F1, scontro frontale tra FIA e Liberty Media: ora è davvero guerra

La F1 sta per essere venduta? L’indiscrezione sul probabile acquirente legato alla FIA fa andare su tutte le furie Liberty Media.

Era dicembre 2021 quando Mohammed Ben Sulayem subentrava a Jean Todt ai vertici della FIA. Allora gli animi erano piuttosto agitati per quanto successo nel gran finale di Abu Dhabi tra Hamilton e Verstappen, o più in generale tra Mercedes e Red Bull. Motivo per cui il passaggio di consegne finì relegato in secondo piano. Con il trascorrere dei mesi, però, la musica è via via cambiata. E sarà per l’evidente discontinuità con il passato proposta dal dirigente arabo, i motivi di frizione sono stati diversi.

F1 e FIA (AdobeStock)
F1 e FIA (AdobeStock)

In particolare ricordiamo le polemiche successive all’informativa riguardante l’utilizzo dei gioielli nel corso delle competizioni e di indumenti intimi conformi. Piuttosto che la decisione molto contestata dai piloti di adottare due direttori di gara in alternanza. O ancora i continui ritocchi al regolamento tecnico.

E’ storia invece di lunedì scorso, di un ennesimo contrasto tra il nuovo boss federale e l’attuale ente proprietario del Circus. Stando ad alcune voci, riportate dal sito economico Bloomberg, la serie starebbe per essere acquistata da un fondo appartenente all’Arabia Saudita.

Come noto, da due stagioni la città saudita di Jeddah, è entrata a far parte del calendario. E quale miglior mossa se non mangiarsi l’intera torta. Addirittura, sempre stando alle chiacchiere, l’offerta avanzata del contestato Paese avrebbe raggiunto i 20 miliardi. Ovvero cinque volte in più di quanto pagò Liberty Media nel 2016, quando CVC e Bernie Ecclestone si fecero da parte.

Atmosfera tesa tra FIA e Liberty Media

Per evitare di aggiungere fuoco al fuoco, il 61enne, fresco di capatina al Rally di Montecarlo, ha voluto mettere tutto a tacere, sostenendo che rendere realtà una simile ipotesi vorrebbe dire aumentare i costi organizzativi dei singoli GP, con conseguente balzo in alto del prezzo dei biglietti.

Tirata implicitamente in ballo, Liberty si è fatta sentire in maniera piuttosto vivace. La paura di vedersi sottotratto il giocattolino proprio adesso che pare aver preso a funzionare bene, l’ha destabilizzata. Tanto da accusare Ben Sulayem di aver negato tutto per puro opportunismo e non per convinzione.

Che gli americani temano un’imboscata? Tutto può essere. Non a caso nella giornata di martedì il CEO Stefano Domenicali, ha fatto circolare una lettera inviata direttamente agli uffici federali, in cui si ricordava come l’organo che si occupa delle questioni tecniche non abbia le facoltà per mettere il becco in quelle economiche e di marketing. Nel pieno rispetto dell’accordo che venne stipulato ai tempi di Max Mosley presidente, quando si optò per dividere in modo netto le funzioni.

La FIA si è impegnata in modo netto a non compiere alcuna azione che possa pregiudicare la proprietà, la gestione e/o lo sfruttamento dei diritti commerciali“, si apprende scorrendo il testo. “A questo proposito riteniamo che i commenti fatti in maniera ufficiale dal presidente via social media interferiscano con essi in modo inaccettabile“.

A mettere gli statunitensi in allarme sarebbe stata proprio la parte della dichiarazione riguardante il denaro. Quella che, avendo potenzialmente un impatto sul valore dello sport, potrebbe danneggiare gli investitori e gli azionisti.

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