Carburanti, i prezzi in calo sono un allarme per il futuro: c’è un rischio

I carburanti, grazie al taglio delle accise, sono tornati a prezzi più bassi rispetto ad un anno fa. Tuttavia, resta un rischio non da poco.

Il caro carburanti va ormai avanti da tantissimi mesi, ma man mano la situazione è migliorata, almeno per gli automobilisti, grazie al taglio delle accise. Questa decisione è stata presa dal Governo di Mario Draghi, ed è entrata in vigore giovedì 22 marzo, ovvero esattamente sei mesi fa.

Carburanti (ANSA)
Carburanti (ANSA)

Ricordiamo che il costo dei carburanti viene dato da tre principali fattori, ovvero il prezzo della materia prima, l’IVA e le stesse accise, che sono dunque una parte fondamentale relativamente alla spesa di coloro che vanno al distributore per fare rifornimento alla propria vettura, e che in questi mesi hanno sofferto e non poco per via delle spese folli a cui sono stati costretti.

Dopo lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, i prezzi di benzina e diesel su tutti, avevano raggiunto delle cifre esorbitanti, che superavano di gran lunga i 2 euro a litro, sia per quello che riguarda il self service che per il servito. Una situazione assolutamente ingestibile, che ha portato il Governo a dover trovare una soluzione, optando per il taglio delle accise.

Com’è ovvio che fosse, essa non può essere considerata la soluzione definitiva, dal momento che, prima o poi, il taglio sulle accise dovrà essere eliminato. Con tale manovra si è andati avanti per tutta l’estate, decidendo di prolungarla per diversi mesi sino alla prossima scadenza, che era prevista per il 5 ottobre.

Tuttavia, proprio negli ultimi giorni è arrivata una proroga ulteriore, che sposta la fine del taglio delle accise al 17 ottobre, ma c’è da dire che la sostanza non cambia. Il 25 settembre si voterà per il nuovo Governo, e chi andrà al potere dovrà subito risolvere una miriade di problemi, come il probabile rialzo dei carburanti ed il caro energia, con le bollette che stanno raggiungendo dei costi insostenibili sia per i cittadini che per le aziende.

Carburanti, il taglio delle accise è vicino alla sua fine

In questi giorni, come riportato anche da “Motor1.com” ed anche dai principali quotidiani italiani, sul fronte dei carburanti c’è una sorta di ritorno al passato. Infatti, la benzina al self service è ai minimi da ottobre dello scorso anno, ma nel 2021 il suo prezzo era “naturale”, ovvero non influenzato dal taglio delle accise.

Ad oggi, la “verde” costa 1,696 euro al litro al self service, mentre il prezzo al servito è fissato ad 1,844 euro. Il diesel continua a risultare ben più caro, visto che si è issato ad 1,809 euro al litro al self e ad 1,955 euro al litro al servito. I carburanti sembrano avere ora dei prezzi ben lontani a quelli a cui ci eravamo abituati nel corso dell’estate, ma non tutto è come sembra.

Il decreto Aiuti ter valuta di poter prolungare ancora, si parla di fine novembre, il taglio delle accise, che come ricordiamo spesso comporta una riduzione di circa 30 centesimi al litro sul prezzo dei carburanti. Ciò significa che, senza tale decreto, i prezzi sarebbero nuovamente al di sopra dei due euro, ed è chiaro che questa è una problematica che prima o poi andrà affrontata.

Lasciando un attimo da parte il discorso accise, vi siete chiesti il motivo del calo dei prezzi? La risposta sta nel prezzo del petrolio, che dopo essere schizzato a 147 dollari al barile per il Brent (riferimento del mercato europeo), oggi è crollato ad 83 dollari al barile, ma non è una notizia così positiva.

Infatti, gli investiori non hanno fiducia nei prossimi mesi, e tutto ciò porta ad un ribasso dei prezzi che però potrebbe anche far ribaltare la situazione nei giorni che verranno. Insomma, la situazione è molto complessa sotto tutti i fronti, in un periodo in cui c’è grosso interesse verso un elettrico che però fa fatica a decollare.

I prezzi delle auto sono esorbitanti, ed anche le vetture a combustione vendono molto meno rispetto a prima a causa della crisi e dei rincari. Al momento, non sembrano esserci delle soluzioni a breve termine, a meno che non si trovino accordi tra i grandi investitori ed i governi. Gli amministratori hanno ora in mano un bel problema, e sin dai prossimi giorni, quando salirà al potere il nuovo Governo in Italia, sarà interessante valutare quella che sarà la loro soluzione ai problemi del presente.

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