Hamilton penalizzato dalla strategia: Wolff spiega il retroscena

Hamilton infuriato con Mercedes per la strategia fallimentare adottata in Olanda. Il boss Wolff spiega cosa è successo davvero. 

Alla fine è andata così. A Zandvoort la Stella aveva tutto il potenziale per piazzare entrambe le monoposto sul podio ed invece ha fatto la sprecona, regalando la terza piazza all’insipida Ferrari di Leclerc.

Quasi fosse una replica di Abu Dhabi 2021, la Mercedes ha perseverato nell’errore di tenere fuori Hamilton con le gomme medie, mentre sfruttando il regime di Safety Car seguito al guasto sull’Alfa Romeo di Valtteri Bottas, avrebbe potuto benissimo passare alle soft, come tra l’altro fatto con Russell.

Toto Wolff (Ansa Foto)
Toto Wolff (Ansa Foto)

In questa maniera, una volta ripartita la gara, Lewis è stato risucchiato dalla concorrenza e al traguardo è giunto quarto. Complessivamente non male, ma viste le premesse, un risultato frustrante, che in un certo senso ha agevolato il Cavallino in ottica costruttori.

A salvarla, solamente la penalità inflitta a Carlos Sainz per unsafe release, che ha portato il ferrarista a scivolare in ottava piazza.

Wolff spiega la strategia adottata su Hamilton

Approfondendo quanto messo in opera dal suo muretto Toto Wolff ha spiegato che il loro è stato un azzardo che se avesse pagato avrebbe condotto Ham alla vittoria e non ad una semplice top 3.

E a proposito dello sfogo via radio dell’inglese, consapevole di aver perso capra e cavoli, il dirigente viennese si è mostrato solidale. “Capisco la sua emotività. Dal poter lottare per il successo, si è visto mangiare dal gruppo“, ha affermato a Sports 1. “Quando sei seduto in abitacolo non ti rendi conto di cosa sta accadendo. Noi però abbiamo ritenuto opportuno rischiare. “Aveva pneumatici con appena cinque giri sulle spalle, per cui ci è parso giusto lasciarlo fuori. Purtroppo non ha funzionato“.

Con il sette volte iridato in testa, forse non essendone più abituato, il garage di Stoccarda è stato colto dal panico. Cosa fare, in questo caso? Le opzioni erano due. Passare alla mescola più soffice con il solo #44 e perdere la posizione su Verstappen, o fermare tutti e due i piloti. Incredibilmente è stata scelta una terza via. Ossia quella di correre il pericolo con il #63.

Per il manager delle Frecce d’Argento, mandare in pista entrambi con le coperture a banda rossa avrebbe significato rimanere in seconda e terza posizione, dato che pure Mad Max montava il compound più blando.

La RB18 vanta una grande velocità in rettilineo, di conseguenza non avremmo avuto chance di arrivare davanti“, ha considerato svelando di essersi a caldo confrontato con il 37enne di Stevenage, invitandolo a guardare il bicchiere mezzo pieno. “Chiudere secondi e quarti in parte è frustrante, ma abbiamo fatto una buona corsa. Questo è ciò che conta. Senza dimenticare che ci troviamo ad un livello dove rischiare è necessario“, ha chiosato difendendo l’approccio in stile “o la va, o la spacca”, non potendo contare su una monoposto competitiva quanto la Red Bull.

A sette eventi dal termine la Mercedes è terza tra le marche con 346 punti. Il Cavallino, suo diretto rivale, è secondo a 367.

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