F1, accusa pesantissima alla Red Bull: ormai è guerra aperta

Chi pensa che solo la Mercedes pretenda una punizione esemplare per Red Bull, sbaglia. Scritta alla FIA una lettera da un boss a sorpresa.

Se da un lato c’è la Stella a premere che la Federazione Internazionale intervenga, possibilmente con la squalifica della Red Bull a causa dell’infrazione relativa al tetto di spesa del 2021, e ripristini l’ordine delle  cose consegnando a Lewis Hamilton la coppa più prestigiosa, dall’altro c’è il resto del gruppo che, con la cancellazione della scuderia austriaca dall’ordine di arrivo generale dell’anno scorso si augura di ottenere maggiori risorse e magari di avere un avversario in meno per le prossime stagioni.

Max Verstappen, Red Bull (LaPresse Foto)
Max Verstappen, Red Bull (LaPresse Foto)

Non fa specie dunque, che nelle ultime ore si sia scomodato pure Zak Brown. La McLaren aveva infatti lasciato Abu Dhabi da quarta della classe. Ciò significa che, se si giungesse ad uno dei provvedimenti più severi, ovvero la rimozione di tutti i punti guadagnati tra i costruttori, diventerebbe terza. Una posizione vale l’altro, potrebbe sostenere qualunque. In realtà no, visto che la porzione di denaro che si riceve dalla F1 cresce con la posizione ottenuta.

Alla fine, nel grande Circus, nessuno è un santarello e nessuno si muove per pura etica o spirito sportivo. Qualunque appello ad indirizzo federale, viene sempre effettuato con l’augurio di una contropartita vantaggiosa.

McLaren vs Red Bull: punta la lettera alla FIA

A poche ore dal via del weekend del Texas, il CEO di Woking ha quindi deciso di esporsi in prima persona e fare un primo passo, recapitando una missiva agli uffici dell’ente governativo dello sport, evidenziando come qualsiasi aggiramento del regolamento equivale ad “un imbroglio“.

Con atteggiamento vagamente ruffiano, nel documento l’americano si è soffermato sullo spirito collaborativo e di apertura incentivato dal collegio federale. Tanto da garantire un periodo di prova, il 2020, per chiarire eventuali zone grigie.

A suo avviso, nessuno avrebbe dovuto sbagliare in tema budget cap, in quanto la normativa era stata perfettamente spiegata e dettagliata. Niente scuse, in soldoni, e neppure una mano leggera.

Chi speso più del dovuto ne ha tratto un benefit ingiusto sia per quanto concerne la monoposto attuale, sia per quella del campionato venturo“, ha rimarcato, cercando di smuovere i delegati verso un intervento punitivo al massimo, così da semplificare la vita degli altri.

Dopotutto, se la RB16B era una vettura forte, la RB18 lo è stata ancora di più. E il trend pare essere esattamente quello.

A nostro avviso una pena pecuniaria non è sufficiente per il severo dolo compiuto“, prosegue la nota del 50enne. “L’intervento deve essere di tipo sportivo. Noi ci sentiamo di suggerire una penalizzazione in termini di ulteriore riduzione delle risorse a disposizione per il 2023 rispetto al cost cap previsto. E quindi, ad esempio, se sono stati usati 2 milioni di dollari in più, per il Mondiale venturo il team dovrà godere di 4 milioni in meno, ovvero 2 per l’azzeramento del vantaggio e 2 di multa“, la sentenza dello statunitense, a cui ha fatto seguire un ulteriore ipotetico provvedimento. Ossia il taglio del tempo da dedicare (il 20% secondo il suo parere) alla galleria del vento e alla CFD.

Per finire l’ex pilota NASCAR ha altresì proposto la revisione al ribasso della tolleranza consentita. Dal 5% al 2,5%. E per evitare l’accumulo di peccatucci lievi, ridurre la tolleranza ad una sola piccola “scappatella” prima della conversione ad infrazione di “grave entità” in caso di recidiva.

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