Il figlio del Kaiser non le ha mandate a dire in una recente intervista. Mick Schumacher non prenderà parte alla prossima stagione di Formula 1.
Mick Schumacher, dopo due anni molto silenziosi nel circus, ha iniziato a scatenarsi nel momento in cui ha avuto lo notizia da Gene Haas che non avrebbe continuato nel team. Un duro colpo per le ambizioni del giovane tedesco che, però, non ha dimostrato di valere un posto tra i migliori 20 driver al mondo. Vi sono, sicuramente, molti piloti paganti che meriterebbero di essere fuori dall’olimpo dorato della categoria regina del Motorsport, ma di sicuro Mick non ha messo in luce qualità superiori ad un Lance Stroll, solo per citarne un nome.
Il figlio del sette volte iridato, dopo un primo anno d’ambientamento concluso a zero punti, non è riuscito a farsi valere nel duello interno con Kevin Magnussen. Su di una VF-21 a dir poco deludente era comprensibile lo zero in classifica, ma la prima wing car della storia della squadra a stelle e strisce si è rivelata un’auto discreta. Kevin Magnussen ha collezionato sin da subito punti pesanti, arrivando addirittura quinto al debutto in Bahrain. Il danese, tra l’altro, era stato lontano dal circus per un anno, ma ha subito ritrovato le sensazioni giuste al volante della VF-22. Il progetto si è rivelato interessante, almeno nella prima fase di campionato, spinto dal motore Superfast. A quel punto le pressioni sono state inevitabili.
Mick, con una buona dose di incoscienza, arrivò a dichiarare che l’auto americana avrebbe potuto lottare per qualche podio nel 2022. Il feeling, del resto, era positivo, ma il tedesco non è mai riuscito a concretizzare. Il figlio del Barone Rosso non ha mai dato la sensazione di essere cattivo alla guida, nemmeno nelle categorie minori. Nonostante le vittorie in F3 e F2 la personalità del ragazzo mal si è conciliata con il temperamento del team principal della Haas. Steiner ha pretesto che il giovane alzasse l’asticella delle performance nella seconda parte di campionato. Nel tentativo di tenere il passo dell’esperto compagno di squadra, spesso Mick ha peggiorato le cose. Nel corso della sua esperienza in F1 ha fatto a pezzi più di una vettura, dando una mazzata non indifferente alle casse in rosso del team.
A quel punto Steiner affermò che quegli errori non arrivavano da un giovane campione come Verstappen. In quel caso il team principal della Haas avrebbe anche potuto comprendere e accettare gli sbagli. I rapporti sono andati deteriorandosi ad ogni piccola successiva sbavatura. La pressione è diventata enorme nel momento in cui Kevin Magnussen ha messo a segno il doppio dei punti del tedesco ed ha persino conquistato la prima storica pole position del team in Brasile. Il campione di F2 nel 2020, invece, ha conquistato 12 punti totali, grazie ad un sesto posto al Red Bull Ring e un ottavo a Silverstone.
F1, lo sfogo di Mick Schumacher
La squadra avrebbe desiderato lottare con Alfa Romeo e Aston Martin per la sesta piazza, ma sono mancati gli acuti del tedesco. Il team Haas ha preceduto almeno l’AlphaTauri, chiudendo all’ottavo posto della classifica costruttori con 37 punti. KM ne ha messi a segno 25. Il mismatch tra teammate ha portato il proprietario della Haas a chiudere la porta al giovane tedesco e a puntare dal 2023 sull’esperienza di Nico Hulkenberg. Per Mick è stato un duro colpo, anche perché avrebbe voluto continuare la sua esperienza nel circus. Nel bilancio finale sono pesati in modo importanti i ritiri e una mancanza di ritmo, a volte, disarmante in gara.
La Formula 1 sa essere spietata, ma secondo il giovane oggi manca la pazienza di far crescere i piloti. Va detto che molti, in passato, non hanno avuto la fortuna di avere due anni in F1. C’è chi è stato tagliato fuori molto prima per molto meno o nemmeno ha avuto mezza possibilità di arrivare nella categoria regina del Motorsport. In una intervista al magazine Auto Motor und Sport Mick Schumacher ha tuonato: “In un certo senso è deludente perché penso di aver fatto un buon lavoro quest’anno. La squadra ha preso una decisione diversa e devo accettarla. Ora devo concentrarmi sul futuro. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma la tendenza era sempre al rialzo. Penso che conti. Era solo la mia seconda stagione in Formula 1. La prima è quasi impossibile da contare come una stagione poiché abbiamo passato la maggior parte del tempo a girare in fondo al gruppo. Prima ho dovuto abituarmi ai duelli a centrocampo. Nel corso della stagione ce l’abbiamo fatta bene e abbiamo sfruttato al meglio la situazione”.
“La Formula 1 è uno sport in cui devi spingerti al limite. Per trovare il limite, a volte bisogna superarlo. Ci sono quindi molte persone nella scena che affermano che un giovane pilota ha bisogno di almeno tre anni per adattarsi. Sono d’accordo. La Formula 1 è di un calibro completamente diverso rispetto a qualsiasi altra categoria di corse che ho guidato prima. Mi sono sentito più a mio agio ogni volta che sono salito in macchina. Potresti anche vederlo nel mio trend positivo”. Insomma Mick avrebbe voluto più tempo ma il circus non aspetta nessuno.