Ferrari, il Binotto out spiazza e se il sostituto arrivasse dalla MotoGP?

Si fa un gran parlare del prossimo team principal della Scuderia Ferrari. L’addio di Binotto potrebbe lasciare un vuoto. Ecco chi potrebbe colmarlo.

La dirigenza di Maranello ha bisogno di un profilo vincente. Non è il caso di rischiare nuovi esperimenti interni o persone che hanno avuto percorsi all’Arrivabene. Il grande Jean Todt, ad esempio, fu selezionato dal mondo del Rally. Era già un manager vincente in un’altra categoria del Motorsport. L’unica strada interna potrebbe portare a Coletta, responsabile del reparto corse nel WEC, ma sarebbe un rischio toglierlo dal ruolo alla vigilia dell’anno dell’attesissima sfida di Le Mans.

MotoGP e l'ex team principal Ferrari Binotto (ANSA)
MotoGP e l’ex team principal Ferrari Binotto (ANSA)

La Rossa si sta guardando intorno, soprattutto nel contesto della F1. Il nome più papabile, ad oggi, rimane quello di Vasseur. Il suo passato nelle categorie minori e il rapporto che lo lega a Nicholas Todt e, di conseguenze, a Charles Leclerc avrebbero un peso decisivo. Ma sorge spontanea una domanda, per la Scuderia sarebbe un passo in avanti? Pare che la Ferrari abbia scelto, paradossalmente, di cambiare per la necessità di una svolta, ma senza un preciso piano. A quanto pare la Rossa è arrivata a fare a meno dell’ingegnere di Losanna nelle ultime settimane di novembre. Sorge spontanea l’idea che Mattia Binotto fosse convinto di rimanere nel suo ruolo anche nella prossima stagione.

Non avrebbe avuto senso decidere di puntare con decisione allo sviluppo dell’auto del prossimo anno, dichiarando di sentirsi sicuro e fiducioso di rimanere il team principal della Ferrari. C’è una confusione assurda a Maranello. Un top team ha bisogno di piloti e tecnici di altissimo profilo. Una scelta peggiorativa non avrebbe molto senso anche perché l’esperienza ai massimi livelli può essere molto diversa dal lottare in squadre di media bassa classifica. Occorre gente con curriculum vincenti e che hanno già scritto pagine importanti nel Motorsport. Lavorare in Ferrari è qualcosa di molto diverso rispetto anche a tutti gli altri team di Formula 1. Al di là delle capacità indubbie che occorrono, c’è da chiedersi chi riuscirebbe a resistere a livello di pressione che si creerà nei prossimi anni in Italia.

La Ferrari è vicina ad eguagliare il suo record negativo di 16 anni senza titoli mondiali. Il periodo peggiore del Cavallino rampante avvenne a cavallo tra il 1983 e il 1999. Qualora la Ferrari non dovesse vincere nella prossima stagione il titolo costruttori si andrebbe a riscrivere una pagina drammatica della storia sportiva della Scuderia. L’amministratore delegato Benedetto Vigna ha espressamente richiesto di lottare per il primo premio. Non ci saranno quindi prove d’appello partendo dal presupposto che il secondo sarà sempre il primo degli sconfitti. La Rossa avrebbe bisogno per questo motivo di un tecnico abituato alle sfide più ardue.

Ferrari, uno sguardo alla MotoGP per il dopo Binotto

Nelle ultime settimane, da quando è emerso sulle colonne del Resto del Carlino, che Mattia Binotto avrebbe potuto lasciare la squadra al termine del 2022, si sono fatti nomi esclusivamente legati al mondo dell’automobilismo. Un buon manager può essere all’altezza del passaggio di categoria, qualora goda di stima e di fiducia da parte della squadra. Da Rivola a Brivio nel Motorsport ci sono diversi casi eclatanti. Le motivazioni di eccellere i tanti contesti ha spinto vari tecnici a sposare nuovi progetti. i risultati dei professionisti sopraccitati rappresentano un orgoglio per l’Italia. Perché allora non spingersi in altre categorie per scommettere sull’elemento giusto per riportare in auge il Cavallino?

Disponibile sul mercato, infatti, vi è Livio Suppo. Il 57enne piemontese ha fatto la fortuna della casa di Borgo Panigale e si è confermato anche Honda. Nel 2017 decise di salutare la casa giapponese con la conquista del titolo piloti con Marc Marquez e del mondiale costruttori. Un vincente nato che è riuscito a tirare fuori il meglio in ogni ambiente lavorativo in cui ha lavorato. Al momento in Ferrari sembra mancare una figura carismatica come Suppo. Date una occhiata ai motivi che spingerebbero, invece, Vasseur al muretto della Scuderia modenese. Intanto Sainz ha salutato a modo suo Binotto.

Dopo le esperienze vincenti in Honda e Ducati, Livio ha raccontato il momento esatto in cui ha scelto di prendere la decisione di andare in Suzuki. “Quando Sahara San mi ha chiesto di venire in Suzuki ci ho ragionato un po’ e poi mi sono detto ‘pensa che gusto riuscire a portare anche Suzuki a vincere un mondiale’, e quell’idea mi ha fatto maturare la scelta. È chiaro che nel mio ruolo non sei quello che fa la differenza, che è sempre il pilota, però qualcosa lo puoi fare. Era un bello stimolo, purtroppo potevamo vincerlo solo quest’anno ed è andata diversamente”, ha raccontato il tecnico in una recente intervista a MOW. La Suzuki ora si è ritirata dalla MotoGP, ma immaginate il piacere di lavorare per riportare la Ferrari in cima al mondo.

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