Crisi Honda in MotoGP: per il team di Marquez doppia beffa

In una delle stagioni più nere della storia della Honda nella top class del motomondiale, c’è il rischio di una seconda “fregatura”.

A sette gare dal termine della stagione, la Honda si appresta a chiudere una delle annate più complicate per lei dell’ultimo ventennio. Abituata a vincere a ripetizione in MotoGP con mostri sacri del calibro di Valentino Rossi, Casey Stoner e soprattutto Marc Marquez, la Casa nipponica si è trovata nel giro di poco tempo in un impasse da cui sembra non riuscire a rialzarsi.

Marc Marquez, Honda (Ansa Foto)
Marc Marquez, Honda (Ansa Foto)

Dal luglio 2020, ovvero dalla caduta del suo Cabroncito, con una frattura rimediata all’omero destro, è cominciata la discesa agli inferi. Tutte le certezze all’improvviso sono divenute dubbi. Le problematiche legate alla pandemia, mischiate a quelle del pilota di Cervera costretto a saltare l’intero campionato, si sono riflettute altresì sul 2021, quando, malgrado il #93 di nuovo a sprazzi disponibile, con alcune belle prestazioni come i successi di Germania, America ed Emilia Romagna, la scuderia ha dato prova di aver perso il bandolo della matassa.

Non potendo più contare sulla presenza dell’iberico attorno al quale per anni era stata costruita la moto, non è stata più in grado di individuare il percorso di sviluppo da seguire e per il 2022 ha progettato una moto né carne, né pesce.

Nelle rare occasioni in cui ha avuto modo di stare in sella alla RC213 V, l’otto volte iridato non ha mai trovato il giusto feeling e senza giri di parole lo ha dichiarato. Troppo diversa dalle sorelle maggiori e troppo complessa da addomesticare.

Una sensazione evidentemente condivisa anche da resto degli hondisti in gruppo, che poco o nulla hanno combinato in questi mesi. Prova ne è la classifica generale che vede il brand asiatico fanalino di coda con appena 90 punti contro i 296 di Ducati. Un vero e proprio abisso che in prospettiva dà più l’idea di poter allargarsi anziché stringersi.

Unica gioia vissuta finora è il terzo posto conquistato da Pol Espargaro in apertura di Mondiale in Qatar. Un traguardo che faceva ben sperare, ma che si è rivelato un fuoco di paglia.

Crisi Honda, oltre il danno la beffa

Ebbene, sembra incredibile a dirsi, ma proprio questo piazzamento in top 3, potrebbe costare caro al team gestito da Alberto Puig. Il motivo sta tutto nelle concessioni. In pratica, se una squadra non conquista nulla di significativo, può godere di alcuni benefici nella stagione successiva. Un’opportunità quanto mai utile per i giapponesi, che però a questo punto dovranno rinunciarvi.

Per chi non lo sapesse i benefit riguardano principalmente il motore. Chi non ne usufruisce dispone di sette unità stagionali, identiche, sigillate sin dal primo GP, che non possono subire variazioni. I fortunati nella sfortuna dell’essere stati poco competitivi in precedenza, hanno invece a disposizione fino a nove propulsori (con un minimo di 19 eventi), che possono essere differenti tra loro e man mano evoluti. Un altro vantaggio riguarda la chance di effettuare test privati e non solo quelli stabiliti dalla Dorna sia con la line-up ufficiale, sia con i propri collaudatori.

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