MotoGP, la Yamaha vuole tornare al top: ecco il piano della casa di Iwata

La Yamaha è diventata una delle concorrenti meno competitive in MotoGP, ed ha bisogno di tornare in fretta tra i primi. Ecco come faranno.

Il 2023 sarà l’anno della verità per le case giapponesi, chiamate al riscatto dopo una stagione ricca di delusioni e bocconi amari. La Yamaha vive un periodo molto delicato, perché se escludiamo il titolo vinto lo scorso anno da Fabio Quartararo, più grazie al talento del pilota che non alla bontà della moto, va detto che gli ultimi anni in MotoGP sono stati duri per la casa di Iwata.

Yamaha, Fabio Quartararo (ANSA)
Yamaha, Fabio Quartararo (ANSA)

Il team diretto da Lin Jarvis ha dominato la scena con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo quasi ininterrottamente sino al 2012, ma ha poi iniziato a soffrire la pressione della Honda di Marc Marquez, padrone assoluto della MotoGP sin dal suo debutto. L’ultima stagione in cui la M1 è stata la moto da battere è quella del 2015, quando i due alfieri si sono giocati il titolo sino al turbolento finale di Valencia, dal quale il maiorchino è uscito vincitore tra le polemiche.

In seguito, la Yamaha è entrata in crisi, restando a secco di titoli mondiali sino al 2021, in cui Quartararo, al debutto sulla moto factory dopo i due anni nel team Petronas di Razlan Razali, ha dato prova del suo talento chiudendo i conti con ben due gare di anticipo, nonostante una superiorità della Ducati che iniziava a farsi sentire.

Il 2022 era iniziato tra alti e bassi, ma i successi di Portimao, Barcellona e Sachsenring avevano dato modo al “El Diablo” di allungare in classifica. Dopo il ritiro di Assen è cambiato qualcosa, e la Yamaha ha iniziato a remare, con Franco Morbidelli e gli altri piloti della casa di Iwata che non si sono mai avvicinati alla top five in questa stagione, un dato che la dice lunga.

Dopo il successo in Germania, Fabio è salito sul podio soltanto con il terzo posto in Malesia, e non ha potuto fare nulla per contrastare la rimonta di Pecco Bagnaia, che ha vinto il campionato soltanto nel round finale di Valencia. Il rider transalpino ha dato tutto per provare a confermarsi campione del mondo, ma la sua Yamaha non ha potuto nulla contro una Ducati perfetta ed un Pecco in forma smagliante.

Durante la fase finale della stagione, i giapponesi hanno provato il motore 2023, che soprattutto nei test di Misano aveva dato buone sensazioni a Quartararo. Tutto è cambiato nelle prove di fine stagione a Valencia, quando l’ex iridato ha evidenziato un passo indietro sul propulsore, ma anche sul telaio, mettendo in allerta la sua squadra.

MotoGP, ecco cosa serve alla Yamaha per ripartire

La Yamaha ha tanto terreno da recuperare per tornare al top della MotoGP, ed è chiaro che i primi guai da risolvere riguardano il motore. Per riuscire a limare il gap dalla Ducati, è stato assunto l’ingegner Luca Marmorini, che ha una lunghissima esperienza in Ferrari nel mondiale di F1, uno che in termini di propulsori sa il fatto suo.

Secondo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport“, la Yamaha manterrà il consueto schema dei quattro cilindri in linea, e la cosa ci portà a pensare che non verrà attuata una rivoluzione in termini motoristici, ma è più corretto parlare di evoluzione. Uno dei grandi problemi del motore della casa di Iwata degli ultimi anni è legato ad un’erogazione poco fluida, che porta ad un eccessivo consumo della gomma posteriore.

Fabio Quartararo, per fortuna della Yamaha, ha una guida molto dolce che gli permette di ridurre questo delta rispetto alle rivali, ma la sostanza non cambia: già ai tempi di Valentino Rossi e Maverick Vinales c’era questo problema, che costringeva i rider a soffrire nella seconda parte di gara per un consumo troppo accentuato della gomma situata al posteriore.

L’interrogativo in casa Yamaha riguarda la ricerca della potenza o la miglior gestione delle gomme. Avere un propulsore in grado di portare la moto a delle velocità massime per poi però compromettere la parte dedicata agli pneumatici potrebbe complicare la vita a chi va in pista, per cui sarà fondamentale trovare un buon equilibrio. Nella gara di Buriram, in Thailandia, ha fatto il proprio debutto anche il nuovo telaio, che sembra aver migliorato qualcosa, ma è chiaro che senza un motore che si rispetti è tutto inutile.

Tra il quattro cilindri in linea ed il V4, pare che la Yamaha abbia deciso di continuare a puntare sul primo, senza considerarlo superato sul fronte tecnologico. Questo tipo di motore consente ai tecnici di poter avere ampi margini di lavorazione sulla sospensione posteriore, migliorando l’aderenza e dando la possibilità al pilota di gestire meglio l’elettronica. Il 2023 ci dirà se i giapponesi avranno preso la decisione giusta.

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