In casa Ferrari c’è aria di grandi cambiamenti. Una novità fa presagire presto una nuova modifica nell’organigramma della Rossa.
A 77 primavere suonate Piero Ferrari ha deciso di cominciare a pensare ad un futuro più defilato. Nei giorni scorsi il figlio del Drake ha dato vita ad un fondo fiduciario per gestire la propria partecipazione del 10% nell’azienda creata dal genitore ufficialmente il 12 marzo 1947.
Da quanto si può apprendere da un documento depositato alla SEC, l’autorità a stelle e strisce che si occupa della vigilanza del mercato finanziario, il principale erede di Enzo avrebbe trasferito le proprie quote, in stile nuda proprietà, ad un family trust (strumento solitamente adottato per gestire ingenti patrimoni famigliari), costituito secondo le leggi delle Isole Jersey, ma basato principalmente a Modena.
L’attuale vice presidente esecutivo del Cavallino, nonché azionista del cantiere nautico Ferretti e proprietario della società di ingegneristica Hpe Coxa, si è dunque dovuto muovere in questa maniera per rispettare il programma di successione stabilito.
L’obiettivo del fondo aperto è infatti quello di “garantire il benessere dei discendenti tramite una strategia unitaria a lungo termine per quanto concerne la gestione della partecipazione nella Casa di Maranello”.
Ma chi beneficerà di tutto quel patrimonio? Essenzialmente la figlia Antonella e i nipoti Piero Galassi Ferrari ed Enzo Mattioli Ferrari, che tra l’altro è il fiduciario.
Il suddetto trust che verrà “custodito” dal consulente Franco Ravanetti, è stato arricchito altresì da 4 miliardi di euro stando alle attuali quotazioni di Borsa. E dall’annessa garanzia di diritto di voto per più del 15%
Rimarrà al contrario congelato il rapporto con Exor. Il gruppo, continuerà a detenere il 23% del capitale del brand di vetture sportive. E il 35% dei diritti. Dunque, a dispetto della firma di un accordo tra la holding della famiglia Agnelli e Ferrari a certificare la nascita della nuova entità, non ci saranno cambiamenti sostanziali nella suddivisione.
Ferrari sorride pensando al WEC
Nel mentre la burocrazia fa il suo lavoro e si pongono le basi per l’avvenire, la squadra corse macina chilometri. Non quella della F1, attualmente a riposo. Bensì quella più attesa e acclamata dell’endurance.
Il 2023 sarà un anno cruciale per la Casa modenese, in quanto dopo un’assenza lunga cinquant’anni tornerà a competere nel Mondiale di durata. Una decisione, spinta dalla presidenza Elkann, che ha mandato i tifosi in fibrillazione, anche nel ricordo dei trionfi passati.
Il debutto avverrà il prossimo 17 marzo alla 1000 km di Sebring, ma la Scuderia non ha perso tempo e per preparare al meglio la bella 499P Hypercar, ha già accumulato 16.000 km.
L’ultimo test della stagione è stato effettuato sul circuito Piero Taruffi di Vallelunga. Facendo un bilancio delle prove finora, il responsabile dello sviluppo Ferdinando Cannizzo ha commentato a Motorsport.com: “Il lavoro svolto nel 2022 è stato decisamente intenso, ma siamo ancora all’inizio del percorso“, ha tenuto a sottolineare.
“Come è normale in questa fase registriamo progressi. Così come inconvenienti che inevitabilmente rallentano la tabella di marcia“, ha di fatto svelato qualche intoppo. “Stiamo raccogliendo dati e informazioni utili che possano far crescere la vettura sia in termini di prestazione, sia di affidabilità. Anche se c’è ancora molto da fare, il piano che stiamo seguendo è quello che avevamo definito”.