Il pilota della Ferrari Leclerc non nasconde l’amarezza per un campionato perso nonostante le ottime premesse. Ecco cosa non ha funzionato.
Smaltita la frustrazione e la rabbia per il titolo mancato, nel cuore di Charles Leclerc è rimasta la delusione. La rivoluzione tecnica con il debutto delle monoposto ad effetto suolo avrebbe dovuto essere un’opportunità per la Ferrari, ed invece l’ha aiutata solo in parte. E la colpa è della scuderia che non ha saputo approfittarne. O forse ha peccato di hybris, troppo convinta di fare bene.
Certo, sostenere che il 2022 della Rossa sia stato negativo sarebbe ingiusto, ma avrebbe sicuramente potuto andare meglio, specialmente viste le premesse dei test invernali e le promesse dell’ex boss Mattia Binotto.
E’ evidente che a Maranello abbiano parlato troppo. Tenendo un basso profilo, il più possibile realista e pragmatico, avrebbero limitato attese e annessa pressione. Due elementi che hanno influenzato anche i due piloti, convinti di potersi giocare la coppa più importante, salvo poi presto rendersi conto che non sarebbe stato così.
Come si è ripetuto spesso a mancare è stato un mix di tutto: la sinergia interna, la lucidità dei corridori e del muretto, a volte pure l’affidabilità. Ciò ha portato il team a finire sì secondo sia tra i costruttori, sia tra i conduttori, ma con un gap spaventoso dalla Red Bull.
Leclerc infastidito dalla Ferrari: ecco perché
Tracciando un bilancio della stagione del Cavallino, il “Predestinato” è stato tutt’altro che dolce. Ferito, non solo per i diversi scivoloni fatti, ma soprattutto per no essere stato preferito a Carlos Sainz da subito.
Parlando ad Auto Motor und Sport, il monegasco si è sparso il capo di cenere, ammettendo di aver fatto delle sbagli, ma ugualmente ha tirato le orecchie al box.
“Rispetto al 2021 abbiamo fatto un grande passo avanti“, ha affermato. “Tanto che non credo che molti ci ritenessero in grado di vincere. Tuttavia non siamo stati perfetti, per esempio in termini di strategia. Se guardo al quadro completo, penso che avessimo le qualità per ottenere qualcosa di più e battagliare per il Mondiale“, ha proseguito severo, individuando il momento del crollo.
“Gli aggiornamenti arrivati a Barcellona hanno reso la F1-75 l’auto più veloce, ma anziché ricavarne qualcosa ci siamo persi“, ha puntualizzato amareggiato.
I guasti alla power unit tra la Spagna e l’Azerbaijan, lo start dal fondo del Canada e le decisioni sbagliate prese a Monaco, sono state le défaillance più pesanti da digerire per il #16.
“Lì avremmo potuto portare a casa dei risultati“, ha considerato rivelando di essere piuttosto duro con i suoi uomini quando si trova lontano dalle telecamere. “Nelle riunioni interne cerco di spronare tutti. È il mio lavoro. Quando si sbaglia bisogna intervenire. E io devo avere la libertà di dire ciò che penso“, ha dichiarato con il piglio da capo.
Ottimista per il futuro e convinto che manchi solo l’ultimo miglio per raggiungere l’obiettivo condiviso con l’equipe modenese, il vice-iridato in carica ha dettato il programma tecnico spiegando dove è necessario rafforzarsi.
“Dobbiamo implementare la velocità sul dritto per contrastare gli austriaci“, ha terminato identificando altresì nella Mercedes una minaccia da non sottovalutare.