’aerodinamica uno dei punti di maggior interesse, e per questo occorre dire grazie all’ingegner Luigi Dall’Igna che ci ha visto lungo con l’introduzione degli abbassatori, delle alette e di tutte quelle appendici che hanno trasformato le moto in delle astronavi, ricalcando la F1 da questo punto di vista.

In queste ultime ore, il direttore tecnico della casa di Borgo Panigale, Davide Barana, ha rilasciato un’intervista a “Marca.com“, affermando: “La nostra forza è legata al fatto che ogni anno abbiamo delle ottime idee, che ci servono per fare dei passi in avanti importanti. Nei test che inizieranno a breve in Malesia lavoreremo molto sul motore da 1000cc per il prossimo anno, mentre, sulla Desmosedici GP23, avremo delle piccole novità sul fronte dell’aerodinamica. Tuttavia, non andremo a stravolgere il progetto vincente dello scorso anno“.

Barana ha poi aggiunto: “Il propulsore che avremo a disposizione in questa stagione 2023 sarà ancor più potente rispetto allo scorso anno, mentre abbiamo in serbo delle grandi novità per quello che arriverà nel 2024. Cosa penso del futuro della MotoGP e dell’intelligenza artificiale? In questo momento non mi posso esporre, ma queste novità ci aiutano molto con i nostri progetti, lavoriamo più in fretta e riduciamo facilmente le distanze“.

I riferimenti sono ovviamente alle simulazioni che già da tanti anni vengono utilizzate in F1, per una top class del Motomondiale che a livello tecnologico sta crescendo di anno in anno. L’altro lato della medaglia è ovviamente legato allo spettacolo. Le moto sono sempre più veloci, arrivando a “mangiarsi” le staccate e le curve, ma l’eccessiva downforce sta facendo diventare i sorpassi sempre più merce rara, come accade da anni nella massima serie automobilistica.

La presenza di così tante ali e pinne, ovviamente, disturba i piloti che seguono, portandoli ad usurare in fretta gli pneumatici e costringendoli, a volte, a prendersi spazio per farli raffreddare. Questo è uno dei punti che dovranno essere analizzati dai grandi capi, ma intanto godiamoci una Ducati diventata riferimento assoluto delle due ruote, un qualcosa che sino a pochi anni fa sembrava quasi impossibile.

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