Domenicali è preoccupato da un aspetto: potrebbe costare caro alla Ferrari

Il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha salutato Binotto in occasione di un evento in Spagna. La previsione sulla Rossa non tranquillizza i fan.

La Ferrari ha aperto un nuovo corso con la cacciata di Mattia Binotto. La prima testa è saltata e, a catena, potrebbero essere silurati altri membri del team nelle prossime settimane. Se la volontà dei vertici è quella di un cambio radicale, è necessario uno stravolgimento completo. Il solo allontanamento di Binotto non risolverebbe tutti i guai. Tutto è partito da un messaggio chiaro dell’amministratore delegato, Benedetto Vigna, nella conference call parigina. Il secondo posto non ha soddisfatto nessuno, nonostante la rinnovata competitività della vettura.

Stefano Domenicali (ANSA)
Stefano Domenicali (ANSA)

Assodato che i secondi sono i primi perdenti, c’è modo e modo anche di arrivare secondi. La Ferrari è partita con un exploit che lasciava immaginare una stagione in lotta, almeno sino alle ultime tappe, per la corona iridata. Lo credevano i fan, gli addetti ai lavori e soprattutto gli attori protagonisti. Charles Leclerc, in modo chiaro, ha ammesso che dopo il grand chelem di Melbourne aveva maturato l’idea di sfidare Max Verstappen sino ad Abu Dhabi. Il campione della Red Bull Racing ha preso il largo, anche a causa di una serie di errori imperdonabili della squadra. Binotto non è stato in grado di fare delle scelte gerarchiche che potessero mettere nelle migliori condizioni la prima guida della Ferrari.

Nonostante l’evidente feeling di Leclerc al volante della F1-75, e il netto vantaggio maturato nelle prime tre gare non è stato aiutato. La squadra, anzi, gli ha complicato la vita. Diverse strategie sono state, completamente, sbagliate. I casi più eclatanti sono avvenuti in occasione delle tappe di Monaco e Silverstone. Due vittore, o meglio due doppiette, alla portata della Scuderia. Si fa fatica a trovare una squadra non in grado di vincere la storica tappa tra le stradine del Principato, occupando interamente la prima fila. Scelte insensate portarono il padrone di casa a terminare giù dal podio, alle spalle anche del toro olandese.

Per il #16 fu l’ennesima mazzata davanti al pubblico di casa. A Silverstone, inoltre, un detrito colpì in pieno la RB18 di Verstappen, spianando la strada alle Rosse. La gara fu vinta da Sainz, ma il leader monegasco terminò, nuovamente, al quarto posto. Le avarie tecniche della monoposto al Montmelò e a Baku chiusero un cerchio disastroso. La Red Bull Racing prese il largo e Charles riuscì a piegare la resistenza di Verstappen solo nel GP d’Austria. Il Mondiale per Leclerc e per la Scuderia terminò, definitivamente, il 24 luglio 2022 con il crash del Paul Ricard. Nelle successive gare i ferraristi alternarono discrete prestazioni a performance sotto tono, sempre tra una penalità e l’altra a causa delle sostituzioni delle Power Unit. La direttiva 39, post summer break, non fece che accentuare le problematiche della Rossa e favorire le Frecce d’argento.  Hamilton, la clip fa il giro del mondo: è tutta da ridere. Date una occhiata anche ai 10 piloti F1 più pagati: non mancano le sorprese.

Ferrari, il pensiero di Domenicali

La Mercedes è riuscita a vincere in Brasile e si è rifatta sotto in classifica. Per Leclerc passare dal lottare con Verstappen a difendersi dalla seconda guida della Red Bull non gli avrà fatto fare i salti di gioia. In tutto questo marasma, nel box della Ferrari si è respirata una atmosfera pesante, anche a causa dei proclami della vigilia. Il Presidente John Elkann e l’ex team principal della Ferrari, Mattia Binotto, parlarono nel 2021 di obiettivo ciclo vincente. In sostanza non solo la Rossa avrebbe dovuto lottare per la conquista del titolo mondiale, ma per una serie di successi. “Il nostro obiettivo è vincere il mondiale al più presto, puntiamo forte sul 2022, figlio di una rivoluzione regolamentare. L’anno prossimo lottare per il titolo è un obbligo. Non riuscirci significherebbe aver sbagliato tutto. Un fallimento”, dichiarò Binotto nell’estate del 2021.

Gli obiettivi non sono stati perseguiti. Non si è sbagliato tutto, ma quasi tutto. Una squadra che vuole lottare per la prima posizione nella categoria regina del Motorsport non può permettersi errori di strategie, avarie tecniche, sbagli gestionali e strafalcioni comunicativi. Per di più un talento come Leclerc, anche a causa dello scarso potere politico della sua squadra, si è ritrovato con sole 5 vittorie in 4 anni a Maranello. Sono stati fatti errori imperdonabili, ma ora cosa accadrà? La Ferrari si è presa del tempo per scegliere il nuovo direttore d’orchestra. Servirebbe un pistaiolo, per dirla all’Arrivabene. L’ultimo team principal della storia della Scuderia, Stefano Domenicali, ha voluto salutare Mattia Binotto.

In un evento a Pamplona, congiunto con i vertici della MotoGP, il CEO della F1 ha espresso delle preoccupazioni in merito al nuovo corso della Ferrari. “Dimissioni Binotto? Per la posizione che ricopro non posso dire nulla. Nient’altro che augurare a Mattia Binotto buona fortuna per il suo futuro e anche alla Ferrari di trovare la persona che possa continuare il percorso iniziato quest’anno, concluso con il secondo posto in campionato. In questo momento per la F1 è importante, anche per Carlos (Sainz), che ha fatto una stagione davvero bella e importante, avere una squadra competitiva”, ha ammesso Domenicali ai microfoni di Marca.

Impostazioni privacy