MotoGP, cosa significa una gara flag to flag? Ecco come funziona

C’è grande attesa per la sfida della prossima stagione. I piloti della MotoGP potrebbero cimentarsi anche nelle consuete gare flag to flag.

I rider della classe regina hanno storto il naso quando è stato annunciato il calendario della prossima stagione. L’annata 2023 prevederà 21 GP, mai si era toccato un simile numero nella storia del Motomondiale. Inoltre, i piloti dovranno prepararsi ad affrontare al meglio anche il nuovo format delle gare sprint che raddoppieranno il numero dei round. In sostanza si avranno 42 corse tra GP e SR. Il calendario sarà molto impegnativo anche dal punto di vista degli spostamenti, con un programma che, per la prima volta, spingerà i rider in Kazakistan e India.

MotoGP (ANSA)
MotoGP (ANSA)

Oltre alle 2 new entry, nel 2023 si sarebbe dovuto correre anche il round della Finlandia, annullato la scorsa estate. I piloti inizieranno la stagione dall’Autodromo Internacional do Algarve che ospiterà il Gran Premio del Portogallo, in programma dal 24 al 26 marzo. Soli sette giorni dopo il paddock si sposterà in Sud America per il Gran Premio di Argentina. Una settimana di pausa e poi sarà la volta del GP delle Americhe previsto ad Austin, Texas. Dopo un viaggetto in giro per il mondo, i piloti saranno protagonisti in Europa, a Jerez de la Frontera.

A metà maggio sarà l’occasione di ammirare il Gran Premio di Francia a Le Mans, mentre dal 9 all’11 giugno i fan nostrani presenzieranno al GP d’Italia, al Mugello, che lascerà poi spazio al GP di Germania al Sachsenring e al TT di Assen con cui si chiuderà il mese. Immaginate che lo spettacolo raddoppierà con le Sprint Race, ma a duplicarsi sarà anche la fatica fisica. Dal 7 al 9 luglio sarà tempo della prima volta assoluta in Kazakistan al Sokol International Racetrack. I piloti della MotoGP, abitualmente, hanno sempre goduto di una pausa estiva lunga per recuperare le energie e rilassarsi in vacanza. Nel 2023 la MotoGP sarà protagonista, già ad inizio agosto, a Silverstone con il Gran Premio di Gran Bretagna.

Due settimane è programmato il Gran Premio d’Austria al Red Bull Ring. I piloti potranno riprendere fiato per una settimana prima del double header al Circuit de Barcelona-Catalunya e al Misano World Circuit, intitolato a Marco Simoncelli, per il Gran Premio di San Marino. Un tour de force, dato che in Asia, dal 22 al 24 settembre, debutteranno al Buddh International Circuit per poi spostarsi a Motegi per il GP del Giappone. Dopo una settimana di pausa arriverà un clamoroso triple header con il GP d’Indonesia a Mandalika, il GP d’Australia a Phillip Island e il GP di Thailandia a Buriram. Come se non bastasse, dopo soli 7 giorni di riposo, vi saranno le ultime tre gare consecutive. Il GP della Malesia previsto a Sepang si terrà dal 10 al 12 novembre per poi spostarsi in Qatar sotto le luci artificiali di Losail e, infine, in al Circuit Ricardo Tormo di Valencia, dove dal 24 al 26 novembre, andrà in scena l’ultimo atto del Mondiale con il Gran Premio della Comunità Valenciana.

MotoGP e le gare flag to flag

In caso di condizioni meteo variabili, da asciutto a bagnato o viceversa, i piloti della MotoGP possono balzare su una seconda moto pronta ai box, con setting e gomme diverse. Si tratta di una strategia che in passato ha stravolto la classifica ed è stata introdotta nel 2017. Il sistema è stato creato per evitare l’interruzione della gara, nel momento in cui le condizioni evolvono. Vi sono situazioni che prevedono il passaggio da una moto con gomme da bagnato ad una con un assetto e mescole da asciutto, viceversa può avvenire che i piloti partono un GP su asfalto asciutto e poi venga a piovere. La regola è prevista solo in caso in cui non è possibile una nuova ripartenza, ovvero quando si sono già conclusi i due terzi di giri della gara, regola ancora valida in Moto3 e in Moto2.

Si chiamano gare flag to flag perché la procedura comincia con l’esposizione della bandiera bianca e si conclude con quella a scacchi, ovvero la fine della corsa. Dopo l’esposizione della white flag i rider possono rientrare in pit lane e saltare sulla seconda moto. I piloti possono scegliere il momento esatto per rientrare. La strategia ha un impatto importantissimo sull’ultima parte delle corse. Rientrare troppo presto può comportare un deterioramento delle nuove mescole, mentre farlo troppo tardi può avere un impatto cronometrico pesante. Nel caso, invece, la gara venga dichiarata bagnata prima ancora che si spengano i semafori del via, il flag to flag avviene automaticamente in caso la pista si asciughi. I piloti devono essere velocissimi nel cambio moto e vi sono varie tecniche.

C’è chi, letteralmente, salta in un lampo sulla moto e chi necessita di un minimo di extra time. Le moto devono essere posizionate nella stessa maniera per evitare pericoli. Tutto dipende dalla precisione della frenata, nel punto segnalato dal team, per non creare ulteriori rischi agli altri rider nella delicata manovra. I tempi sono rapidissimi. La seconda moto deve essere pronta in “folle” con il motore accesso. Intorno al bolide ci sono cinque meccanici che devono dare il via libera al pilota sulla nuova moto. Non ci resta che attendere il prossimo campionato per assistere ad una emozionante gara flag to flag.

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