Bollo auto da pagare? Come funziona per le macchine d’epoca e storiche

Il bollo è previsto anche per le auto storiche e d’epoca? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul pagamento ed eventuali esenzioni.

Se nel nostro garage disponiamo di auto che hanno passato le 30/40 primavere, dobbiamo seguire le pratiche di ordinaria amministrazione che spettano a quella con cui normalmente circoliamo? Nella fattispecie del nostro articolo, chiariremo i dubbi riguardanti il bollo. In sintesi, va pagato o ci spettano delle agevolazioni?

Bollo auto (Adobe Stock)
Bollo per auto storiche e d’epoca (Adobe Stock)

La risposta è che trattandosi di una tassa sulla proprietà di competenza regionale, normalmente spetta a loro definire le regole circa il versamento dell’imposta. Solamente in  Sardegna e in Friuli Venezia Giulia la gestione è in mano all’Agenzia delle Entrate.

Vi è tuttavia una normativa nazionale che riguarda questo tipo di veicoli. E adesso la spiegheremo nel dettagli.

Auto d’epoca: che cosa s’intende

Secondo il Codice della Strada, dire vettura storica o d’epoca non è la stessa cosa. Ne consegue che pure le tasse e le imposte ad esse collegate siano diverse.

Stando a quanto riportato dall’articolo 60 del CdS, i veicoli d’epoca sono quelli cancellati dal Pubblico Registro Automobilistico, poiché destinati ai musei o a locali pubblici e privati, con l’obiettivo di salvaguardarne le caratteristiche tecniche originarie del costruttore.  Ugualmente, sono ritenuti tali quelli non adeguati nei dispositivi, nei requisiti e negli equipaggiamenti alle prescrizioni stabilite per la circolazione. A loro volta dispongono di un apposito elenco presente nel Centro Storico del Dipartimento per i Trasporti Terrestri.

La loro circolazione è ammessa soltanto in occasione di manifestazioni dedicate o raduni autorizzati, limitatamente alle località e agli itinerari stabiliti. Per potersi muovere liberamente rispettando comunque le regole che li riguardano, devono ricevere l’autorizzazione dall’ufficio competente del Dipartimento per i Trasporti Terrestri, che è quello del luogo in cui avrà luogo l’evento.

Sul documento dovranno essere presenti, la data di validità del permesso, i percorsi previsti e la velocità massima, che solitamente non oltrepassa i 40 km/h. Senza il lasciapassare, se fermati dalle forze dell’ordine, si possono ricevere tra gli 87 e i 344 euro di multa.

Auto storiche: che cosa sono

All’interno del medesimo articolo del Codice viene definito anche cosa siano le macchine storiche. Si tratta di mezzi di interesse, come dice la parola stessa, storico e collezionistico, iscritti in uno di questi registri: ASI, Italiano Alfa Romeo, Storico Lancia, Storico FMI e Italiano FIAT.

La differenza principale tra le due tipologie, è che queste ultime possono circolare liberamente. L’importante è che ciò avvenga nel rispetto dei requisiti previsti, elencati nell’articolo 214 del D.P.R. 495/92, ossia il Regolamento di Attuazione ed Esecuzione del Codice della Strada.

Ma per essere considerato storico, un veicolo quanti anni deve avere? La risposta è almeno 20. Per essere ritenuto tale, poi, deve avere mantenuto le caratteristiche di fabbricazione.  A meno che le modifiche non siano state obbligate e riportate sulla carta di circolazione. E come tali riconosciute del Ministero dei Trasporti.

Per poter circolare senza divieti dovrà avere freni, clacson e luci ben funzionanti, gomme, sospensioni, vetri e specchietti retrovisori in buono stato.

Il bollo bisogna pagarlo ugualmente?

Chi possiede un’auto che ha tra i 20 e i 29 avrà diritto a delle agevolazioni, che tuttavia dipendono dalla regione in cui ci si trova. Sono esentati dal versamento, invece, coloro che dispongono di una vettura che ha superato la trentina. In quest’ultimo caso, l’esenzione è automatica. NON bisogna presentare alcuna richiesta. L’unico spesa da fare, è una tassa forfettaria che vale per dodici mesi.

Ma come facciamo a sapere se la nostra macchina rientra in una delle cerchie sopradescritte? Basta visitare l’elenco curato Automobilclub Storico Italiano. Lì troveremo il dato che ci interessa. Ovvero l’anno di costruzione del veicolo.

Genericamente le auto storiche (regolarmente iscritte) pagano il 50% in meno. Ma in Lombardia, ad esempio, si è completamente esentati. In  Piemonte, se non si è iscritti la riduzione si condensa al 10%. In Umbria, si versa il 90% in meno se il mezzo è iscritto nel Registro Storico e dotato di certificato di rilevanza storico indicato sulla carta di circolazione. E nelle Province Autonome di Trento e Bolzano non devono pagare nulla coloro che dispongono di un veicolo a uso professionale purché iscritto al Registro.

Se il veicolo è over 30, allora non siamo tenuti a pagare nulla. Solo, come detto, una tassa forfettaria stabilita dalla regione di appartenenza. 25,82 euro in Valle d’Aosta, Province Autonome di Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Basilicata, Sicilia e Sardegna. 30 euro in Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria. 28,40 euro in Veneto, Liguria e Lazio. 29,82 euro in Toscana. 27,88 euro nelle Marche. 31,24 euro in Abruzzo e in Campania. 28 euro in Molise.

Per farsi un’idea precisa e completa sull’argomento, le informazioni sono comunque fruibili sul sito del Club ACI Storico. Lì si può prendere visione dell’elenco delle auto storiche esenti da bollo. L’ordine è rigorosamente alfabetico e sono presenti marca, modello e anno di costruzione. Una parte è dedicata alle autovetture tra i 20 e i 29 anni. Un’altra a quelli tra i 30 e i 39 anni.

Auto d’epoca e storiche, cosa bisogna fare per il mantenimento

Al di là della questione bollo, con le eventuali riduzioni o esenzioni di cui abbiamo parlato,  le auto storiche devono rispettare i normali adempimenti che valgono per qualsiasi veicolo. Tra tutti l’obbligo di revisione ogni due anni e quello di assicurazione.

Per quanto concerne invece le auto storiche costruite prima del 1960, la revisione sarà valida solamente se effettuata nelle sedi di competenza della Motorizzazione Civile, piuttosto che nelle officine appositamente autorizzate e indicate dalla Motorizzazione o dai Club storici.

Riaprendo invece il capitolo relativo alle macchine d’epoca, i tempi tra una revisione e l’altra si allungano, anche perché, come detto,  si tratta di mezzi che possono circolare solamente in concomitanza di revival e manifestazioni dedicate. Il controllo generale andrà quindi fatta tassativamente ogni cinque anni nelle sedi della Motorizzazione.

Se non si rispettano questi semplici regole, si sarà costretti a restare a casa.

Per concludere, qualche parola sull’assicurazione. I proprietari di vettura d’epoca invitati ad eventi, possono stipulare una RC Auto temporanea della durata della manifestazione, e del percorso dall’abitazione al luogo previsto e viceversa.

Impostazioni privacy