Ferrari, statistica devastante: il dato distrugge i sogni dei tifosi

La Ferrari lascia Suzuka con una nuova sconfitta, anche senza prendere in considerazione la penalità. Un dato annichilisce i fan.

Il Gran Premio del Giappone ha regalato a Max Verstappen il secondo titolo mondiale, mentre la Red Bull dovrà attendere Austin per poter mettere le mani sul quinto alloro iridato dei costruttori, con la Ferrari che resta a secco per il 14esimo anno consecutivo. Meglio di così non poteva andare per il team di Milton Keynes, con la Honda che festeggia l’iride piloti a casa propria, e negli Stati Uniti (mercato d’oro per il marchio nipponico tramite il brand Acura), ci sarà gran festa per la classifica dedicata ai team.

Ferrari F1-75 (LaPresse)
Ferrari F1-75 (LaPresse)

Sembra davvero tutto perfetto per gli anglo-austriaci e la casa di Sakura, mentre i rivali masticano amaro. La dittatura di Verstappen a Suzuka è stata impressionante, e poca differenza fa la penalità rifilata a Charles Leclerc all’ultimo giro, che ha permesso a Super Max di festeggiare il titolo in anticipo. Nel risultato finale, il monegasco si è visto rifilare 27 secondi dal rivale in una gara durata 40 minuti, un gap decisamente esagerato.

Alla fine della corsa, la Red Bull e la Ferrari sono state parcheggiate sotto al podio, ed è emersa una differenza impressionante sul fronte del consumo delle gomme. La RB18 aveva le Intermedie ancora quasi nuove, mentre quelle della Rossa erano diventate delle slick all’anteriore, cosa che ha compromesso la tenuta e portato Leclerc ad arrivare lungo alla prima staccata dopo una grande battaglia con Sergio Perez.

Il motivo di tutto ciò non è ancora chiaro, ma Mattia Binotto, a fine gara, ha fatto velatamente capire che Charles ha gestito male la mescola ad inizio stint, forzandola troppo e facendo impennare le temperature che hanno poi portato ad un degrado inatteso. Questa può essere parte della spiegazione, ma d’altro canto c’è anche da dire che da qualche gara a questa parte, la Rossa non riesce più a gestirle come faceva prima.

In tutto ciò ha una minima influenza la TD39, la direttiva tecnica introdotta in Belgio, ma anche gli sviluppi non hanno funzionato come avrebbero dovuto, una riproposizione del 2018 che Binotto aveva del tutto escluso ad inizio anno. La Red Bull, da più di un mese ormai, fa un altro sport, e la pioggia è diventata una maledizione per la Rossa.

Ferrari, dato devastante relativo alle gare bagnate

La Ferrari non digerisce la pioggia, e la cosa è testimoniata anche dalle statistiche. L’ultima vittoria in condizioni di umido risale al Gran Premio della Malesia del 2012, quando Fernando Alonso (grazie ad un miracolo personale e non certo per la bontà della vettura), vinse a Sepang resistendo alla Sauber di Sergio Perez nei giri conclusivi, con una guida davvero impressionante.

Nei mesi estivi, arrivarono anche due pole position del Cavallino con gomme non slick, con Alonso che riuscì a far segnare il miglior tempo a Silverstone ed Hockenheim. Da quel momento in poi, sotto l’acqua è stato un dominio assoluto di Lewis Hamilton e della Mercedes fino a pochi mesi fa, con Max Verstappen e la Red Bull che hanno dominato ad Imola in condizioni difficili.

L’acqua è poi tornata protagonista a Monte-Carlo, gara nella quale le due Ferrari occupavano la prima fila, ma il cui successo è andato a Perez grazie all’imbarazzante strategia del Cavallino. In seguito, abbiamo avuto pioggia sia a Singapore la scorsa settimana che a Suzuka, con il team di Milton Keynes che si è assicurato altri due successi piuttosto netti.

Una piccola soddisfazione è rappresentata dalla pole position di Carlos Sainz a Silverstone, maturata solo grazie ad una bandiera gialla che ha impedito a Verstappen di demolire quel tempo, cosa che avrebbe potuto fare senza problemi visti i primi due settori che aveva fatto segnare prima di ritrovarsi Charles Leclerc in testacoda.

Il Cavallino, dunque, odia la pioggia e non è più in grado di vincere, ma a volte ci si mette anche la componente sfortuna, come nel crash pazzesco di Singapore 2017, che vide l’eliminazione delle Rosse di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen assieme a quella di Verstappen, evento che coincise con la fine dei sogni mondiali della Scuderia modenese.

A Suzuka, purtroppo, sono mancate del tutto le prestazioni, visto che il gap tra Super Max e Leclerc era di ben un secondo e mezzo a giro nell’ultima mezz’ora di gara. Budget Cap e penalizzazioni a parte, non c’è davvero partita contro un siluro come la Red Bull ed un campione dei livelli di Verstappen. Per il prossimo anno sarà necessario un miracolo per cercare di ribaltare le carte in tavola.

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