Valentino Rossi torna sul dramma del Mugello: parole agghiaccianti

Il nove volte campione del mondo della MotoGP, Valentino Rossi, ha parlato dei rischi connessi alla guida sportiva nella classe regina. Il Mugello è stato per lui un vero e proprio dramma.

Nella classe regina del Motomondiale gli incidenti sono all’ordine del giorno. Nelle sessioni e nei weekend di gara, spesso, siamo soliti commentare terribili cadute, per fortuna, la maggior parte delle volte, senza conseguenze. Valentino Rossi, nella sua carriera, raramente è finito al suolo, in gara. Negli ultimi anni ha iniziato a fare errori, anche a causa dello scarso feeling con la sua M1. Nel pieno della carriera una sua scivolata era, davvero, un evento, specialmente nei momenti chiave della stagione.

Valentino Rossi MotoGP (Ansa Foto)
Valentino Rossi MotoGP (Ansa Foto)

Una delle cadute, più dolorose sul piano psicologico, è stata quella a Valencia nel 2006, dove ha visto svanire un Mondiale tra le mani. Proprio sul tracciato spagnolo, lo scorso anno, il Dottore ha completato il suo ultimo Gran Premio in MotoGP. Il pilota è stato accolto da un tifo sensazionale che si è riversato sulle tribune per la sua ultima recita. L’italiano ha scritto pagine indelebili del motociclismo, facendo innamorare anche tanti giovani che non sapevano nulla di due ruote. In una interessante intervista sul canale YouTube GeoPop, il campione ha messo in mostra tutta la sua passione e le sue conoscenze, anche in merito ai rischi delle corse in moto.

L’high side è la caduta più brutta e fa più paura ai piloti – ha esordito il pesarese – Sei lanciato e cadi dall’alto, quindi ci si fa male. Ci sono due tipi di caduta o si chiude davanti diciamo quindi perdi grip con la ruota anteriore della moto, te sei talmente tanto piegato già con il ginocchio per terra, gomito per terra praticamente diciamo che sei a 30 cm dall’asfalto con la testa, sei sdraiato quindi te sei già giù quando si chiude, dopo naturalmente se si va forte il problema è ruzzolare nella ghiaia o andare in qualche parte. La moto è molto pericolosa perché la moto è una cosa che pesa 160, 170 kg e lanciata a 200 all’ora, potenzialmente, è una bomba. Di solito quando scivoli, però, la moto va dal tuo verso. Poi la moto pesando molto più di te, solitamente, accelera quando te scivoli quindi diciamo che ti allontani”.

Quindi il pilota tende a scivolare, ma va in una direzione tale che la moto si è già allontanata dal corpo. Vi sono anche casi in cui il rider rimane agganciato o incastrato sotto la moto, ma per fortuna non accade di frequente. Recentemente abbiamo assistito a qualche incidente di gara con Fabio Quartararo o anche delle Ducati di Miller e Bagnaia che sono state rischiose, in quel senso, ma non hanno creato conseguenze fisiche importanti ai protagonisti. Il Dottore si è anche soffermato sulla caduta dell’high side anteriore, quando il pilota viene disarcionato dalla moto e finisce al suolo con estrema violenza.

Quando parte la ruota posteriore. Ci sono quelli in entrata e quelli in accelerazione che accadono molto meno negli ultimi tempi. Le moto hanno il sistema del traction control che previene l’high-side posteriore. L’high side in accelerazione si fa di potenza, di gas. Sei piegato, apri troppo e la moto sgomma dietro, scivola e quindi riprende aderenza, perché di solito avviene con troppa piega e troppo gas. Di solito d’istinto chiudi il gas e le sospensioni fanno sì che, come una molla, ti lanciano. La moto si schiaccia e fa l’effetto catapulta”. Il pilota prova di rimanere attaccato alla moto perché spera sempre di potercela fare. Quando non si può evitare una caduta, è importante anche atterrare bene. Se la botta è pesante, la visiera si apre, un po’ come gli sci con gli occhiali.Gli high side in entrata, invece, sono altrettanto pericolosi, se non di più. Rallenti e quando metti la moto troppo velocemente sul bordo della gomma, a gas chiuso, la moto parte e accade la stessa cosa. Quando mi sono fatto male al Mugello mi sono fatto male così, gomma un po’ fredda, partita dietro a gas chiuso”, ha ricordato Valentino Rossi.

Il Dottore, nel 2010, inseguendo il sogno della decima corona, fu disarcionato dalla sua Yamaha M1, finendo al tappeto in malo modo. Le immagini furono terribili con la frattura scomposta ed esposta della tibia e del perone della gamba destra. Il campione fu operato a Firenze e saltò 4 Gran Premi, perdendo la possibilità confermarsi campione del mondo. Al Mugello nel 2013, VR46 finì al tappeto sempre in sella alla Yamaha, dopo il biennio trascorso in Ducati. In quel caso non vi furono conseguenze fisiche, ma lo spavento fu enorme per i suoi fan. In un crash con Alvaro Bautista, il Dottore e l’asso del mondiale della SBK finirono contro le barriere. Il Motorsport è pericoloso e di certo, non lo scopriamo oggi, ma l’intervista video di GeoPop ci ha permesso di apprezzare anche il lato analitico del campione di Tavullia.

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